Nessuna revisione, fino al 2031, in Italia e Spagna per l’utilizzo delle frequenze 470-694 MHz (banda UHF sub-700), attribuita in via esclusiva al broadcasting: è questa la decisione presa dalla World Radio Conference dell’Itu che si è appena conclusa a Dubai.
Largo a Dvb-T2 e 5G Broadcast
In esito alle negoziazioni, spiega in una nota Confindustria Radio Tv, rimane l’attribuzione primaria al solo broadcasting: “Non è stata modificata la tabella di attribuzione della banda sub-700- sottolinea Crtv – si tratta di una grande vittoria del broadcasting radiotelevisivo europeo e italiano, che potrà adesso contare su certezza di risorse frequenziali per investire in innovazione, anche attraverso l’implementazione del Dvb-T2/Hevc e del 5G broadcast”.
Le aree geografiche interessate dai cambiamenti
Più nel dettaglio, il nuovo Radio Regolamento scaturito dalla Wrc-23 prevede che solo i Paesi Arabi del Medio Oriente e l’Egitto potranno utilizzare, a partire dal 2025, la banda 614-694 MHz per i servizi Imt, la piattaforma standard per le comunicazioni a banda ultralarga, con attribuzione primaria, ma con limitazioni per proteggere i servizi broadcast esistenti e futuri dei Paesi confinanti.
“No change” per Italia e Spagna
Quanto ai Paesi Europei, potranno usare la banda 470-694 MHz con una attribuzione secondaria, come richiesto dalla European Common Proposal della Cept e dalla Decisione UE: per Italia e Spagna, spiega Crtv, la situazione è di “No-change” con broadcasting primario senza alcun riferimento ad altre attribuzioni.
Il nuovo “tagliando” nel 2031
Dal summit è emersa inoltre la prospettiva che la situazione verrà riesaminata alla riunione della World Radio Conference in programma nel 2031, ma limitatamente alla banda 600, quindi tra i 614 e i 694 MHz.
Il ruolo del Mimit
“Un grande ringraziamento alla squadra del Ministero delle Imprese e del Made in Italy presieduta dalla dottoressa Eva Spina – conclude la nota di Confindustria Radio-Tv – La loro dedizione e autorevolezza hanno permesso di raggiungere questo grande risultato a tutela delle imprese italiane del broadcasting e di tutto l’indotto. Confindustria Radio Televisioni ha seguito questo dossier fin dagli esordi, affiancando e coordinando le posizioni dei propri associati e collegandosi a tutte le iniziative a tutela del broadcasting”.