Il Consiglio dell’Ue dà il via libera al Gigabit infrastructure Act (scarica qui il documento), adottando la sua posizione comune sulla proposta della Commissione per una legge sulle infrastrutture gigabit (Gia) che sostituirà la direttiva 2014 sulla riduzione dei costi della banda larga (Bcrd).
Il Gigabit act è un atto legislativo essenziale per raggiungere gli obiettivi di connettività dell’Europa come stabilito nella bussola digitale dell’Ue per questo decennio, il cosiddetto “programma politico del decennio digitale“, adottato dai colegislatori l’anno scorso, e per implementare le reti di comunicazione elettronica di prossima generazione nell’Ue, si legge nella nota del Consiglio. Ridurrà i costi di implementazione e accelererà i roll-out.
“Con questa decisione, abbiamo compiuto un passo importante per accelerare l’implementazione dell’infrastruttura a banda larga ad alta velocità in tutta l’Ue”, ha affermato María González Veracruz, segretario di Stato spagnolo per le telecomunicazioni e le infrastrutture digitali. “Saremo in grado di rispondere efficacemente al crescente bisogno dei nostri cittadini e delle nostre imprese di accedere a reti con una capacità molto più elevata”.
Gigabit act, gli emendamenti del Consiglio
Le posizioni comuni del Consiglio mantengono la spinta generale della proposta della Commissione. Tuttavia, sulla base di numerose richieste degli Stati membri, il Consiglio ha modificato i seguenti aspetti:
- la nozione di “silenzio-assenso” è stata cancellata;
- è stata inclusa l’eccezione di un periodo transitorio per i comuni più piccoli;
- i fattori nel calcolo delle condizioni eque di accesso sono stati chiariti;
- è stato anche chiarito che non solo la fibra può essere utilizzata per raggiungere una capacità molto elevata;
- sono stati inclusi nel testo alcuni schemi di carve-out per le infrastrutture nazionali critiche.
Meno costi e burocrazia per le reti
La proposta della Commissione per il Gigabit act mira a ridurre i costi inutilmente elevati della realizzazione dell’infrastruttura di comunicazione elettronica, parzialmente causati dalle procedure di concessione dei permessi prima della diffusione o dell’aggiornamento delle reti. Queste procedure sono ancora complesse, a volte lunghe e diverse tra gli Stati membri.
La proposta mira inoltre ad accelerare la diffusione delle reti, a fornire certezza del diritto e trasparenza a tutti gli attori economici coinvolti e a prevedere processi di pianificazione e diffusione più efficienti per gli operatori delle reti pubbliche di comunicazione elettronica.
La proposta affronta anche l’implementazione e l’accesso alle infrastrutture fisiche interne agli edifici. Si prevede che faciliti le applicazioni transfrontaliere e consenta alle parti interessate, agli operatori di comunicazioni elettroniche, ai produttori di apparecchiature o alle società di ingegneria civile di ottenere migliori economie di scala.
Autonomia agli Stati membri
A settembre il testo era già stato approvato dalla commissione Industria ed energia (Itre) del Parlamento Ue, con una serie di emendamenti.
Il testo della posizione del Consiglio garantisce nel complesso che gli Stati membri abbiano un’ampia autonomia nell’emanazione di norme più dettagliate e possano approfondire diversi elementi importanti di questo nuovo regolamento che stabilisce un’armonizzazione minima sulle misure volte a ridurre il costo delle reti di comunicazione elettronica gigabit.
A seguito dell’adozione del mandato negoziale del Consiglio, la presidenza spagnola avvierà colloqui con il Parlamento europeo (“triloghi”). L’intenzione è di far avanzare il più possibile i negoziati fino alla fine dell’anno.