IL REPORT

Reti private 5G, il 2024 anno di svolta per l’Italia? I-Com: “Serve un piano Transizione 5.0”

L’Italia indietro rispetto a Germania e Francia. Un ruolo importante è giocato dagli incentivi per la transizione digitale ma non ce ne sono per le reti e secondo l’Istituto per la competitività ciò costituisce un grave deficit. E le politiche di sostegno alla domanda dovrebbero anzitutto concentrarsi sulle piccole e medie aziende

Pubblicato il 20 Nov 2023

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Il 2024 può essere l’anno delle reti private 5G: la tecnologia è matura, i benefici sono chiari, già quest’anno abbiamo visto le prime realizzazioni pratiche. La combinazione di questi fattori può portare a una rapida crescita della diffusione di questa applicazione della nuova generazione di connessioni, che ricordiamolo sono fattore abilitante dell’intelligenza artificiale e di altre tecnologie decisive per la trasformazione digitale”: è quanto sostiene Stefano da Empoli, presidente di I-Com. L’Istituto per la competitività ha presentato lo studio “I modelli di business del 5G: come incrociare domanda e offerta” (SCARICA QUI IL REPORT) nell’ambito di Futur#Lab, il progetto promosso da I-Com e WindTre, in collaborazione con Join Group e con la partnership di Ericsson e Inwit.

Il piano Transizione 5.0

“Il Governo – evidenzia il presidente – può dare un impulso decisivo all’accelerazione attraverso un piano “Transizione 5.0” che dovrebbe includere tra le spese agevolate anche quelle relative alla connettività, colpevolmente esclusa dai precedenti provvedimenti”. Secondo I-Com un ruolo importante nell’avvicinare le imprese verso le nuove tecnologie è infatti giocato dagli incentivi per la transizione digitale. “Tuttavia, tra quelle oggetto di incentivazione e sostegno non rientrano le infrastrutture di rete abilitanti le telecomunicazioni e ciò costituisce un grave deficit, poiché sussiste una significativa interconnessione tra macchinari industriali e reti”. L’Istituto per la competitività accende inoltre i riflettori sulle politiche di sostegno alla domanda che “dovrebbero anzitutto concentrarsi sulle piccole e medie aziende che non sono in grado di attivare progetti complessi e che tuttavia verrebbero avviate sulla strada della digitalizzazione”. In Italia – ricorda I-Com le microimprese sono circa 4 milioni, rappresentando quasi il 95% delle aziende attive sul territorio e più del 26% del valore aggiunto realizzato.

Riflettori sulle reti indoor: ruolo chiave del Das

Secondo I-Com nell’ottica del miglioramento della copertura e delle performance delle reti 5G, e vista la crescente richiesta di connettività mobile, con requisiti di pervasività ed elevate prestazioni “appare necessario lo sviluppo di coperture indoor dedicate. Si tratta dei cosiddetti Das (Distributed Antenna System), che migliorano la ricezione del segnale degli operatori mobili in aree particolarmente dense e affollate o dove il segnale non risulta sufficiente ad assicurare una ricezione ottimale (ospedali, musei, centri commerciali, stadi ecc.)”. “Le coperture Das sono realizzate in ottica multi-operatore e consentono di migliorare il servizio mobile per tutti i clienti mobili presenti nell’area, ma possono essere utili anche per lo sviluppo delle reti private che possono sfruttare la stessa infrastruttura di copertura, utilizzando le frequenze dedicate, ma anche quelle pubbliche, con evidenti vantaggi di ottimizzazione dei costi e degli impatti visivi”.

Gli use case private network 5G in Italia

Nel citare gli ultimi dati dello European 5G Observatory (settembre 2023) ammontano a 94 le implementazioni di reti private mobili aziendali in 21 Stati Membri UE con una maggiore concentrazione in Germania (20) e in Francia (13), mentre in Italia risultano attive solo quattro reti di questo tipo. Dal punto di vista settoriale, dall’analisi emerge una netta prevalenza dell’industria, che conta 50 casi, mentre al secondo posto si trova il comparto dei trasporti con 20.

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