Aumento della produttività di 2,5 volte, e riduzione di 3 volte degli scarti, di 4 volte del fermo impianti, di 6 volte gli incidenti di cybersecurity e di 3 volte degli incidenti di tema ambiente, salute e sicurezza: sono questi i 5 benefici garantiti dall’accesso in tempo reale a tutte funzioni le aziendali attraverso un sistema informativo integrato.
A metterli in luce è una nuova ricerca di Idc presentata in occasione della tredicesima edizione del NuovamacutLive, evento organizzato da TS Nuovamacut, società del Gruppo TeamSystem.
Soluzioni digitali “sporadiche” per il 53% delle imprese
Semplificare l’intero ciclo dello sviluppo prodotto integrando insieme dati, processi e workflow dei vari dipartimenti aziendali resta ancora un problema irrisolto per la maggior parte del tessuto produttivo del nostro paese. Dalla mappatura di Idc effettuata a gennaio 2023, il 53% delle imprese adotta le soluzioni digitali sporadicamente o in maniera isolata, introducendo la digitalizzazione solo a livello dipartimentale, o di singoli processi, mantenendo di fatto non integrato l’intero ciclo di sviluppo prodotto.
Casi di eccellenza: in Italia sono il 18%, contro il 7% europeo
Solo il 13% delle imprese hanno portato all’interno di tutti i processi aziendali soluzioni tra loro integrate. Un ritardo quello che stiamo assistendo che segna un notevole gap con le colleghe europee che si attestano invece al 30%. Anche se in Italia si digitalizza meno, chi lo fa, adotta modelli estremamente innovativi, nel nostro paese il 18% delle aziende sono casi di eccellenza riconosciuti anche all’estero, contro il 7% dei casi in Europa.
In Italia il focus è su tecnologie di simulazione e virtual twin
La buona notizia è che la ricerca di Idc mostra come esista nelle aziende italiane una solida consapevolezza del fatto che il digitale è motore dell’innovazione. Per il 63% la prima iniziativa da intraprendere, per il momento – e questo non è comune in Europa – è “innovare i processi attraverso tecnologie di simulazione e virtual twin”. Trasformare il modello operativo passa dunque attraverso un ripensamento dei processi mediante il digitale che presenta tra le altre, l’avanzata dell’intelligenza artificiale, una tecnologia ad oggi, divisiva in termini di consenso. Se in Europa chi non la usa sono solo il 14,8% delle imprese, in Italia il dato cresce al 22,7%. Mentre, il 36,4% che l’ha adottata la sta usando per migliorare l’esperienza dei clienti con la creazione di assistenti virtuali, contenuti aziendali e di marketing, come strumento per la traduzione di testi e sviluppo di software.
Portare innovazione all’interno di processi esistenti rappresenta una complessità per le aziende che si trovano davanti ad una offerta sin troppo ampia e non sempre all’altezza delle esigenze di business. Alla domanda qual è il fattore differenziale che spinge un’azienda a scegliere un partner tecnologico, solo per l’8% delle imprese è importante la sua localizzazione geografica, per 13% è rilevante che sia a basso costo mentre per il 55% è fondamentale che abbia le capacità di supportare soluzioni end-to-end.