“Il governo sia parte attiva, più di quanto ha qui dichiarato, nella definizione di un piano di razionalizzazione di Selex Es che non sia solo una riduzione quantitativa fatta con l’accetta ma che sia il cuore di una politica industriale per l’Italia”. Lo ha chiesto questa mattina alla Camera dei Deputati Dario Nardella (Pd), primo firmatario dell’interpellanza urgente sul futuro di Selex Es, replicando alla risposta del vice ministro Carlo Calenda: “Vigileremo con estrema attenzione sul rispetto degli impegni presi dal Ministro Zanonato su innovazione tecnologica, Ricerca e Sviluppo, sulla tenuta occupazionale”.
Nell’intervento Nardella ha ricordato anche la grave esclusione della Selex Galileo di Campi Bisenzio (Firenze) dal bando di gara indetto dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) per la realizzazione del satellite ottico Opsis; la sospensione in itinere del programma Tetra e l’incertezza che grava sulla sua realizzazione, le pesanti ricadute sociali del nuovo piano di razionalizzazione, la necessita’ di pesanti investimenti in innovazione.
“Consideriamo non sufficiente un volume di investimenti pari a 200 milioni l’anno per un’azienda che fattura quasi 4 miliardi di euro ogni anno. Chiediamo di non giocare in difesa ma di rilanciare il ruolo internazionale di questa azienda strategica che si sviluppa su tutto il territorio nazionale. Il Governo, per parte sua, dia certezze definitive su progetti di assoluta rilevanza come il Programma Tetra – ha proseguito il parlamentare Pd – che rischia di essere un nuovo ponte sullo Stretto, un progetto deciso e mai compiuto”.
“Il piano di riorganizzazione di Selex Es – ha ricordato Nardella nella sua nota – prevede 1.938 esuberi in Italia e la chiusura di 22 stabilimenti su 48 complessivi, tra cui i siti fiorentini di Via Barsanti e Via Petrocchi a Firenze oltre ai due siti pisani. A Milano chiudono via Palmanova e Garbagnate con relativo trasferimento a Nerviano. A Genova chiudono le sedi di Fiumara, Ancifap e via Negrone per trasferirsi nei siti di via Hermada e via Puccini. In ultimo a Roma e nel Lazio chiudono via Laurentina 750, Mellini, Pomezia Castelli Romani e via Bona con trasferimenti previsti verso via Tiburtina 760, l’altro sito pometino e Cisterna Latina”.
Nel firmare l’interpellanza presentata oggi al governo Elisa Simoni, membro toscano del Partito Democratico in Commissione Lavoro, chiede di “rivedere piano di ristrutturazione: investimenti minimi a fronte di un altissimo costo sociale”.
“Con gli altri colleghi firmatari lavoreremo congiuntamente per seguire la vicenda, interessando le diverse commissione coivolte: attività produttive, lavoro, finanze, difesa e interni – annuncia Simoni – I 1.938 esuberi previsti su tutto il territorio italiano, con eventuali pesanti ripercussioni anche sulla Toscana, rappresentano un costo sociale enorme a fronte dei risibili investimenti per la ristrutturazione messi in campo finora dalla Selex. Il Ministero deve fare uno sforzo per garantire che le scelte dell’azienda vadano nella direzione di un vero rilancio produttivo dei settori ritenuti strategici per l’intero Paese, unica strada per la salvaguardia del patrimonio industriale e per la tenuta occupazionale”.
Il 3 giugno le Regioni interessate da stabilimenti Selex hanno incontrato l’Ad del gruppo, Fabrizio Giulianini, chiedendo ai vertici della società di Finmeccanica di valorizzare le competenze dei terriotori. Al summit erano presenti l’assessore alle Attività produttive della Regione Toscana Gianfranco Simoncini, l’assessore al lavoro della Regione Lazio Lucia Valente, l’assessore al lavoro della Regione Liguria Renzo Guccinelli e rappresentanti delle Regioni Lombardia e Campania.
“L’amministratore delegato di Selex – ha detto l’assessore Simoncini al termine dell’incontro – ci ha presentato le ragioni che hanno portato all’unificazione delle tre società, gli obiettivi di innalzamento della competitività che Selex si propone ed i lineamenti del piano industriale, informandoci che nei prossimi giorni sono previsti incontri di merito sul piano con i sindacati”.
Simoncini, a nome delle Regioni, ha sottolineato l’obbiettivo comune, che è quello di “dare maggiore forza, competitività e capacità di penetrazione sul mercato di una delle aziende più importanti del paese”.
“Non volendo svolgere un ruolo di contrattazione che è proprio delle organizzazioni sindacali – ha proseguito l’assessore Simoncini – ho però chiesto che, nel confronto con i sindacati, vi sia grande attenzione da parte dell’azienda a ridurre gli eventuali costi sociali e, soprattutto, sottolineato come le Regioni siano attente al fatto che la riorganizzazione non penalizzi, ma anzi valorizzi le specializzazioni, le competenze e le vocazioni maturate nei diversi siti del gruppo. Anche in considerazione del fatto che gli insediamenti Selex hanno un valore, non solo per l’occupazione diretta, ma anche per l’importante sistema di relazioni che attorno ad essi si e’ creato con l’indotto e, in molti casi, con i centri di ricerca e con l’Università”.
L’assessore toscano ha poi fatto sapere che le Regioni si muoveranno per ottenere a breve un incontro col governo, al quale saranno chieste garanzie e informazioni sulle prospettive di Selex Es e, più in generale, del Gruppo Finmeccanica che rappresentano “elementi fondamentali per la qualità e la capacità di esportazione del sistema manifatturiero italiano”.
Oltre a questo, ha aggiunto Simoncini, “chiederemo anche di portare avanti gli importanti progetti di sviluppo tecnologico del Paese, quali l‘Agenda digitale o il Tetra, che rappresentano elementi importanti per la continuità ed il lavoro di Selex“. Regioni e Selex hanno inoltre concordato di mantenere aperto un canale di confronto e di comunicazione.
Intanto il 29 maggio è stato raggiunto l’accordo raggiunto tra Selex Es e i sindacati sul nuovo piano industriale della società.
Lo scorso 5 aprile Selex Es aveva reso noto ai sindacati un piano industriale da 2.529 esuberi, di cui 1.938 in Italia (su una popolazione aziendale di 12.261 unità produttive) suddivisi in 1.098 indiretti e 840 diretti.