Secondo l’indagine annuale sui maggiori gruppi mondiali e italiani nel settore delle telecomunicazioni realizzata dall’Area Studi Mediobanca, Fastweb è la telco con l’ebit margin più elevato. Il merito è di trimestrali puntualmente al rialzo da dieci anni a questa parte.
“Siamo l’unica telco italiana che cresce ed è profittevole: dal 2017 al 2022 l’incremento è stato del 17%. Si tratta senz’altro di una bella soddisfazione, ma guardando avanti non possiamo non notare che il settore in cui operiamo è in difficoltà”, ha detto Walter Renna, amministratore delegato di Fastweb, prendendo parte all’edizione di fine anno di Telco per l’Italia, di scena oggi a Roma. “Il mercato perde valore, circa il 14%, ed è sempre più difficile competere a causa del sovraffollamento di brand, circa 20 nel solo segmento consumer”, ha continuato Renna, parlando di una dinamica che continua a far contrarre i prezzi. “Basti pensare che in Italia i servizi mobile hanno il prezzo più basso dell’intero mondo occidentale. E se consideriamo che il fisso perde utenze, in quanto va inevitabilmente in concorrenza con una connettività mobile di alta qualità, la situazione non potrà che peggiorare”.
Verso la creazione di un ecosistema per un’AI italiana
Ecco perché Fastweb ha deciso di puntare con decisione sull’intelligenza artificiale. Il gruppo ha annunciato proprio ieri l’acquisizione di un supercomputer, un sistema costituito da 31 Nvidia Dgx H100 che sarà installato presso uno dei data center ubicato in Lombardia. Basato sull’architettura Nnvidia Dgx SuperPod ed equipaggiato con 248 Nvdia H100 Tensor Core GPUs, il sistema punta a diventare operativo entro la prima metà del 2024. “Si tratta di una rande opportunità non solo per Fastweb, ma credo per l’intero settore delle Tlc: l’intelligenza artificiale è una rivoluzione paragonabile a quella di Internet, in quanto cambia le dinamiche aziendali e le abitudini dei consumatori, senza contare che nei prossimi anni si tradurrà in un mercato del valore di 2 miliardi di dollari”, ha spiegato Renna
“C’è però un problema. Attualmente i modelli fondativi sono tutti americani, e per sfruttare le soluzioni di AI generativa è necessario spostare i dati all’interno di vere e proprie blackbox, sistemi le cui tecniche di addestramento sono sostanzialmente sconosciute e basate su una cultura e un linguaggio non nostro. Tutto ciò solleva temi rilevanti di robustezza, di sicurezza e anche, lo ribadisco, di natura culturale per aziende come la nostra. Ecco perché”, ha continuato Renna, “abbiamo deciso di dotarci direttamente di un supercomputer, col quale intendiamo costruire un’infrastruttura strategica e dare vita a un ‘ChatGpt italiano‘ su cui sviluppare innovazione per organizzazioni di settori critici, come quello della finanza, della pubblica amministrazione e della difesa, settori strategici. Puntiamo quindi a un’offerta trusted by design, con infrastruttura e modelli realizzati sul suolo italiano”. Renna ha poi precisato che il progetto richiederà almeno sei mesi di sviluppo ed è aperto a chiunque voglia collaborare. “Penso si debba creare un ecosistema in cui aziende, telco, università e startup possano lavorare insieme a una tecnologia fondamentale per lo sviluppo del paese”.
La linea strategica per la crescita
Oltre al progetto di AI appena avviato, Fastweb continuerà a sviluppare le attività fondando le operazioni su quelli che Renna definisce gli elementi fondamentali del gruppo. “Il primo è costituito dalle nostre persone, che lavorano con un’ambizione che va oltre il profitto: vogliamo contribuire allo sviluppo della società, e questo ci ispira a lavorare sulle infrastrutture migliorando costantemente l’innovazione e la qualità del servizio sui tre mercati che serviamo. Se il Consumer non è crescita, il B2b e il Whole sale costituiscono opportunità di crescita interessanti. Su questi presupposti innesteremo servizi ad alto valore: nel mondo enterprise abbiamo già cominciato con l’offerta di cloud e cybersecurity, puntando con decisione sul cloud edge per essere sempre più vicini al cliente e sviluppare app in grado di sfruttare la bassa latenza”.