La scelta di Roma di subordinare al superamento di una procedura di project financing il diritto a realizzare una specifica rete 5G in città è “sostanzialmente conforme al quadro normativo euro-unitario e nazionale applicabile”. Lo ha stabilito il Tar del Lazio in una sentenza con la quale ha respinto un ricorso proposto da Vodafone Italia, la quale, pur non avendo partecipato alla procedura di gara per il progetto denominato #Roma5G, contestava la decisione di ricorrere allo strumento del project financing e gli atti di gara per la realizzazione del progetto proposto da Boldyn Networks Italia.
Roma5G, per il Tar la procedura è conforme
Il Tar, dopo aver chiarito il quadro normativo di riferimento, si è interessato a verificare se la procedura di project financing sia conforme o meno al modello di “concorrenza nel mercato” previsto dal Codice; e tutto ciò, senza trascurare il fatto che la rete 5G in questione si compone di una parte “soprasuolo” e di una parte “sottosuolo”.
Per quel che riguarda la parte “soprasuolo”, i giudici hanno rilevato che “gli atti impugnati non contrastano affatto con il modello di ‘concorrenza nel mercato’ prefigurato dal Codice delle comunicazioni elettroniche“; e questo anche perché “nessuno degli atti impugnati prevede che la rete 5G ‘soprasuolo’ di Bni sia ex se ostativa all’installazione di ulteriori reti o infrastrutture ‘soprasuolo’ di Vodafone o di altri Mno”.
Quanto alla parte “sottosuolo” (in sostanza, quella delle Linee A e B della Metropolitana), secondo il Tar “la lex specialis non esclude affatto la possibilità che la rete sottosuolo di Bni coesista in futuro con altre reti sottosuolo, beninteso laddove lo spazio fisico del sottosuolo consenta materialmente questa coesistenza. Il che appare perfettamente compatibile con i tratti tipici di ogni sistema di ‘concorrenza nel mercato’, il quale sconta sempre il limite dell’eventuale ‘scarsità’ delle risorse”.
Giustificato il ricorso al project financing
Come ultimo punto, occorreva stabilire non solo se Roma Capitale abbia condotto un’istruttoria diretta a verificare gli attuali livelli di qualità del servizio a banda larga del sottosuolo di Roma, ma anche se l’esito di tale istruttoria sia stato nel senso dell’adeguatezza di tali livelli. Il Tar ha ritenuto che “in base agli atti di causa quest’istruttoria sia stata svolta e sia sfociata in un giudizio di inadeguatezza ed insoddisfacenza della rete presente sia nel sottosuolo che nel soprasuolo del territorio del comune di Roma”; e “l’odierna ricorrente non è riuscita a sovvertire tale valutazione tecnica”. Tutto questo “giustifica e legittima, ad avviso del Collegio, la scelta di Roma Capitale di ricorrere ad un sistema di ‘concorrenza per il mercato’ come per l’appunto quello predisposto con la procedura di project financing impugnata”.
5G, le telco e il “caso” Roma
Lo scorso agosto il Comune di Roma ha aggiudicato la gara 5G da 97,7 milioni a Boldyn Networks, società canadese capitanata in Italia dall’ex Ad di Tim Brasil Luca Luciani, con quello che allora era apparso un blitz in piena regola, considerato che l’Antitrust aveva già sollevato profili di irregolarità e considerato il ricorso al Tar del Lazio già presentato da Cellnex, Tim, Vodafone, WindTre e Iliad.
Il 14 luglio si era anche tenuto un incontro in Campidoglio con gli Ad delle telco che hanno sollevato questioni di profilo tecnico evidenziano anche perplessità sulla modalità della concessione in esclusiva.
Il Tar del Lazio aveva già rigettato la procedura d’urgenza per bloccare il partenariato pubblico-privato per la realizzazione, la gestione e la manutenzione di infrastrutture 5G e il Wi-Fi nel territorio comunale di Roma Capitale aggiudicato all’Rti Boldyn Networks Italia , con riferimento ai ricorsi ricorso proposti da Telecom Italia, Iliad Italia, Cellnex Italia, Wind Tre e Vodafone Italia.
Ora la nuova sentenza con cui il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato da Vodafone, che il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha definito “una notizia importante e positiva per Roma perché ci consente di partire immediatamente con la realizzazione di un’infrastruttura tecnologica all’avanguardia in grado di rendere la città più digitale, più sicura e più sostenibile”.