Vivendi abbassa i toni e valuta opzioni alternative al ricorso legale sulla vendita di Netco a Kkr. Il presidente Yannick Bolloré in un’intervista a Les Echos ha evidenziato che “in questa fase non abbiamo avviato alcun procedimento e stiamo ancora valutando le nostre diverse opzioni”.
Nell’annunciare che la media company “continuerà a rafforzare la propria posizione a livello internazionale” ricorda che la partecipazione in Tim è stata riclassifica come finanziaria. “La sfida per noi, come azionisti, è sia che Tim si sviluppi, sia cercare di massimizzare il valore della nostra partecipazione”.
Avanti sulla costituzione della newco della rete
Intanto si va avanti sull’operazione Netco: a breve la costituzione del ramo d’azienda della rete, alias di Netco, con l’attribuzione di un organico superiore alle 20mila unità. E sulla questione occupazionale è atteso domani l’incontro tra il direttore delle risorse umane, Paolo Chiriotti, e il coordinamento nazionale dei sindacati di Tim.
Intermonte: “A Vivendi conviene supportare l’operazione Netco”
“I dubbi di Vivendi sulla necessità di procedere con un’azione legale ci inducono a pensare che ci siano ancora margini per trovare un accordo, senza mettere in discussione la cessione di Netco a Kkr-Mef. Se questa lettura dovesse essere confermata, ci aspettiamo una reazione positiva del titolo, penalizzato nelle scorse settimane dai timori di un’azione legale di Vivendi che potrebbe far fallire l’intera operazione”, commenta Intermonte. “Quanto al dialogo con i francesi, la strada da percorrere è ancora lunga se Vivendi ha effettivamente interesse a valorizzare la quota almeno a 50 centesimi ad azione per un controvalore di circa 1,8 miliardi rispetto ai 900 milioni ai prezzi correnti di mercato. Se la strategia di Vivendi fosse quella di uscire in tempi brevi ad un prezzo circa il doppio rispetto alle valutazioni di mercato, per assurdo sarebbe nell’interesse stesso di Vivendi supportare l’operazione Netco: ciò potrebbe infatti determinare un significativo recupero del titolo nel breve termine e contribuirebbe a ridurre il bid-ask spread rispetto agli attuali prezzi di mercato, consentendo a Vivendi di trovare più facilmente compratori potenziali per la sua posizione. Se invece la strategia di Vivendi resta quella di contrastare la cessione di NetCo contribuendo a far fallire l’operazione senza avere controproposte credibili per abbattere strutturalmente il debito di Tim nel breve termine, l’alternativa che si prospetta è quella di un aumento di capitale iperdilutivo per Tim che aggiungerebbe significativa pressione al titolo, allontanando l’opportunità di una exit a prezzi decisamente superiori a quelli di mercato”.
Moody’s: “Operazione Neto migliorerà i bilanci ma aumenterà la volatilità degli utili”
“Prevediamo un miglioramento della qualità del credito di Telecom Italia (B1 sotto osservazione per un upgrade) a seguito della prevista cessione degli asset di rete fissa (Netco) a un enterprise value di 22 miliardi di euro al netto del leasing”: è quanto mette nero su bianco Moody’s un report sulla separazione della rete di Tim. “L’operazione migliorerà i bilanci ma aumenterà anche la volatilità dei utili”. Infatti ci sarà una riduzione del debito di oltre 14 miliardi di euro, pari a circa il 60% del debito netto dichiarato. Il miglioramento della performance operativa sarà favorito anche dal miglioramento degli indicatori di performance chiave nel segmento consumer, dalla forte crescita del business enterprise e dalla costante crescita dei ricavi in Brasile. “Prevediamo un calo della redditività perché Tim deconsoliderà Netco e pagherà costi aggiuntivi per accedere alla rete in futuro. Ciò è parzialmente compensato da una riduzione della spesa in conto capitale, dato il consistente programma di investimenti di Netco”.