IL REPORT MEDIOBANCA

La mappa delle telco mondiali, Europa in ripresa ma non l’Italia

Verizon al top della classifica, nel Vecchio Continente al vertice Deutsche Telekom. Nel nostro Paese registrato il maggior ridimensionamento del mercato. Fastweb la telco con l’ebit margin più elevato. Grazie all’operazione Netco Tim si allineerà alle best practice europee

Pubblicato il 16 Nov 2023

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È l’americana Verizon la telco più “potente” al mondo con 128,3 miliardi di ricavi, al secondo posto la cinese China Mobile con 127,4 miliardi e al terzo si piazza la tedesca Deutsche Telekom con 114,2 miliardi di cui i due terzi generati negli Usa dalla controllata T-Mobile. È quanto emerge dall’indagine annuale sui maggiori Gruppi mondiali e italiani nel settore delle telecomunicazioni realizzata dall’Area Studi Mediobanca, che analizza i dati dei primi sei mesi 2023 e del quinquennio 2018-2022 delle 32 maggiori telco internazionali con ricavi superiori ai nove miliardi di euro, di cui 13 hanno sede in area Emea, 12 in Asia & Pacifico e le rimanenti 7 in America.

La classifica europea

Riguardo alla classifica europea nel primo semestre 2023 Deutsche Telekom domina la classifica con 55 miliardi (-0,9% sul primo semestre 2022), seguita da Vodafone (22 miliardi, -2% sul 2022), Orange (21,5 miliardi; +1,2%), Telefònica (20,2 miliardi +3,7%), BT Group (10,3 miliardi; +2,4%), Altice (€8 miliardi; +0,9% su base pro-forma) e Tim (7,8 miliardi +3,8%). Nella classifica mondiale Tim si piazza 20esima, superata dall’indiana Bharti Airtel, “ma scenderebbe in 22esima posizione con ricavi stimati in 13,5 miliardi escludendo le attività di NetCo, la società destinata a ricevere la rete fissa e i servizi wholesale dell’incumbent italiano – si legge nel report -. Grazie alla cessione di NetCo, è stimata per Tim una riduzione dei debiti finanziari di €14,2mld, con abbattimento della leva finanziaria al di sotto del 100%. Tale assetto consentirebbe di allineare l’incumbent italiano alle best practices europee, rimuovendo i vincoli che ne limitano il potenziale di crescita, sia in termini di operazioni non organiche che di sviluppi strategici che richiedono ingenti investimenti”.

Il mercato italiano al quinto posto per ricavi

Nel 2022 il settore europeo delle telco è in “timido miglioramento” evidenzia Mediobanca, ma non in Italia. Il primo mercato è quello tedesco con ricavi per 59,1 miliardi (+1,3% sul 2021), seguito da Francia (36,7 miliardi; +1,8%), Regno Unito (36 miliardi, al netto della vendita di device i cui importi non sono disponibili; +2,7%), e Spagna (30 miliardi; +0,6%). Il nostro Paese occupa la 5ª posizione con 26,9 miliardi in contrazione del 3,3% sul 2021 e del 13,8% nel quinquennio, “in entrambi i casi il più ampio ridimensionamento nel Vecchio Continente”.

In Italia la più marcata contrazione dei prezzi

Estendendo il confronto al 2010, in Italia il giro d’affari del settore è diminuito di circa 15 miliardi (- 3,7% medio annuo), con la rete mobile in maggior affanno (-5,1%) rispetto alla fissa (-2,4%). “Tali dinamiche sono influenzate da numerose variabili. Tra queste, gli effetti regolamentari, con le tariffe di terminazione mobile in costante riduzione (passate in Italia da 0,76 centesimi nel 2020, a 0,67 nel 2021, 0,55 nel 2022 e 0,4 nel 2023) e le pressioni competitive che in Italia hanno causato la più marcata contrazione dei prezzi dei servizi telefonici (-17,6%) rispetto al -3,2% medio europeo nel quinquennio 2018-2022”.

Ma se nel biennio 2022-2023 l’inflazione ha raggiunto quasi ovunque i propri picchi, “in Italia le tariffe telefoniche sono rimaste pressoché stabili, pur non mancando tentativi di introduzione di meccanismi di adeguamento al carovita dei canoni mensili, con riferimento soprattutto ai nuovi contratti”.  E anche nel 2022, segnala il report, è proseguita la strategia, da parte degli operatori mobili virtuali  e dei second brand dei player infrastrutturati, di incrementare i volumi dati inclusi nelle proprie offerte a parità di tariffa o, in taluni casi, di lanciare promozioni a prezzi ulteriormente ridotti. “Queste ultime considerazioni giustificano il calo dei ricavi in un contesto di continuo rialzo del volume di traffico e di recupero del roaming correlato alla ripresa del turismo internazionale”.

