L'INTERVENTO

Open Fiber, Gola: “Copertura Ftth in aumento. Ora accelerare sull’utilizzo”

L’Italia ha quasi raggiunto la media UE per disponibilità di infrastrutture interamente in fibra ottica, che aumenterà ulteriormente con il Piano Italia 1 Giga. Il nostro Paese rimane però indietro sul fronte dell’adozione: solo un utente su 4 naviga su reti Ftth. Per completare la digitalizzazione serve un piano di migrazione della rete in rame a quelle ad altissima velocità. L’Ad dell’operatore wholesale only a Telco per l’Italia il 12 dicembre

Pubblicato il 05 Dic 2023

Giuseppe Gola

Amministratore delegato Open Fiber

giuseppe gola open fiber

Il settore delle Tlc gioca un ruolo sempre più importante nella trasformazione della società e dei processi produttivi, in particolare grazie alla fibra ottica Ftth che agisce da abilitatore della digitalizzazione a 360 gradi, garantendo una connessione ultraveloce e stabile per la fruizione di tutti i servizi di ultima generazione.

Non è un caso che l’Unione Europea, con il piano Digital Compass, abbia fissato al 2030 l’obiettivo di connettività Gigabit per tutti i cittadini del continente. Obiettivo che il governo italiano ha deciso di anticipare al 2026 con il Piano Italia 1 Giga, che consentirà all’Italia, insieme al Piano Bul in via di completamento e ai piani di sviluppo degli operatori privati nelle città, di porsi come leader nel processo di digitalizzazione dell’Europa dopo un lungo periodo di bassi di investimenti.

La corsa dell’Italia sull’Ftth

In pochi anni, partendo da una situazione difficile, il nostro Paese ha saputo risalire la china, passando dal 22% di copertura in reti Fttp del 2018 al 54% attuale, avvicinandosi alla media europea del 56%. È stato fatto un lavoro importante, cui Open Fiber, che è il principale operatore Ftth in Italia e uno dei leader in Europa, ha offerto un grande contributo. L’ostacolo principale per l’Italia nel raggiungimento della piena digitalizzazione oggi non è costituito dalla carenza di infrastruttura, quanto dal suo basso utilizzo. Se osserviamo infatti i dati relativi all’adozione delle reti in fibra Ftth, notiamo che mentre in Italia solo un utente su 4 naviga su reti interamente in fibra ottica, altri Paesi europei altrettanto grandi ed importanti come Spagna (84%) o Francia (68%) hanno numeri ben diversi e ottengono così un vantaggio competitivo.

Il rischio della lunga vita del rame

Mantenendo l’attuale tasso di adozione, c’è il serio rischio che l’Italia continui ancora per diversi anni ad utilizzare reti in rame o miste fibra/rame in un mondo in cui l’utilizzo di una rete Ftth diventa una necessità e non più un’opzione. Come può il nostro Paese anticipare, e non subire, questo processo? Definendo un piano di spegnimento della rete in rame (switch-off) progressivo, in un’ottica di lungo periodo, che interessi le zone via via coperte integralmente dalla fibra ottica. Penso, ad esempio, a Milano che, anche grazie alla rete Ftth di Open Fiber, è una delle città più cablate d’Europa. Il piano di migrazione, coordinato da soggetti pubblici, consentirebbe all’Italia di non rimanere indietro sul fronte dei servizi digitali innovativi rispetto ai Paesi europei più avanti nel take-up e di fornire un orizzonte certo di ritorno sugli investimenti, che non sono adeguatamente sostenuti dall’attuale velocità di adozione delle reti in fibra ottica.

Giuseppe Gola a Telco per l’Italia

L’Amministratore delegato di Open Fiber è fra i protagonisti di Telco per l’Italia il 12 dicembre. Per l’agenda e la registrazione cliccare qui

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