IL CASO

Banda ultralarga, Tim ritira l’offerta di coinvestimento. Tutto nelle mani di Agcom

La telco comunica di non essere in grado di fare fronte alle richieste e stralcia la proposta. Passa all’Autorità il compito di definire il quadro di regole per disciplinare l’accesso alle reti fisse per i prossimi cinque anni

Pubblicato il 27 Dic 2023

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Tim ha formalmente comunicato all’Agcom, in data 15 dicembre, l’impossibilità di accogliere le richieste formulate dall’Autorità relative alla rimodulazione dell’offerta di coinvestimento wholesale per le reti ad alta velocità. Lo rende noto l’Autorità nel comunicare, inoltre, che la telco ha evidenziato che rimuoverà l’offerta di coinvestimento dai siti wholesale di Tim e FiberCop.

Il dossier nelle mani di Agcom

Passa dunque all’Autorità il compito di determinare il trattamento normativo relativamente ai servizi di accesso passivo alla rete secondaria di FiberCop che sarà esaminato nell’ambito dell’analisi coordinata dei mercati dell’accesso, in corso di finalizzazione, che definirà il quadro di regole dirette a disciplinare l’accesso alle reti fisse di Tim/FiberCop per i prossimi cinque anni, tra cui anche quelle relative al servizio di accesso alla rete secondaria (semi-Gpon). Nelle more della conclusione della nuova analisi di mercato – fa sapere l’Autorità – Tim è tenuta comunque a concedere l’accesso alla propria rete a condizioni non discriminatorie ai sensi della regolamentazione vigente.

Tenuto conto della vicenda, Agcom nella riunione di Consiglio del 20 dicembre 2023, a maggioranza, con il voto contrario della commissaria Elisa Giomi, non ha approvato dunque la proposta di impegni notificata da Tim ai sensi degli articoli 87 e 90 del Codice delle comunicazioni elettroniche (articoli 76 e 79 del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche) relativa al coinvestimento per la realizzazione di nuove reti ad altissima capacità Vhcn.

La vicenda dal 2021 a oggi

“Il procedimento era iniziato su richiesta di Tim nel mese di gennaio 2021 e si era dipanato attraverso una serie di interlocuzioni formali con la società”, spiega l’Autorità in una nota puntualizzando che il 9 febbraio 2023, erano state comunicate a Tim le conclusioni preliminari, “rappresentando in particolare l’impossibilità di poter considerare il meccanismo di inflazione proposto pienamente compatibile con le previsioni dell’articolo 87 in quanto, per come strutturato, non garantiva ai coinvestitori una concorrenza efficace e sostenibile nel lungo termine. È stata pertanto evidenziata la necessità di integrare l’offerta, attraverso specifiche richieste di modifica, al fine di garantirne la piena conformità alle disposizioni del Codice delle comunicazioni elettroniche”. Tim non ha provveduto a trasmettere la nuova ed aggiornata versione dell’offerta di coinvestimento come richiesto da Agcom. Di qui la decisione, da parte dell’Autorità, di inviare il 6 dicembre alla società una nuova richiesta per sottoporre una nuova versione dell’offerta che tenesse conto di quanto indicato nelle valutazioni preliminari, precisando che il mancato riscontro sarebbe stato considerato come definitiva volontà di Tim di non volere portare avanti il procedimento.

In risposta a tale invito, il 15 dicembre 2023, Tim ha formalmente comunicato l’impossibilità di accogliere le richieste formulate dall’Autorità, evidenziando inoltre che avrebbe provveduto a rimuovere l’offerta di coinvestimento dai siti wholesale di Tim  e FiberCop per assicurare a tutto il mercato la doverosa trasparenza.

“Alla luce di quanto da ultimo rappresentato da Tim, restando confermate le valutazioni operate nelle conclusioni preliminari del 9 febbraio 2023, l’offerta di coinvestimento di Tim (nella sua versione contenente la previsione di un meccanismo di indicizzazione dei prezzi) ed i relativi Impegni non sono stati approvati, in quanto non soddisfano le condizioni indicate al comma 2 dell’articolo 87 del Codice”.

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