MADE IN ITALY

Cybersecurity, via al microchip targato Tim. Urso: “Simbolo di sovranità tecnologica”

Svelato il nuovo microprocessore crittografico totalmente progettato in Italia da Telsy per mettere in sicurezza dispositivi mobili, infrastrutture cloud, sensori IoT e sistemi di difesa. Labriola: “Finalmente torniamo a parlare di industria e innovazione, lavoriamo per avere servizi all’avanguardia”

Pubblicato il 14 Dic 2023

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Per la cybersicurezza dei dispositivi connessi nelle infrastrutture nazionali – pubbliche e aziendali, anche strategiche – arriva il primo chip tutto italiano, realizzato da Tim con Telsy e salutato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso come “simbolo della sovranità tecnologica che vogliamo perseguire anche per tutelarci dai nuovi rischi e per contrastare il cybercrime”.

Il primo microprocessore crittografico (secure microchip) lanciato da Tim è progettato interamente in Italia ed è “in grado di elevare la sicurezza in diversi ambiti tecnologici, dai dispositivi mobili alle smart city, dalle infrastrutture cloud all’Internet of things (IoT) ai sistemi di difesa”, si legge nella nota dell’azienda.

Il progetto è stato presentato oggi alla presenza del ministro Urso e di Federico Eichberg, Capo di Gabinetto del ministero delle Imprese e del Made in Italy insieme a Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim, Eugenio Santagata, Chief public affairs and Security officer di Tim e amministratore delegato di Telsy, e Elio Schiavo, Chief enterprise and innovative solutions officer di Tim.

Con questo progetto “finalmente torniamo a parlare di industria e innovazione”, ha affermato Labriola. “La digitalizzazione del sistema Paese non passa solo tramite la costruzione di infrastrutture in fibra, ma passa tramite lo sviluppo di una serie di servizi per il segmento delle famiglie e per le imprese. Lavoriamo per avere servizi all’avanguardia”, ha concluso Labriola.

Tim, chip Made in Italy per la sicurezza crypto e cyber

“Siamo qui oggi a dimostrazione di quanto è importante oggi lavorare insieme sugli asset strategici del Paese”, ha affermato Urso. “Questo microchip è stato progettato in Italia ed è il primo microchip tutto italiano che governa tutti gli aspetti”. Urso ha anche ricordato che l‘attuale amministrazione “è impegnata sul fronte della digitalizzazione dei servizi e dei settori produttivi come dimostra l’utilizzo delle risorse del Pnrr”.

Ideato da un gruppo di ingegneri italiani di Telsy – azienda del gruppo Tim focalizzata sulla sicurezza crypto e cyber che opera nell’ambito di Tim Enterprise – questo chip rappresenta un nuovo strumento per rafforzare l’autonomia e la sovranità tecnologica nel quadro delle strategie di cybersicurezza nazionali ed europee.

La soluzione, integrabile in diversi scenari, soddisfa i più avanzati standard di ‘security by design’ e garantisce la piena affidabilità delle comunicazioni crittografate. Il nuovo microchip è un ‘atomo di sicurezza’ (root of trust) tutto italiano che permette di mettere in sicurezza tutti quei sistemi informatici o di comunicazione che trattano informazioni sensibili o confidenziali. Il microprocessore è prodotto da una filiera interamente europea, in collaborazione con importanti aziende del settore.

Il microchip per la cybersicurezza “ha le dimensioni tipiche di un elemento di microelettronica” e “può essere inserito a monte o successivamente per governare la sicurezza di qualunque sistema operativo”, ha indicato l’Ad di Telsy, Santagata. “Questo microchip verrà applicato in tutto ciò che fa funzionare qualcosa e avrà come espressione esterna il digitale ma dietro avrà un cervello di sicurezza. Ringrazio il team di lavoro perché ha dimostrato come il cuore pulsante dell’Italia sia fatto dalla capacità di fare sacrifici”.

Applicazioni nell’IoT, nell’industria e nelle pmi

Il microprocessore è stato pensato per essere utilizzato in diversi ambiti, civile, militare, industriale e nella protezione di infrastrutture critiche come, ad esempio, binari ferroviari, reti elettriche, idriche e dighe. A questi si aggiungono poi i contesti sempre più diffusi di Internet of things, a partire dalle smart city con la protezione dei dati di sensori o telecamere in aree urbane ed extraurbane. Nel settore industriale, il Secure microchip tutela l’intero ciclo produttivo attraverso l’integrazione di un sofisticato sistema crittografico con le più avanzate funzionalità di cybersecurity, garantendo la sicurezza del dialogo tra apparati (machine to machine).

In particolare, il microprocessore rappresenterà una risposta concreta anche alle esigenze di sicurezza delle piccole e medie imprese e per tutti quei soggetti che, a breve, dovranno dotarsi di sistemi più solidi o adeguarsi agli stringenti requisiti di cybersicurezza contenuti nel Cyber resilience act e nelle Direttive Ue Nis2 e Cer.

Nell’ambito dei sistemi di autenticazione, il microprocessore può generare token di crittografia per accedere in totale sicurezza dai dispositivi mobili e da Pc ai dati ed ai servizi in cloud, come le applicazioni di business o di pubblica utilità per il cittadino. Il Secure microchip può essere integrato nei server, nel caso in cui i servizi e l’infrastruttura informatica si trovino in un contesto di cloud privato. Tra i casi d’uso, i servizi della pubblica amministrazione come l’identità digitale o i sistemi finanziari e di home banking.

Con questo progetto il gruppo Tim mette a disposizione soluzioni tecnologiche innovative per la cybersicurezza. È un importante passo per la promozione internazionale del ‘made in Italy’ nell’ambito dell’industria strategica dei semiconduttori, in linea con le scelte che l’Italia e l’Unione europea stanno mettendo in campo per rafforzare l’ecosistema industriale continentale, conclude la nota dell’azienda.

Sparkle, prorogato il termine per la presentazione dell’offerta vincolante

Intanto il Consiglio di Amministrazione di Tim ha ricevuto un aggiornamento sullo stato di avanzamento dell’operazione di cessione di Sparkle ed è stato deliberato all’unanimità di prorogare a fine gennaio 2024 il termine concesso a Optics Bidco, società controllata da Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (“Kkr”), per completare le attività di due diligence e formulare un’offerta finale.
Nel corso della riunione il Consiglio ha anche svolto una discussione preliminare sull’ipotesi di presentazione da parte del Consiglio stesso di una lista di candidati al nuovo baord. A questo proposito il presidente Rossi, si legge in una nota Tim,  ha comunicato di non intendere presentare una propria candidatura, ritenendo che la sua esperienza di oltre quattro anni in Tim debba avviarsi naturalmente a conclusione con la scadenza del mandato.

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