Nexi nel mirino dei fondi: secondo indiscrezioni, Cvc Capital Partners sta iniziando a considerare una potenziale offerta per la società di pagamenti italiana, come riportato da Bloomberg. Nexi non ha per ora rilasciato commenti e Bloomberg evidenzia che si tratta di un’ipotesi che nuove i primi passi.
Ma i fondi da tempo stanno analizzando Nexi, le cui azioni sono fortemente scese, nonostante la crescita del business. Gli acquirenti potrebbero anche unirsi per un’offerta congiunta sul gruppo italiano approfittando del calo delle quotazioni.
Dopo le indiscrezioni, i titoli della società hanno mostrato un progresso teorico del 6,8% a 6,15 euro nel pre-mercato.
Le manovre del fondo Cvc
Il titolo Nexi a Piazza Affari ha perso il 24% del valore da inizio anno, e il 38% negli ultimi 12 mesi. Sulla performance, evidenziano gli analisti, pesano sia problematiche di carattere settoriale come lo sgonfiarsi della bolla tech, sia specifiche tematiche societarie come l’alto livello del debito che alla fine del terzo trimestre si attestava a 5,4 miliardi, pari a 3,2 volte l’ebitda. L’attività è in crescita ma il contesto è sfidante, come sottolineato dallo stesso ceo Paolo Bertoluzzo.
Il private equity inglese Cvc (a sua volta prossimo alla quotazione sulla piazza di Amsterdam) starebbe studiando un’offerta che è ancora alle fasi preliminari, perché non semplice da portare avanti. La capitalizzazione in Borsa di Nexi è, infatti, di 7,6 miliardi di euro e, nel caso di offerta pubblica d’acquisto (Opa), ai soci andrebbe riconosciuto un premio che aumenterebbe il valore dell’operazione. L’aumento dei tassi di interesse non lavora a favore del deal.
Inoltre, nel capitale di Nexi figurano già dei fondi di private equity – Hellman & Friedman, Advent e Bain – che sono sicuramente determinati a far rendere il loro investimento. Nella compagine azionaria c’è anche Cassa depositi e prestiti al 13,6% che, insieme al golden power del governo, presidia la proprietà italiana della società dei pagamenti.
Nexi tra crescita e sfide
Nexi ha chiuso il primo semestre del 2023 con ricavi per 1,577 miliardi di euro, in crescita dell’8,1% rispetto al primo semestre 2022 e Ebitda pari a 771,8 milioni di euro, con un incremento dell’11,6%. L’Ebitda margin si è attestato al 49% (+153 punti base rispetto al primo semestre 2022).
Più nel dettaglio, la divisione Merchant Solutions, che rappresenta circa il 56% dei ricavi complessivi della paytech, ha registrato un fatturato pari a 886,4 milioni di euro (+9,8%). Durante il semestre, il valore delle transazioni ha continuato il suo trend di crescita in tutto il gruppo, principalmente grazie alla continua crescita legata agli International schemes, alla base clienti e al numero di terminali.
Issuing Solutions, che costituisce circa il 33% dei ricavi complessivi di Nexi, ha registrato revenue pari a 516,5 milioni (+8,2%), mentre Digital Banking Solutions, che rappresenta circa l’11% del giro d’affari, ha messo a segno ricavi pari a 174,2 milioni, in crescita dello 0,3%, con una forte crescita dei volumi compensata dagli impatti del consolidamento bancario avvenuto lo scorso anno in Italia.
Nexi ha confermato la guidance 2023 in linea con l’ambition a medio-lungo termine: ricavi: oltre il 7% di crescita; Ebitda oltre il 10% di crescita anno su anno; excess cash generation di almeno 600 milioni; leva finanziaria netta: circa 3.0x l’Ebitda includendo l’acquisizione del merchant book di Sabadell (annunciata a febbraio 2023, closing atteso nel quarto trimestre) e utile per azione normalizzato oltre il 10% di crescita.
Nel corso della presentazione dei conti semestrali, il ceo Paolo Bertoluzzo ha precisato che, rispetto alle operazioni di cessione, il gruppo è “in trattative avanzate per Nets Dbs (attiva nel settore della digital identity sui mercati del Nord Europa, ndr) e dovremmo essere in grado di annunciare presto qualcosa”. Il numero uno di Nexi ha poi spiegato che l’outlook dei volumi per i prossimi mesi è “piuttosto sfidante”: i trend continueranno in linea con il secondo trimestre nel terzo trimestre a causa del confronto impegnativo con lo scorso anno, in particolare in Italia, mentre dovrebbero accelerare nell’ultimo trimestre dell’anno.