Il 3 e 4 giugno, in Esoc, Darmstadt (Germania) la comunità scientifica festeggia l’anniversario del decimo anno della sonda europea Mars Express. La due giorni si è aperta con una conferenza stampa in cui è stata diffusa l’ultima e più completa mappa mineralogica di Marte che sintetizza le ultime scoperte sulla storia dell’acqua sul Pianeta rosso e che funzionerà come strumento di supporto per la scelta dei luoghi di atterraggio della futura missione Exomars. Domani, 4 giugno, i festeggiamenti cederanno il passo a un Meeting scientifico a porte chiuse del Team di Mars Express.
“Mars Express ha cambiato la nostra conoscenza dell’evoluzione di Marte nel corso delle ere” racconta Roberto Orosei, Inaf-Iaps, Deputy Principal Investigator del radar Marsis. “Questa missione ha fornito la prima evidenza incontrovertibile dell’esistenza di minerali che si formano solo in presenza di acqua liquida e ha rivelato per la prima volta un gas, il metano, che sulla Terra è prodotto soprattutto dall’attività biologica. Abbiamo scrutato nel sottosuolo, misurando la quantità di ghiaccio presente nelle calotte polari, ed osservato l’erosione dell’atmosfera da parte del vento solare, un processo che ha contribuito a trasformare il pianeta da un luogo dove esistevano laghi e fiumi all’arido e gelido deserto di oggi. Misurata in termini di articoli pubblicati ogni anno, la produttività scientifica della missione non accenna a diminuire. Ci auguriamo quindi che Mars Express possa continuare ancora a lungo a darci nuovi dati e farci meravigliare di nuove scoperte.”
Mars Express è una ‘Flexible Mission’ del programma scientifico New Horizon dell’Esa. È stata lanciata il 2 giugno 2003 con un lanciatore Soyuz/Fregat da Baikonour ed ha impiegato circa sei mesi a raggiungere Marte. Il momento dell’inserzione in orbita marziana è avvenuto il 25 dicembre 2003, seguito da un periodo di diversi mesi di lavoro prima dell’inizio della fase operativa. Gli obiettivi della missione perseguiti in questi 10 anni di attività sono la caratterizzazione mineralogica della superficie, lo studio dell’atmosfera e delle sue interazioni con il vento solare, la mappatura fotografica ad alta risoluzione del pianeta e infine lo studio della composizione della superficie e dello strato sottostante per la ricerca di acqua o ghiaccio.
“La missione Mars Express fu proposta nell’ambito di una riunione dell’Imewg-International Mars Exploration Working Group nel 1996 come missione flessibile Esa che avrebbe recuperato la possibilità di far operare alcuni degli strumenti europei che erano andati persi con il fallimento della missione russa Mars ’96 e dare la possibilità di imbarcare degli strumenti innovativi come il radar sounder MARSIS” dice Enrico Flamini, Chief Scientist dell’Asi e membro dell’Imewg. “Ricordo che noi italiani, tra i padri fondatori dell’Imewg, approvammo immediatamente quest’idea. Poi fu inserita nel programma Horizon 2000. E’ stata realizzata e lanciata in soli sei anni e con un successo totale degli esperimenti, a parte il fallimento della sonda Beagle, una fine purtroppo prevedibile per come era stata condotta la realizzazione. Credo che come Asi dobbiamo essere molto soddisfatti di aver contribuito in modo sostanziale alla nascita, realizzazione e ai risultati scientifici di una missione che è già una pietra miliare dell’esplorazione presente e futura di Marte”.
Dei sette strumenti imbarcati su Mars Express, l’Italia, tramite l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), ha fornito due strumenti a Principal Investigator (PI) nazionale: lo spettrometro di Fourier PFS per lo studio dell’atmosfera (PI Prof. Vittorio Formisano, INAF) e il radar subsuperficiale MARSIS (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding), realizzato con il contributo della NASA/JPL (PI Prof. Giovanni Picardi, Università “La Sapienza”). Il contributo italiano alla missione include anche lo spettrometro ad immagini VNIR per lo strumento OMEGA; il sensore di atomi neutri per l’esperimento ASPERA, e la partecipazione all’analisi scientifica dei dati della telecamera stereo HRSC.