Si chiama Technology Strategy 2030 il documento che raccoglie la vision del decennio di Nokia: un piano che segna l’inizio dell’era Internet of Value, ma che è anche il frutto di importanti e approfondite analisi. Ne ha parlato a Telco per l’Italia, edizione di fine anno, l’ad di Nokia Italia Stefano Grieco, chiarendo che lo studio prende le mosse dalla modellizzazione dei concetti di mondo umano e digitale per arrivare all’analisi dei macrotrend economici, degli impatti sociali e ambientali delle tecnologie, della sicurezza e della privacy dei dati, per arrivare poi ad indagare lo scenario di un’innovazione che non è più solo performance, ma anche efficienza energetica o ricerca di nuovi materiali. E ancora, fiber sensing. O analisi dei servizi, con una crescita dati prevista fra il 22 e il 25%, incrementabile sino al 32%”.
“In tutto questo – puntualizza Grieco – abbiamo identificato 5 tecnologie di base: il metaverso (industriale), il cloud inteso come multicloud e architettura distribuita, il Web 3.0, l’AI e ML e infine il Fiber sensing. La somma del tutto si riassume nella rete Future X, nuova architettura per il 5G più distribuita, automatizzata, a bassa latenza e ultra sicura“.
Infrastruttura a banda larga il comune denominatore
Ma quali sono le tecnologie che possono contribuire ad una maggiore diffusione della connettività e quali i potenziali ostacoli? Secondo Grieco, l’evoluzione della rete “deve essere diffusa, capillare e sicura. Se noi rispettassimo la roadmap al 2026 avremmo un aumento dell’1,5% del Pil; con l’AI del 2,7%; con il metaverso industriale anche di più. Alla base di questo processo di sviluppo ci sono 3 punti cardine: connettività, metaverso industriale, AI, che in comune hanno l’infrastruttura a banda larga, fissa o mobile“.
Europa, tutti gli Stati devono spingere per l’innovazione
E l’Europa, a che livello è? “Secondo un report Ue – fa notare Grieco -, per raggiungere gli obiettivi di connettività al 2030 mancano all’appello 174 miliardi di euro. Questo è un primo dato da tenere presente. In ambito Authority e regolamentazione, è tempo di andare oltre: le regole sono obsolete e frammentate. Meglio sarebbe armonizzazione le regole fra Stati sul fronte R&D. Ma non solo. l’Europa deve riprendere la leadership in alcuni settori: dall’AI ai chip, e su questo tutti gli Stati devono remare nella stessa direzione. Lo stesso dicasi per l’utilizzo delle reti: dopo averle implementate, bisogna riempirle. Per molti servizi oggi basta Lte, non serve 5G. Ecco allora che tutto l’ecosistema deve spingere verso nuovi servizi innovativi digitali, per riempire le pipe del 5G e aumentare il take up”.