“Ogni tanto mi chiedo che cosa stiamo aspettando? Che sia troppo tardi.” Pensando all’ampia e sempre più pressante discussione sull’Intelligenza Artificiale e riflettendo sui diversi scenari riguardo agli sviluppi e applicazioni, alle finalità, ai risvolti etici e sociali, fino agli aspetti di regolamentazione, mi viene in mente questa frase di Alessandro Baricco nel suo libro “Oceano mare”.
Dai dati a disposizione, l’Italia si dimostra in ritardo nella partita sull’AI se si prendono in considerazione due ambiti di intervento: la produzione di tecnologie di AI competitive nel panorama internazionale e l’adozione di tali tecnologie nel sistema produttivo.
Per quanto riguarda il primo punto, il problema in termini di “sovranità digitale” non è solo italiano ma soprattutto europeo. Nella corsa mondiale per la supremazia sui microchip – fondamentali nello sviluppo di tecnologie di Intelligenza Artificiale – con lo European Chips Act Bruxelles intende raddoppiare la produzione di semiconduttori, giungendo al 20% della capacità produttiva globale entro il 2030, così da assumere una posizione di leadership e di autonomia in un settore particolarmente strategico in termini di innovazione tecnologica. Un obiettivo non semplice considerando che dal 20% del 2000 la capacità produttiva europea si è ridotta all’8% e che i principali produttori di microchip nel mondo si concentrano in Cina, Taiwan, Usa e Corea del Sud.
Data una capacità di design e produzione molto limitata, l’Italia, come l’Europa, soffre al momento di una inevitabile dipendenza dall’importazione di alta tecnologia.
Il ruolo della dimensione aziendale
Dal punto di vista dell’applicazione di tecnologie di Intelligenza Artificiale nei settori produttivi, in Italia solo il 18% delle imprese riesce ad adottare due o più soluzioni di AI. È chiaro come la dimensione aziendale influisca su questa capacità, favorendo le grandi aziende che possono beneficiare di maggiori economie di scala e un potenziale ritorno di investimento. La percentuale di pmi che utilizza sistemi di AI è infatti solo il 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese.
Nonostante il palese ritardo nell’adozione di soluzioni basate sull’IA, che limita le dimensioni del mercato interno nei confronti di quello europeo e globale, negli ultimi anni si rileva una netta tendenza alla crescita: nel 2022 il mercato dell’AI in Italia ha raggiunto un volume di ben oltre 400 milioni di euro (+21,7%) e si stima che entro il 2025 questo raggiungerà i 700 milioni, con un tasso di crescita medio annuo del 22%.
La collaborazione Google-Fondo per la Repubblica Digitale
Ed è in questo scenario che è stato lanciato il bando “crescerAI”, promosso dall’Impresa sociale Fondo per la Repubblica Digitale e sostenuto da Google.org, con l’obiettivo di supportare lo sviluppo di soluzioni di Intelligenza Artificiale destinate alle pmi del Made in Italy, incluse le imprese sociali.
“crescerAI” nasce dalla condivisione degli obiettivi strategici e operativi dell’Impresa Sociale e di Google.org. Da una parte, l’Impresa sociale (partecipata al 100% da Acri, l’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di risparmio), che promuove beni e servizi di interesse generale e di utilità sociale e a cui è affidata la responsabilità della gestione operativa del bando, della selezione dei progetti candidati e del relativo monitoraggio. Dall’altra, Google.org, ente filantropico dell’omonima società, che lo scorso maggio ha lanciato il Social Innovation Fund on AI, un nuovo Fondo che intende sostenere le organizzazioni non profit in Europa nello sviluppo di soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale che abbiano un impatto positivo sull’ecosistema imprenditoriale.
Il bando, con un plafond totale di 2,2 milioni di euro, si rivolge a soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro – come per esempio università, istituti e centri di ricerca, e centri di trasferimento tecnologico – che potranno partecipare presentando proposte progettuali entro il 31 gennaio 2024 attraverso il portale Re@dy.
Le aziende possono contribuire alle proposte progettuali attraverso l’apporto di know how specialistico nel campo dell’AI, così da incentivare anche la collaborazione e lo scambio di competenze tra profit e non profit.
I progetti verranno sostenuti in tutte le fasi per creare, promuovere, applicare e scalare soluzioni innovative di AI: sarà possibile includere attività preliminari di ricerca e sviluppo, test e applicazione sperimentale, implementazione e scale-up delle soluzioni proposte, che dovranno essere messe a disposizione delle imprese in modalità open source.
I progetti finalisti verranno valutati anche da un panel di esperti di alto profilo del mondo accademico, istituzionale e produttivo nazionale, formato da Vincenzo Ambriola (Direttore del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa), Raffaella Cagliano (Direttrice del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano), Eleonora Faina (Direttrice Generale di Anitec-Assinform), Mario Nobile (Direttore Generale di AgID) e Agostino Santoni (Vice Presidente di Confindustria con delega al Digitale).
Attenzione ai contesti svantaggiati
L’obiettivo condiviso dall’Impresa sociale e da Google.org è individuare soluzioni applicabili a livello sperimentale e scalabili, capaci di generare un beneficio funzionale alle esigenze del tessuto produttivo di pmi e imprese sociali, con un’attenzione particolare ai contesti svantaggiati del Paese, quali aree a basso reddito o caratterizzate da un alto tasso di vulnerabilità imprenditoriale, nonché in contesti emarginati e caratterizzati da una minore disponibilità di risorse.
La sfida risiede nell’aumentare la consapevolezza e l’accessibilità in merito agli ambiti di applicazione dell’Intelligenza Artificiale e delle opportunità offerte da questa tecnologia trasformativa che, se sviluppata in modo responsabile, può costituire uno strumento a beneficio di tutti: persone, imprese, comunità, ecosistema.
In una situazione di ritardo del Paese su più fronti, il bando “crescerAI” costituisce un’importante opportunità: per gli innovatori, che sono stimolati a creare e sperimentare soluzioni di Intelligenza Artificiale al servizio del settore produttivo, e per le piccole e medie imprese, che potranno beneficiare di vantaggi competitivi concreti grazie all’applicazione di questi nuovi strumenti tecnologici.