IL DOCUMENTO

Huawei, Ken Hu: “Abbiamo superato la tempesta, pronti a tornare in pista”

Il colosso cinese prevede di chiudere il 2023 con una crescita del 9% dei ricavi e per il 2024 stima una ripresa trainata dal business dei dispositivi su cui si concentrerà l’espansione. La Germania si spacca sul piano che prevede la messa al bando delle apparecchiature 5G: il ministro del Digitale e delle Infrastrutture, Volker Wissing, contrario al veto

Pubblicato il 29 Dic 2023

Ken Hu @ MBBF

Huawei dovrebbe chiudere il 2023 con un fatturato superiore ai 700 miliardi di yuan (98,5 miliardi di dollari), vale a dire registrando una crescita dei ricavi di circa il 9% su base annua rispetto ai 642,3 miliardi di yuan generati nel 2022. Il dato è stato fornito dal presidente in carica Ken Hu all’interno di un promemoria aziendale visionato da Reuters.

Il rilancio dell’offerta dedicata ai dispositivi

Se confermata, la previsione rappresenta un’ulteriore prova del fatto che Huawei sta rispondendo efficacemente alle sanzioni statunitensi comminate a partire dal 2019, che, limitando l’accesso a tecnologie critiche come i chip avanzati, avevano paralizzato alcune delle sue linee di business.

“Grazie ai nostri partner lungo tutta la catena del valore per essere stati al nostro fianco nella buona e nella cattiva sorte. E vorrei anche ringraziare tutti i membri del team Huawei per aver abbracciato la lotta, per non essersi mai arresi”, avrebbe scritto Hu nel documento interno. “Dopo anni di duro lavoro, siamo riusciti a superare la tempesta. E ora siamo di nuovo in pista“.

Nel messaggio inviato al personale, Hu ha affermato che il segmento di business dei dispositivi di Huawei, che include il settore degli smartphone, ha registrato risultati migliori del previsto nel 2023. In agosto, con una mossa sorprendente, Huawei ha lanciato la serie di smartphone Mate 60, che si ritiene sia alimentata da un chipset sviluppato in patria. Il lancio è stato considerato da molti come il ritorno di Huawei nel mercato degli smartphone di fascia alta dopo anni di difficoltà proprio a causa delle sanzioni statunitensi.

Secondo Counterpoint, a ottobre le spedizioni di smartphone di Huawei sono aumentate dell’83% rispetto all’anno precedente, aiutando il mercato cinese complessivo degli smartphone a crescere dell’11% nello stesso periodo. Il presidente di Huawei ha dichiarato nella lettera che il settore dei dispositivi sarà una delle principali linee di business su cui l’azienda si concentrerà per l’espansione nel corso del 2024.

“Il nostro business dei dispositivi deve raddoppiare il suo impegno nello sviluppo dei migliori prodotti della categoria e nella costruzione di un marchio di fascia alta con un tocco umano”, si legge nella lettera, dove il top manager riconosce anche che l’azienda dovrà affrontare sfide significative. “Le incertezze geopolitiche ed economiche abbondano, mentre le restrizioni tecnologiche e le barriere commerciali continuano ad avere un impatto sul mercato globale”, ha sottolineato Hu. Per affrontare queste sfide, riporta sempre Reuters, Huawei si concentrerà sul rafforzamento dell’efficienza delle sue operazioni commerciali. Ciò include iniziative per “snellire la sede centrale, semplificare la gestione e garantire una politica coerente, apportando al contempo modifiche laddove necessario”.

5G, in Germania è scontro sulla dismissione delle tecnologie Zte e Huawei

Una delle criticità che Huawei potrebbe dover affrontare è la possibile messa al bando dalla rete 5G tedeschi dei suoi componenti. Ma in Germania la partita è ancora aperta: il ministro del Digitale e delle Infrastrutture, Volker Wissing, è contrario al veto proposto dalla collega dell’Interno, Nancy Faeser.

Secondo il quotidiano “Handelsblatt”, per Wissing non ci sussistono prove a sfavore della sicurezza della tecnologia fornita dai colossi cinesi, a partire da Zte e per l’appunto da Huawei. D’altra parte, il ministero dell’Interno ha redatto un documento in cui elenca i rischi per la sicurezza derivanti dall’utilizzo di componenti critiche di Huawei e Zte nelle reti pubbliche 5G gestite dalle compagnie Deutsche Telekom, Vodafone e Telefónica sul territorio tedesco. Ecco perché il dossier, che è stato inviato agli uffici, di Wissing spinge a “un divieto totale” di queste strumentazioni. Ma il ministro del Digitale ha spiegato che nel testo compaiono solo elementi riconducibili a fonti governative. “Il sentito dire non mi basta per assumere una decisione di tale importanza”, ha detto Wissing, sottolineando che “dobbiamo esaminare e valutare la questione nel governo federale con la necessaria serietà, questo è quello che stiamo facendo”.

Il ministero del Digitale e dei Trasporti teme più che altro che un ban rallenti ulteriormente lo sviluppo dell’infrastruttura per la connettività di ultima generazione in Germania. Il ministero dell’Interno spinge invece Deutsche Telekom, Vodafone e Telefónica a disinstallare i componenti critici provenienti dalla Cina dalla rete principale entro la fine del 2025. Entro il 2026, le aziende dovrebbero impegnarsi a ridurre al 25% la quota dei componenti di produzione cinese nella rete di accesso.

Il governo tedesco, nel complesso sembra spaccato sulla questione: a sostenere la linea dura di Faeser contro Huawei e Zte ci sono i ministeri degli Esteri e dell’Economia e Protezione del clima. Secondo “Handelsblatt”, la Cancelleria condivide nella sostanza l’allarme lanciato dal documento del ministero dell’Interno secondo cui, dati gli “estesi accertamenti” finora effettuati, è “urgentemente necessario” agire per vietare l’installazione dei componenti cinesi nel 5G della Germania e rimuovere quelli già montati dalla stessa infrastruttura.

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