Primi in Europa e tra i primi al mondo. Telecom Italia ottiene con tempi record la certificazione Mef per il livello di Carrier Ethernet 2.0. TI è membro del Metro Ethernet Forum dal 2001, anno della fondazione dell’ente non profit, e ha seguito con gli ingegneri del suo TI-Lab i lavori, contribuendo alla definizione dei nuovi standard.
Ad aprile scorso, dopo aver superato più di 600 test condotti da Iometrix su incarico del Mef, Telecom ha la certificazione di livello 2.0. Ma quali sono i vantaggi della certificazione Mef? “Innanzitutto la certificazione ci permette di aggiornare il nostro servizio Gea con configurazioni di servizio, parametri di classi di qualità e livelli di service level agreement e service level specification al pari con quelli definiti dallo standard CE 2.0”, spiega Alessandro Talotta, numero uno di Telecom Italia National Wholesale.
In concreto che vuol dire?
Ci consente di evitare lunghe negoziazioni tecniche al momento dell’interconnessione con reti Ethernet di altri operatori, dato che la certificazione stessa renderà evidenti i parametri di qualità, di Sla e configurazione del servizio.
Non è la prima volta che ottenete una certificazione Mef.
No. La prima l’abbiamo ottenuta tre anni fa. È una lunga storia perché collaboriamo con il Mef dall’inizio. Il consorzio racchiude centinaia tra operatori internazionali, società non solo di Tlc ma anche di costruzioni di apparati, di gestione di segmenti fondamentali delle reti mondiali.
Carrier Ethernet è una tecnologia relativamente giovane che assume crescente importanza. Vale anche per voi?
Certamente. Siamo cresciuti del 33% su questo servizio Gea e contiamo di crescere con cifra a tre zeri nel prossimo anno. Stiamo implementando una progressiva migrazione su Carrier Ethernet anche perché ha una valenza molto importante per le aziende e per i carrier internazionali. Quando la tecnologia Ethernet, nata quarant’anni fa, è cresciuta ed è uscita fuori dalle mura dell’azienda, dove era presente con la forma della rete locale Lan, è apparso chiaro che si tratta di un servizio usato sulle reti di tutto il mondo per efficienza e scalabilità. Offriva opportunità uniche che gli attori del mercato si sono sbrigati a sfruttare.
Quali sono i vantaggi in prospettiva per Telecom?
Carrier Ethernet ci sta portando dove abbiamo fissato i nostri obiettivi: la gestione della qualità sui video. Se dovessimo fare una classifica su ciò che sarà importante nella rete del futuro, su ciò che la “riempirà”, siamo convinti che sarà il video ad avere un ruolo preponderante. Sia professionale sia consumer. È su quello che ci dobbiamo specializzare.
Cosa comporta in termini di evoluzione del servizio?
La qualità da raggiungere. Siamo alla ricerca di qualità “end to end”. Non basta sviluppare banda e investire nella rete, ma bisogna anche ripercorrere tutta la propria catena per ricostruire un determinato livello di qualità del servizio. Nei continui investimenti che facciamo dobbiamo mirare proprio a questo, oltre a semplificare fortemente, in modo che ci siano il numero minore di strati da gestire.
La tecnologia che promette di più è Carrier Ethernet?
Per dare un’idea di quanto questi servizi stiano crescendo: secondo gli analisti il volume dei servizi Carrier Ethernet nel 2012 ha superato la somma di tutti i servizi tradizionali legacy e nel 2015 toccherà il valore di 48 miliardi di dollari. Il mercato italiano, che valeva circa 600 milioni di dollari nel 2010, raggiungerà gli 1,1 miliardi nel 2018.
Quali potranno essere secondo lei le prossime tappe della certificazione della rete Carrier Ethernet oltre alle specifiche di qualità del servizio e interoperabilità? Cosa riserva in futuro il Mef?
Penso che il prossimo grande traguardo sarà quello della sicurezza, un settore dove Telecom Italia sta già investendo e che in futuro rappresenterà una sfida per tutti gli operatori del settore. Un settore nel quale arriviamo con ottime credenziali.
TELECOM ITALIA
Talotta: “Ethernet, la sfida è la qualità video”
Il numero uno di Telecom Italia National Wholesale: “Non basta investire sulla rete; serve
anche migliorare i livelli di servizio”
Pubblicato il 06 Giu 2013
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