355 lavoratori in esubero. Sono quelli dichiarati da Ibm durante l’incontro che si è tenuto ieri con i sindacati che stanno lavorando per proporre alla multinazionale misure alternative per scongiurare i liceziamenti. “Al termine delle assemblee tenute nei giorni scorsi, molto partecipate, i lavoratori hanno dato ai sindacati mandato di proporre all’azienda una serie di misure alternative ai licenziamenti – spiega Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale Fiom-Cgil del gruppo Ibm – Le conseguenze negative della pesante ristrutturazione, infatti, possono essere risolte solo attraverso l’utilizzo congiunto di diversi strumenti quali: la mobilità volontaria, l’accompagnamento alla pensione dei lavoratori più anziani, l’introduzione del part-time per gruppi di lavoratori e la riduzione dell’orario di lavoro.”
Tra le misure proposte dal sindacato c’è anche “l’utilizzo della formazione professionale, finalizzata all’inserimento di lavoratori in altre attività, anche valutando consulenze e forniture già date dall’azienda all’esterno”.
Secondo Potetti “tutto ciò può ridurre in misura significativa l’impatto sociale di un provvedimento che, se portato fino alle estreme conseguenze, sarebbe devastante.”
“L’azienda si è dichiarata disponibile ad analizzare le proposte sindacali in incontri specifici che saranno tenuti a breve, ma va detto che la possibilità di trovare una soluzione è molto incerta – annuncia il sindacalista – La trattativa con la Ibm si trova dunque in una fase delicatissima”.
“Qualora nel prossimo incontro, fissato per l’11 giugno, non si dovesse arrivare ad un accordo, il tono e le modalità del confronto cambieranno inevitabilmente. avverte però Potetti – Tutto quanto è possibile fare per evitare i licenziamenti, dopo il già grave episodio dei trasferimenti ‘forzosi’ a Milano, sarà deciso e praticato insieme ai lavoratori”.