Il traffico dati sulle reti mobili continuerà a crescere nei prossimi anni, spinto in modo particolare dallo sviluppo del traffico dei contenuti video. Questo emerge dal quarto Ericsson Mobility Report presentato presso il campus che la società svedese ha a Kista, nei pressi di Stoccolma. Come ha spiegato Mikael Back, global head of strategy development e product management, il traffico video sulle reti mobili sta crescendo del 60% all’anno e assieme al sempre maggiore uso della connettività mobile “sollecita differenti criteri di loyalty verso gli operatori e sostiene l’aggiornamento delle attuali reti mobili”.
Il report prevede che, a livello globale, gli abbonati mobili dotati di smartphone passeranno da 1,2 miliardi del 2012 a 4,5 miliardi per la fine del 2018. Nello stesso periodo il traffico su reti mobili aumenterà di ben 12 volte. Per il 2018 il traffico generato dai video sarà pari alla metà del totale. Le reti mobili andranno incontro alle nuove esigenze. “Entro il 2018 i servizi Lte saranno disponibili per il 60% della popolazione mondiale, pur restando comunque significativo in molte aree geografiche l’uso di versioni avanzate delle attuali tecnologie Wcdma/Hsdpa”.
Ericsson guarda oggi con grande interesse allo sviluppo delle infrastrutture Lte, in particolare l’area Nord americana dove è in atto la sostituzione delle tecnologie Cdma. Nell’Europa occidentale l’evoluzione appare più lenta: Lte andrà a rimpiazzare Gsm il cui declino comincerà a livello mondiale già nel corso del prossimo anno. A livello mondiale gli abbonamenti a larga banda sono cresciuti nel primo trimestre del 45% su base annua, raggiungendo quota 1,7 miliardi. L’Lte, che ha toccato i 100 milioni di sottoscrizioni nel primo trimestre di quest’anno, raggiungerà – secondo le previsioni di Ericsson – i due miliardi nel 2018, quando la copertura della popolazione mondiale avrà raggiunto il 60% contro l’attuale 10%.
La disponibilità di banda e la qualità della stessa diventano fattori strategici nell’offerta dei servizi man mano che gli utenti iniziano a usare app e servizi che si avvantaggiano di disponibilità di banda dell’ordine dei Mbps come Netflix, Spotify e altri. Secondo Anna Mauer, director mobile broadband, sarà sempre più importante in futuro valutare la copertura applicativa come oggi si valuta quella della banda di rete: “Oggi la banda non è appropriata alle applicazioni, è fortemente asimmetrica e in generale comporta una cattiva esperienza utente che usa specifiche applicazioni”.
Alcuni dei problemi sarebbero già oggi risolvibili attraverso la “carrier aggregation” ossia con l’uso contemporaneo di servizi differenti di più operatori, con le tecniche Tdd/Fdd sperimentate in Cina e Giappone o ancora aumentando le bande di frequenza dedicate a Lte. Questo almeno in attesa che diventi concreta l’alternativa del 5G, alla cui standardizzazione Ericsson sta collaborando. Atteso per il 2020, 5G si presenta – secondo Mauer – come sistema d’integrazione per le vecchie e le nuove tecnologie radio, compreso il Wi-fi: “Offrirà più grandi capacità nelle connessioni machine-to-machine tra sensori o tra veicoli, nella copertura di aree difficili attraverso le capacità relay tra dispositivi. Saranno inoltre possibili applicazioni ad alta densità e affidabilità”