I ricavi delle telco in Italia

Nel primo semestre 2023 i ricavi domestici dei principali operatori italiani sono risultati stazionari (-0,1%), con il comparto mobile che ha proseguito nel trend calante (-3,9%), mentre la telefonia fissa ha segnato un andamento positivo (+3%). La contrazione del fatturato rimane concentrata nelle divisioni mobili dei primi tre operatori: Tim (-6,4%), Wind Tre (-6,1%) e Vodafone (-5,7%), con una diminuzione cumulata di 286 milioni. Continua la crescita di Iliad Italia (+12,2% sul primo semestre 2022), con la controllata dell’operatore transalpino che dal gennaio 2022 ha ampliato la propria offerta alla telefonia fissa. In rialzo anche PosteMobile (+4,5%) e Fastweb (+4,3%). “Dal confronto tra i conti aggregati degli 11 principali operatori italiani (player con una soglia minima di fatturato di 60 milioni e rappresentanti il 95,5% del mercato complessivo rilevato da Agcom) e dei big player con sede nell’Emea, emerge una redditività inferiore dei primi, con graduale allargamento del divario nel quinquennio 2018-2022. Per i principali gruppi italiani il calo del giro d’affari e il rialzo dei costi hanno portato a un ebit margin dell’1,2% nel 2022 (dal 14,5% nel 2018), rispetto al 14,3% segnato dalle big dell’Emea (13,4% nel 2018). Anche la redditività del capitale investito descrive un percorso analogo, con il ROI aggregato delle telco italiane in discesa dal 6,2% del 2018 allo 0,5% nel 2022 (rispetto al 6,9% dell’Emea nel 2022), risultando costantemente inferiore, nell’ultimo quinquennio, al costo del capitale, stimato al 7,6% nel 2022”.

Considerando che livelli di Roi inferiori al costo del capitale per un periodo di tempo prolungato possono disincentivare gli operatori infrastrutturati a pianificare nuovi investimenti – evidenzia Mediobanca – “appare più che mai necessario sfruttare i significativi benefici offerti dalla piena operatività dell’EU Recovery Fund che ha destinato al settore italiano delle telecomunicazioni 49,8 miliardi rivolti all’informatizzazione del Paese, alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e allo sviluppo di reti ultra broadband, 5G e satellitari”.

I principali operatori in Italia

Il mercato italiano delle telecomunicazioni è tra i più frammentati e competitivi del Vecchio Continente. A fine 2022 nel nostro Paese operavano 5 player infrastrutturati e 20 operatori virtuali nel comparto mobile, mentre sono numerosi i soggetti attivi nella rete fissa, con l’aggiunta di nuovi attori quali Iliad, Sky Italia, Virgin Fibra e, da ultimo, Enel Fibra. Sempre in Italia, l’unione tra Tiscali e le attività retail di Linkem (ora Tessellis) nell’agosto 2022 rappresenta un primo segnale di consolidamento del settore, anche se ancora non paragonabile a quanto osservabile a livello europeo. “La necessità di raggiungere dimensioni di scala per affrontare investimenti infrastrutturali di lungo periodo, unita a una redditività non sempre adeguata, sta effettivamente ridefinendo i contorni del settore. Basti pensare al mercato spagnolo e a quello inglese, nel primo caso con l’annunciata integrazione tra Orange Spain e Masmovil (il secondo e il quarto operatore mobile) e con Vodafone che nell’ottobre 2023 ha annunciato la cessione delle proprie attività nel Paese iberico, operazione che fa seguito all’annunciata integrazione delle proprie attività nel Regno Unito con quelle di Three UK (controllata da CK Hutchison Tel.).

Nel 2022 Tim (attività italiane) è prima per fatturato (11,9 miliardi; -5,2% sul 2021) davanti a Vodafone (4,8 miliardi; -4,3%), Wind Tre (4,2 miliardi; -5,6%) e Fastweb (2,5 miliardi; +3,7%), con Iliad in 5° posizione (900 milioni; +15,9%). Nel quinquennio 2018-2022 Fastweb è l’unica a crescere (+17,4%), mentre le Big 3 segnano contrazioni attorno al 20%, con le maggiori difficoltà concentrate nel segmento consumer.

“In uno scenario di generale ridimensionamento dei margini, Fastweb è l’operatore con l’ebit margin più elevato nel 2022 (9,2%), mentre il peggioramento per Vodafone, Wind Tre e Tim risente della più ampia contrazione dei ricavi rispetto al contenimento dei costi. Tali risultati sono influenzati dallo scenario competitivo con riflessi sulla customer base e sui livelli di Arpu entrambi in diminuzione”.

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