LA RECENSIONE

Le sfide della società “onlife” e le skill che servono per vincerle

Rivolto in primis a chi ha un ruolo nei processi di cambiamento della società nel suo complesso, in particolare ai formatori, ai manager e ai policy maker, il libro di Giuseppe Iacono ha l’ambizione di essere uno strumento di riflessione sulla necessità di considerare gli interventi sul tema delle competenze come necessari e abilitanti alla trasformazione digitale

Pubblicato il 06 Nov 2023

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La pervasività delle tecnologie nella vita quotidiana e nelle dinamiche sociali ed economiche richiede che le aziende, le istituzioni e le singole persone siano attrezzate con le skill e la consapevolezza necessari per vivere in un mondo così digitalizzato da far parlare di società onlife. Lo scrive Giuseppe Iacono nel suo nuovo libro “Le sfide della società onlife” (Franco Angeli, 2023).

La diffusione sempre più vasta di tecnologie di intelligenza artificiale nella vita quotidiana, nella fruizione delle città e nei nostri spazi quotidiani e lavorativi, conduce a generare e rafforzare una percezione positiva delle tecnologie come strumento per costruire un futuro migliore. Ma questo non sarà mai possibile se vaste fasce della popolazione sono lasciate indietro ad adattarsi con fatica. La sfida è di governance e politica: alle classi dirigenti serve una nuova capacità di e-leadership e all’intera società una forma di competenza collettiva per governare, e non farsi sopraffare, dalla quarta rivoluzione industriale.

Le sfide della società onlife

La nuova dimensione “onlife” in cui il digitale ci proietta è stata così definita da Luciano Floridi: “Quando nell’infosfera i confini tra la vita online e quella offline vengono meno, e siamo continuamente connessi gli uni agli altri, circondati da oggetti intelligenti in grado di interagire con noi e da costanti flussi di dati, allora possiamo dire di essere integrati nel mondo onlife”.

Questo sviluppo, sempre più rapido, sta cambiando anche i comportamenti sociali, grazie alla disponibilità di funzionalità digitali sempre più ricche e puntali. D’altro lato c’è un evidente rischio di “totalitarismo individuale”, secondo l’espressione coniata da Eric Sadin nel suo ultimo lavoro “Io tiranno” (Sadin, 2022) e che rappresenta la conseguenza della percezione di un aumento di potere individuale dato dalla possibilità di esprimersi ad ampie platee, sui social network, di possedere una quantità illimitata di informazioni e di poter valutare servizi fruiti e prodotti acquistati.

Tra i tanti contrasti del digitale e dell’Ai, la società, afferma Iacono, “si divarica tra chi supera la dicotomia tra potere e perdita di controllo, sulla base di una consapevolezza digitale, che consente di sviluppare un percorso di maturità anche nella nuova navigazione, e chi invece ne rimane intrappolato o impotente rispetto ai troppo elevati requisiti di accesso” e ne rimane “socialmente escluso, marginalizzato”.

Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, con le sue grandi opportunità e i rischi correlati, rappresenta un ulteriore salto di complessità per il suo impatto trasversale nell’approccio e nella relazione che ciascuno deve costruire con le tecnologie. Il rischio è di aumentare la velocità di divaricazione sociale.

L’e-leadership e la consapevolezza collettiva

In questo contesto anche la capacità di governare il futuro dipende dalla consapevolezza digitale, ovvero dalla consapevolezza delle alternative di direzione dell’evoluzione tecnologica. Da qui la necessità dall’acquisizione di competenze di e-leadership nelle classi dirigenti, ai diversi livelli e contesti di espressione.

Le politiche organiche sullo sviluppo delle competenze digitali, come, ad esempio, l’iniziativa Repubblica Digitale, sono utili, ma occorre anche tessere i presupposti di una consapevolezza collettiva partendo dalla comprensione del contesto. Proprio l’e-leadership, se diffusa, consente di rendere la scelta della centralità delle competenze e della persona nella trasformazione digitale un impegno collettivo.

Le competenze contro l’esclusione sociale

La sfida, scrive Iacono, “consiste nel costruire le condizioni per uno scenario positivo e socialmente desiderabile, evitando l’alternativa di un adattamento alle necessità delle potenzialità di mercato delle tecnologie (in cui anche gli spazi sono adattati alle esigenze delle tecnologie). Per farlo, occorre intervenire sul rischio di questa corsa all’aumento delle diseguaglianze e dell’esclusione sociale e quindi, da un lato, sollecitando la partecipazione collettiva dei cittadini e dall’altro ponendo le leve del governo dell’evoluzione delle tecnologie, in primo luogo di quelle di intelligenza artificiale, al servizio del ‘bene comune’. Il benessere sociale ed economico delle comunità nazionali si giocherà innanzitutto su questo campo, e dovrà integrarsi nativamente con un percorso di sostenibilità”.

Una guida operativa per imprese, PA e politica

Il libro di Iacono si pone innanzitutto l’obiettivo di porre in evidenza la necessità di rendere centrale il tema delle competenze e per questo contribuire alla comprensione e alle riflessioni del contesto di quarta rivoluzione industriale che stiamo vivendo e che è alla base di un adeguato approccio ai temi della cittadinanza, del servizio pubblico e della crescita socio-economica. Il testo si rivolge a chi ha un ruolo nei processi di cambiamento delle organizzazioni e della società nel suo complesso, e quindi in primo luogo ai manager di aziende e organizzazioni del terzo settore, ai funzionari e ai dirigenti pubblici, inclusi quelli scolastici.

Allo stesso tempo il volume ha l’ambizione di essere uno strumento di riflessione per la politica (incluse le associazioni di cittadini), sulla necessità di porre la questione della trasformazione digitale come questione trasversale e non di settore dell’intervento socio-economico e, in questo, riconoscere al tema delle competenze una inequivocabile centralità e una indispensabilità di azione.

Il libro si sviluppa sostanzialmente in due parti: nella prima l’accento è sull’analisi del contesto della rivoluzione digitale e in particolare delle implicazioni sugli scenari futuri legate alle tecnologie emergenti, mentre la seconda si propone come guida operativa, con indicazioni e raccomandazioni ai diversi livelli di intervento e di responsabilità.

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