Sull’attuazione del Digital services act europeo gli Stati membri devono essere veloci e allineati, perché contrastare i contenuti illegali, l’hate speech e il terrorismo è alta priorità, soprattutto ora che al conflitto in Ucraina si è aggiunto quello in Medio Oriente. Lo ha fatto sapere la Commissione Ue pubblicando una raccomandazione (SCARICA QUI IL DOCUMENTO COMPLETO) per una risposta accelerata e coordinata alla diffusione e all’amplificazione di contenuti illegali, violenti e di odio, prima che questi possano tradursi in una grave minaccia per la sicurezza pubblica. Gli Stati membri devono essere veloci nel garantire che le grandi piattaforme online si conformino ai nuovi obblighi della legge sui servizi digitali (Dsa).
Con la raccomandazione la Commissione invita gli Stati membri a designare già ora un’autorità indipendente che fa parte della rete di “coordinatori dei servizi digitali” (il Board for digital services previsto dal Dsa), anticipando la scadenza legale del 17 febbraio 2024, e propone un meccanismo di risposta agli incidenti che delinei la cooperazione tra la Commissione e questa rete di coordinatori.
“L’attacco terroristico di Hamas ha anche portato a una recrudescenza dei contenuti efferati e illegali online che promuovono l’odio e il terrore. Con il nostro Digital services act, l’Europa ha ora regole forti per proteggere gli utenti, compresi i gruppi di popolazione vulnerabili, dall’intimidazione e per garantire le libertà fondamentali online”, ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: “Le principali piattaforme sono soggette a nuovi obblighi per mitigare tali rischi derivanti dai loro servizi. Le raccomandazioni ci aiuteranno a coordinare le nostre risposte con gli Stati membri e a proteggere la nostra società”.
Coordinare l’azione per contrastare i contenuti illegali
“Nel contesto di un periodo senza precedenti di conflitto e instabilità che colpisce l’Unione europea, prima con la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, e ora con gli attacchi terroristici di Hamas su Israele, la Commissione conta sugli Stati membri per unire le forze per consentire una rapida applicazione della Dsa”, si legge nella nota di Bruxelles.
Il Digital services act stabilisce una serie di regole per un ambiente online sicuro, prevedibile e affidabile nell’Ue, che rispetti i diritti fondamentali, in particolare la libertà di espressione e di informazione. Dall’agosto 2023, il Dsa richiede che le piattaforme online molto grandi designate e i motori di ricerca online molto grandi adottino misure di mitigazione per i rischi sistemici specifici posti dai loro sistemi, compresi i rischi sistemici derivanti dalla diffusione di contenuti illegali.
La Commissione propone un meccanismo di risposta agli incidenti che delinei la cooperazione tra la Commissione e la rete dei coordinatori nazionali dei servizi digitali in risposta alla diffusione di contenuti online illegali, in particolare laddove essa pone un chiaro rischio di intimidire gruppi di popolazione o di destabilizzare le strutture politiche e sociali nell’Unione. Il meccanismo includerebbe riunioni periodiche di risposta agli incidenti per discutere le buone pratiche e metodologie e relazioni e scambi regolari di informazioni raccolte a livello nazionale. Le informazioni ricevute dalla rete possono fornire alla Commissione prove per esercitare i suoi poteri di vigilanza e di indagine ai sensi della Dsa.
Raccomandazioni anche alle grandi piattaforme digitali
Laddove circostanze straordinarie – come un conflitto armato internazionale o attacchi terroristici – lo giustifichino, la Commissione incoraggia le piattaforme online molto grandi e i motori di ricerca online molto grandi a redigere protocolli di incidente pertinenti all’incidente specifico.
La raccomandazione ricorda, inoltre, i poteri conferiti agli Stati membri dai diversi strumenti previsti dal diritto dell’Unione europea per contrastare i contenuti illegali, come il regolamento sulla diffusione di contenuti terroristici online, in vigore dal giugno 2022. La Commissione continuerà a fare affidamento sulle strutture esistenti, in particolare per la lotta al terrorismo.
La raccomandazione si applicherà fino al 17 febbraio 2024. Dopo tale data, il quadro di applicazione stabilito nel Dsa si applicherà pienamente, compreso il Board for digital services, che sarà composto da coordinatori indipendenti dei servizi digitali degli Stati membri.
Meta e TikTok nel mirino della Ue
E intanto Bruxelles ha inviato formalmente a Meta e a Tik Tok una richiesta di informazioni ai sensi del Digital Services Act (Dsa). A Meta Bruxelles chiede di fornire maggiori informazioni sulle misure adottate per ottemperare agli obblighi relativi alla valutazione dei rischi e alle misure di attenuazione per tutelare l’integrità delle elezioni e in seguito agli attacchi terroristici di Hamas in tutto Israele, in particolare per quanto riguarda la diffusione e amplificazione di contenuti illegali e disinformazione. A Tik Tok chiede di rispettare gli obblighi sui rischi e sulle misure contro la diffusione di contenuti illegali in particolare la diffusione di contenuti terroristici e violenti e l’incitamento all’odio, la presunta diffusione di disinformazione. Inoltre, la richiesta riguarda la conformità di TikTok ad altri elementi della Dsa, in particolare per quanto riguarda le sue disposizioni relative alla protezione dei minori online.
Meta deve rispondere entro il 25 ottobre 2023 per le questioni relative alla risposta alla crisi ed entro l’8 novembre 2023 sulla tutela dell’integrità delle elezioni. Sulla base della valutazione delle sue risposte la Commissione valuterà i prossimi passi. Ciò potrebbe comportare l’apertura formale di un procedimento. TikTok deve fornire le informazioni richieste alla Commissione entro il 25 ottobre 2023 per le questioni relative alla risposta alla crisi ed entro l’8 novembre 2023 sulla tutela dell’integrità delle elezioni e dei minori online. Bruxelles può imporre sanzioni per informazioni errate, incomplete o fuorvianti in risposta a una richiesta di informazioni. La mancata risposta entro il termine potrebbe comportare l’irrogazione di penalità di mora. Bruxelles ricorda che a seguito della loro designazione come piattaforme on line molto grandi Facebook e Instagram (Meta)sono tenuti a rispettare l’intero insieme di disposizioni introdotte dalla normativa Ue, incluse la valutazione e la mitigazione dei rischi legati alla diffusione di contenuti illegali, alla disinformazione e ad eventuali effetti negativi sulla rete. esercizio dei diritti fondamentali. Lo stesso vale per Tik Tok.
X chiude in Europa? Musk smentisce i rumors
Intanto Elon Musk smentisce i rumors secondo cui sarebbe pronto a chiudere X in risposta – come riportato da Business Insider – alle indagini sulla compliance avviate a carico della società dalle autorità di Bruxelles e alle costanti accuse in merito all’inadeguatezza dei protocolli di moderazione dei contenuti all’interno della piattaforma.
“Ancora un altro report di Business Insider assolutamente falso – reagisce su X Musk – Non sono una vera e propria testata”.