IL RAPPORTO ASSTEL

Le telco in affanno: per la prima volta saldo di cassa negativo a -3,8 miliardi

Pesa la maxi rata da 4,5 miliardi per le frequenze 5G che si aggiunge all’aumento dei costi, alla contrazione dei ricavi e soprattutto a quella dei margini. Sarmi: “La filiera è strategica per il Paese ma le dinamiche economiche ne stanno minando la sostenibilità. Necessaria una nuova politica industriale e l’abbattimento della burocrazia”

Pubblicato il 14 Nov 2023

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È sempre più emergenza per la sostenibilità delle aziende delle tlc: nel 2022 in Italia il saldo di cassa degli operatori (ovvero la differenza tra ebitda e capex) è per la prima volta negativo e pari a -3,8 miliardi di euro (nel 2010 era 10,5 miliardi), segno che la marginalità del settore, in continuo calo da diversi anni, è sempre più assorbita dagli investimenti sostenuti. Il valore negativo risente soprattutto della maxi-rata di 4,5 miliardi di euro pagati per le frequenze 5G e della riduzione dell’ebitda, frutto di un aumento dei costi e di una continua contrazione dei ricavi. Al netto delle licenze, il valore sarebbe comunque in diminuzione e pari a 0,7 miliardi.

È quanto si legge nel nuovo Rapporto sulla Filiera delle telecomunicazioni in Italia edizione 2023 (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO), presentato da Asstel-Assotelecomunicazioni e le organizzazioni sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil ed elaborato grazie alla collaborazione con gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano. Il Rapporto 2023 ha evidenziato come il 2022 sia stato ancora un anno di crescita per i volumi di traffico dati (+10% per il traffico dati fisso, +31% per quello mobile), ma anche di ulteriore peggioramento dei ricavi del settore, ridottisi a 27,1 miliardi (-0,8 miliardi di euro), il valore più basso di sempre, anche per effetto di un contesto iper-competitivo che ha comportato un ulteriore calo dei prezzi. Complessivamente, dal 2010 al 2022, i ricavi hanno fatto registrare un calo del 35%: il radio-mobile -44%, le comunicazioni fisse -26%.

“Le dinamiche economiche stanno minando la sostenibilità del settore”, ha evidenziato Massimo Sarmi, presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni.

Trasformazione della filiera tlc e delle competenze, introduzione di nuove strategie di business, nuova politica industriale e aggiornamento della regolamentazione di settore (inclusa la semplificazione dei permessi e l’innalzamento dei limiti elettromagnetici) sono i quattro pilastri per lo sviluppo industriale del settore secondo Asstel.

Telco in affanno in Italia, Francia e Germania crescono 

“La filiera delle tlc è strategica in quanto abilita la trasformazione digitale e i processi di innovazione del Paese, grazie alla connettività, alla creazione e allo sviluppo di nuovi servizi digitali ad essa direttamente collegati”, ha affermato ancora Sarmi. “Le imprese tlc attraverso le proprie competenze distintive, di progettazione, costruzione ed esercizio del sistema di reti più articolato del mondo, anche grazie alla diffusa presenza sui territori e alla loro alta professionalità, conoscono le necessità degli utenti e sono in grado di sviluppare nuovi servizi digitali che rispondono alle esigenze di persone, imprese e Pa in tutti i principali settori del sistema economico. Le tlc vedono nel cloud, nella cybersecurity, nei data analytics e nei servizi industriali 5G le principali aree di sviluppo per l’offerta diretta di servizi digitali”. Tuttavia queste evoluzioni sono messe a rischio dalle dinamiche economiche, in cui, tra l’altro, l’Italia si stacca dai maggiori paesi europei.

Il calo delle entrate che si registra in Italia, infatti, è in linea con il declino registrato negli anni precedenti nel nostro Paese, ma in contrasto con la ripresa in Francia (+2%) e Germania (+1%) e in altri mercati Ue. Nel 2022 i nostri Paesi limitrofi hanno registrato trend positivi grazie alla crescita dei ricavi business e alla differenziazione dei canoni delle offerte in funzione del livello di servizio (es. diverse velocità di download/upload nei pacchetti a fronte di un prezzo unico in Italia). I primi sei mesi del 2023, secondo gli ultimi dati Agcom, evidenziano però una ripresa dei ricavi del mercato fisso (+3,4%), mentre per il mercato mobile continua il segno negativo (-3,5%).

I costi operativi delle telco italiane sono in aumento del +1% nel 2022, malgrado i programmi di contenimento attivati, a causa principalmente dell’andamento dell’inflazione e dell’imprevedibile aumento dei costi energetici. Gli investimenti sono pari a 7 miliardi, con un’incidenza del 26% sui ricavi totali degli operatori tlc, percentuale stabile da ormai 3 anni. Ad aggravare ulteriormente le casse degli operatori, ci sono i 4,5 miliardi di euro relativi al pagamento dell’ultima maxi-rata per l’acquisto delle frequenze 5G. Anche in prospettiva, gli investimenti sono destinati a essere rilevanti, per raggiungere gli obiettivi del Decennio digitale europeo.

Nel 2022 continuano a crescere i volumi di traffico dati da rete fissa (+10%) e da rete mobile (+31%). Considerando solo gli ultimi tre anni, il valore del traffico dati mobili è quasi triplicato (+184%) mentre quello fisso è aumentato del 93%.

