LO SCENARIO

Nexi, Bertoluzzo: “Interesse fondi segnale che il valore del titolo è troppo basso”

“Andiamo avanti sull’execution senza impatti”. E su un nuovo accordo con Unicredit l’Ad puntualizza che si farà solo in chiave “win-win”. Risultati in linea col consensus: ricavi a 2,45 miliardi nei 9 mesi, Ebitda a +10,2% a 1,27 miliardi. L’azienda punta a espandere l’ebitda margin e a generare una significativa crescita della generazione di cassa. Siglato un accordo per la vendita a In Groupe del business relativo alle attività di identità digitale nei paesi nordici

Pubblicato il 09 Nov 2023

Paolo Bertoluzzo

Nexi ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con ricavi che sfiorano i 2,5 miliardi di euro, in crescita del +7% sullo stesso periodo del 2022, e con un ebitda salito del 10,2% a 1,3 miliardi, mentre il margine dell’ebitda sui ricavi è migliorato di 149 punti base, al 52%. Il gruppo dei pagamenti ha confermato la guidance sul 2023 dopo aver registrato nel terzo trimestre ricavi in crescita del 5% a 872 milioni e un ebitda salito dell’8% a 496 milioni, sostanzialmente in linea con il consensus.

“La società sta marciando normalmente nell’esecuzione del suo piano e senza impatti dei rumor”, ha commentato il ceo Paolo Bertoluzzo, riferendosi alle voci di mercato che vogliono diversi fondi di private equity internazionali interessati al gruppo dei sistemi di pagamento. Le indiscrezioni sono “un segnale di come ci possano essere investitori altamente qualificati che credono che il prezzo delle nostre azioni sia basso per la qualità degli asset e la loro potenzialità”, ha evidenziato Bertoluzzo in conference call con gli analisti.

I risultati finanziari di Nexi

Nei primi nove mesi dell’anno i ricavi di Nexi si sono attestati a 2.448,8 milioni di euro, in crescita del 7,0% rispetto ai primi nove mesi del 2022, e l’ebitda è stato pari a 1.267,7 milioni, in crescita del 10,2% rispetto all’anno precedente. L’ebitda margin si è attestato al 52%, con un incremento di 149 punti base rispetto ai primi nove mesi del 2022.

In linea con l’evoluzione attesa, nel terzo trimestre del 2023 i ricavi si sono attestati a 871,7 milioni, in crescita del 5,0% rispetto al terzo trimestre del 2022, con un confronto anno su anno più difficile durante il periodo estivo. L’ebitda nel trimestre è stato pari a 495,8 milioni, in aumento dell’8,0% rispetto all’anno precedente, e l’ebitda margin ha raggiunto il 57%, con un incremento di 156 punti base.

Confermata la guidance 2023 

Nexi ha confermato la guidance 2023 con ricavi oltre il 7% di crescita anno su anno; Ebitda oltre il 10% di crescita anno su anno; excess cash generation di almeno 600 milioni; leva finanziaria netta di circa 2.9x l’ebitda (circa 2.6x l’ebitda incl. le run-rate synergies); utile per azione normalizzato di oltre il 10% di crescita a/a.

Nonostante uno scenario macroeconomico che continua a essere incerto, “ci aspettiamo di proseguire a espandere l’ebitda margin e di continuare a generare una significativa crescita della generazione di cassa grazie alla crescita dei ricavi”, ha sottolineato Bertoluzzo. Nexi ha continuato a registrare “una solida crescita a settembre e ottobre in tutte le geografie” registrando “risultati in linea con il nostro piano”.

A febbraio-marzo, con l’approvazione dei conti 2023 e con l’avvicinarsi dell’assemblea degli azionisti, Nexi potrà fornire “un quadro più chiaro” sull’allocazione del capitale in eccesso e su eventuali operazioni di restituzione agli azionisti, ha aggiunto il cfo Bernardo Mingrone.

L’attività digital Id a In Groupe

Nell’ambito della razionalizzazione e della semplificazione del portafoglio annunciata al Capital markets day, Nexi ha siglato un accordo per la vendita del business eId (relativo alle attività di identità digitale) nei paesi nordici a In Groupe – fornitore globale di identità e servizi digitali sicuri – per un corrispettivo massimo di 127,5 milioni di euro, di cui una componente upfront pari a 90 milioni e fino a un massimo di 37,5 milioni sotto forma di earn-out subordinati al raggiungimento di certi obiettivi finanziari. Lo riferisce la societa’ nel comunicato sui risultati finanziari.

Questo business, già riclassificato come “asset held for sale” a partire dal 2023, fornisce soluzioni di identità digitale nei paesi nordici a banche, aziende e al settore pubblico e si prevede che genererà 11 milioni di ebitda run-rate nel 2023. Il closing dell’operazione è previsto entro l’estate del 2024, subordinato a diverse condizioni sospensive, ivi inclusa l’approvazione regolamentare in Danimarca.

Nuovo accordo con Unicredit solo se “win-win”

Intervenendo sulle discussioni in corso con Unicredit, che vorrebbe rivedere i termini dei rapporti di processing con Nexi, Bertoluzzo ha chiarito: “Siamo disponibili ad aiutare Unicredit a raggiungere le sue crescenti ambizioni nei pagamenti”, ma “normalmente se si sigla un nuovo contratto su uno già esistente che è molto solido dev’essere qualcosa che sia considerato win win”.

Unicredit, ha ricordato Bertoluzzo, “è uno dei clienti più grandi del gruppo”, ma il rapporto “è regolato da un contratto a lungo termine che scade nel 2036“, rispetto al quale, ha chiarito il cfo Mingrone, “non sono previste penalità in caso di rottura”, ma neppure “l’opzione di romperlo”.

I rumors sull’interesse dei fondi 

Nei giorni scorsi Nexi ha registrato un balzo a Piazza Affari alla luce di un possibile interesse da parte del fondo Silver Lake. Il fondo Usa avrebbe incaricato Morgan Stanley di assisterlo nell’investimento, avviando contatti con il socio Hellman&Friedman, titolare del 19,9%.

A Nexi sarebbero interessati anche Blackstone e Brookfield, anche se per ora non sono previste offerte imminenti.

Dell’ipotesi che Nexi fosse nel mirino dei fondi si parla da qualche tempo. A metà ottobre era circolata la voce che Cvc Capital Partners stesse iniziando a considerare una potenziale offertaper la società dei pagamenti italiana, operazione però che era apparsa non semplice da portare avanti: la capitalizzazione in Borsa di Nexi è, infatti, di 7,6 miliardi di euro e, nel caso di offerta pubblica d’acquisto (Opa), ai soci andrebbe riconosciuto un premio che aumenterebbe il valore dell’operazione. Ma i fondi avevano iniziato ben prima ad analizzareNexi, il cui titolo è sceso del 24% da inizio anno, e del 38% negli ultimi 12 mesi. Sulla performance, evidenziano gli analisti, pesano sia problematiche di carattere settoriale come lo sgonfiarsi della bolla tech, sia specifiche tematiche societarie come l’alto livello del debito che alla fine del terzo trimestre si attestava a 5,4 miliardi, pari a 3,2 volte l’ebitda.

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