IL DOSSIER RETE

Tim: rating al rialzo per S&P, Moody’s e Fitch. Labriola compra 200mila azioni

Le principali agenzie più che fiduciose sul futuro della telco a seguito del via libera sull’operazione Netco. L’amministratore delegato ci mette la faccia e rafforza il suo impegno

Pubblicato il 11 Nov 2023

Pietro Labriola

S&P, Moody’s e Fitch scommettono sul Tim a seguito del via libera del cda all’operazione Netco alias alla vendita della newco delle reti a Kkr. Nonostante il titolo non abbia subito significative oscillazioni al rialzo in questi giorni mantenendosi sostanzialmente stabile – pesa anche e soprattutto il niet di Vivendi che si prepara per la battaglia legale – per le principali agenzie di rating il piano dell’amministratore delegato Pietro Labriola è quello giusto per garantire un futuro sostenibile e una maggiore competitività all’azienda.

Le valutazioni delle agenzie di rating

In dettaglio, S&P valuta il rialzo del rating di due grandini: “Abbiamo quindi posto tutti i nostri rating su Tim, compreso il nostro rating creditizio a lungo termine ‘B+’, su CreditWatch con implicazioni positive” scrive l’agenzia di rating. Dopo la vendita di Netco “Tim ridurrà le sue dimensioni e la portata delle proprie operazioni, il che peserà sulla nostra valutazione del profilo di rischio aziendale” osserva S&P e “la struttura del capitale che Tim avrà a seguito della transazione probabilmente compenserà la più debole valutazione del profilo di rischio aziendale”. S&P vede possibile il rialzo “fino a due livelli” del rating se l’operazione si concluderà in linea con le aspettative e le previsioni del management nell’estate del 2024.

Sulla stessa linea Moody’s: “Abbiamo posto i rating di Telecom Italia sotto revisione per l’aggiornamento perché, se la cessione di NetCo verrà completata come previsto, la prevista riduzione di 14 miliardi di euro del debito netto porterà ad un significativo miglioramento del profilo finanziario della società, che più che compenserà il deterioramento nel suo profilo di business”, evidenzia Ernesto Bisagno, Vice President Senior Credit Officer di Moody’s e analista capo di Telecom Italia. “Se l’operazione si concludesse come previsto, potremmo migliorare l’azienda di uno o due gradini”.

E Fitch ha posto il rating a lungo termine BB- di Tim in Rating watch positivo. Il rating riflette le aspettative di Fitch di un rischio finanziario significativamente più basso per Tim dopo il completamento della cessione e il rimborso del debito. “Ci aspettiamo che il beneficio della riduzione significativa della leva finanziaria annunciata compensi l’indebolimento del profilo di business di Tim dopo la cessione di NetCo. La combinazione di questi fattori porterà probabilmente a un upgrade a BB+ al momento della risoluzione della Rwp, che avverrà dopo il completamento della cessione e il rimborso anticipato del debito secondo i piani”.

Labriola compra 200mila azioni

Secondo le comunicazioni dell’internal dealing il 9 novembre l’Ad Pietro Labriola ha comprato 200mila azioni al prezzo di 0,2529 euro ciascuna. Nella stessa data ha acquistato azioni anche il direttore finanziario Adrian Calaza Noia: 230mila al prezzo di 0,2541.

Labriola: “Vendita rete non più rinviabile”

E Labriola difende in un colloquio con il Financial Times la scelta del consiglio di amministrazione di procedere con la vendita della rete a Kkr. “Nel passato era più semplice adottare un approccio attendistico” mentre “ora, con i pagamenti per gli interessi che salgono, non è più possibile”, spiega il manager, dopo che Tim ha registrato nel 2023 una spesa per interessi di 1,3 miliardi di euro.

Labriola, che deve fronteggiare l’opposizione del primo azionista Vivendi, spiega di aver esaminato tutte le opzioni prima di vendere la rete: “abbiamo diviso la società e l’abbiamo ricomposta più volte come se fosse un set di Lego per vedere se vi fossero altre strade percorribili ma non ce n’erano”.

Diverse le ipotesi valutate per ridurre il debito, tra cui la vendita del Brasile, “ma non erano percorribili” considerato che “dal Brasile arriva il 30% dei nostri utili”. E anche la strada di tenere la rete e vendere la società dei servizi “non avrebbe risolto il nostro problema del debito”, anche a prescindere dal fatto che per la service company “non ci sarebbe la coda di acquirenti che bussano alla porta”.    Labriola prova a tendere un ramoscello d’ulivo a Vivendi, che nel frattempo ha preannunciato azioni legali contro Tim e la scelta di non passare dall’assemblea: “sediamoci e parliamo”, è l’invito di Labriola, che difende la scelta del cda di procedere senza passare dai soci (“l’oggeto sociale non cambia”). “Questa operazione non è solo finanziaria, ma ci darà finalmente la possibilità di investire sia nella nostra società sia fuori, il che è cruciale nell’attuale trasformazione all’interno del nostro settore”.

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