I dati della filiera delle telecomunicazioni

Gli altri segmenti della filiera delle tlc mostrano quasi tutti dinamiche positive, coerentemente con la trasformazione infrastrutturale in corso. In particolare, i ricavi complessivi degli attori che si occupano di realizzare e gestire le torri per le comunicazioni (per qualunque industry) arrivano a valere 2,2 miliardi di euro, registrando una crescita del 16% rispetto al 2021.

Il mercato complessivo dei fornitori di apparati di rete (comprensivo, quindi, sia dei ricavi generati in Italia sia di quelli all’estero, in qualsiasi settore) registra un valore di 4,3 miliardi di euro ed una crescita del 9%, registrando una crescita più forte di quanto realizzato nel 2021. La crescita si può ricondurre sia all’aumento dei ricavi provenienti da settori diversi dalle tlc (che registrano un +35%) sia ai ricavi dal settore tlc, che crescono del 5% anche grazie ai lavori di infrastrutturazione per il paese promossi dal Pnrr.

La vendita dei terminali in Italia vede una crescita del 2%, sostenuta dall’incremento dei prezzi degli smartphone a fronte di una riduzione dei volumi di vendita. Il valore complessivo del mercato sfiora i 5,6 miliardi di euro nel 2022.

Il mercato degli operatori di customer management rimane stabile e vale circa 2,1 miliardi. La componente legata al settore telecomunicazioni vede però il proprio valore in diminuzione rispetto a quello che accade in molte altre industry. Tale dinamica è stata accentuata anche dalla progressiva uscita di scena di alcuni attori da questo mercato e dall’internalizzazione delle attività da parte di un grande committente.

I quattro pilastri della ripresa secondo Asstel

Per lo sviluppo industriale del settore è fondamentale che le tlc si muovano su quattro pilastri: l’attuazione di nuove strategie di business, come l’ingresso in nuovi mercati digitali (reti private 5G, cloud, cybersecurity, big data&analytics) e la valorizzazione del core business; la trasformazione della filiera in termini di trend tecnologici e di costruzione delle competenze necessarie; la realizzazione di una nuova politica industriale che accompagni le trasformazioni di business e i trend tecnologici in atto; un aggiornamento della regolamentazione di settore per una rapida diffusione delle infrastrutture e dei nuovi servizi.

Per quanto riguarda gli ultimi due punti l’Italia è all’avanguardia, rispetto alle iniziative europee, in materia di semplificazione amministrativa, di cybersicurezza e di tutela dei diritti d’autore. A livello nazionale però sono necessari ulteriori interventi a sostegno della filiera e azioni che favoriscano il completamento di quelli già adottati. In particolare, Asstel ha richiesto da tempo una serie di interventi: l’introduzione di misure per la mitigazione strutturale del costo dell’energia, per rispondere ai forti rincari rispetto ai valori registrati negli anni ante-crisi pandemica; l’introduzione di misure per l’efficienza energetica, come l’accesso ad adeguati sistemi di incentivazione e a strumenti per l’autoproduzione da fonti rinnovabili; una rapida adozione delle misure di adeguamento dei limiti elettromagnetici; una semplificazione delle procedure autorizzative per la realizzazione delle reti, consolidando le semplificazioni già introdotte in un unico testo attraverso il decreto legislativo correttivo del Codice delle comunicazioni rlettroniche; la definizione di strumenti per massimizzare la collaborazione tlc – big tech; l’estensione all’offerta di reti e servizi di telecomunicazioni dei benefici previsti dalle misure del Piano 5.0 così da favorire gli investimenti utili a realizzare una infrastruttura di rete sicura, necessaria a supportare la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese, nella direzione della transizione ecologica indicata dal legislatore.

La trasformazione in atto della filiera tlc richiede, inoltre, l’implementazione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, il rafforzamento e l’ampliamento delle competenze dei lavoratori, il coinvolgimento dei giovani in un’ottica di ricambio generazionale.

La formazione continua dei dipendenti (con programmi strutturali di upskilling e reskilling) e lo sviluppo di cultura e competenze digitali sono le principali sfide per le direzioni Risorse umane delle imprese della filiera. Gli operatori tlc nel 2022 hanno coinvolto in attività di upskilling e reskilling quasi il 97% del totale dei lavoratori, in crescita rispetto al 94% del 2021.  Anche tra gli altri attori della filiera la percentuale di lavoratori coinvolti in attività di formazione è elevata: quasi uno su due.

Il fondo di solidarietà per la filiera tlc

Rispetto a questo quadro Asstel e le organizzazioni sindacali hanno individuato nella definizione del Fondo di solidarietà per la filiera tlc una risposta per accompagnare le azioni di formazione, riqualificazione e riorganizzazione rese necessarie dai processi innovazione tecnologica e di trasformazione. Il Fondo sarà attivo dal 1° gennaio 2024 e, si legge nella nota Asstel, “per consentirne fin da subito e per il primo triennio di attività il pieno perseguimento dei propri obiettivi è necessario un sostegno pubblico economico aggiuntivo al finanziamento da parte di imprese e lavoratori”.

“Sempre nell’ottica di accompagnare l’evoluzione del lavoro nella filiera tlc è necessario rifinanziare il Contratto di espansione e rafforzare il Fondo nuove competenze”, si legge ancora. Asstel conclude: “Guardando poi al ruolo del Ccnl tlc è necessario avviarne una evoluzione – coerente con la trasformazione in atto in tutti i segmenti della filiera – sia del perimetro che del modello, che si concentri su: competenze, produttività e nuovi modelli di organizzazione del lavoro”.

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