Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato l’Iran e i suoi alleati Palestina e Libano di aver sferrato negli ultimi mesi un numero crescente di cyber-attacchi che domenica scorsa sono culminati in assalti no-stop ai principali sistemi informatici del Paese.
Bersaglio degli hacker iraniani sono stati, secondo il premier, quasi tutti i sistemi infrastrutturali primari dello Stato ebraico, come quelli relativi all’approvvigionamento idrico ed elettrico, le banche e le ferrovie.
Netanyahu ha comunque sottolineato che Israele è in grado di contrastare in modo efficace queste minacce. Gli analisti non escludono la possibilità che Israele, che ha già creato nel 2011 una forte divisione nazionale anti-hacking, possa condurre operazioni non solo difensive ma anche offensive nella guerra informatica.
Peraltro diversi esperti ritengono che sia Israele sia gli Usa siano dietro una serie di cyber-attacchi sferrati negli ultimi anni contro il programma nucleare iraniano, che secondo l’Occidente è ideato per sviluppare armi atomiche mentre Teheran ne sottolinea gli scopi pacifici.
Due mesi fag gli israeliani hanno detto di aver respinto un assalto degli hacker filo-palestinesi contro I siti governativi. Il governo di Gerusalemme ha fatto sapere che gli attacchi hanno interrotto solo brevemente l’attività di diversi siti e i protocolli per la sicurezza sono stati prontamente aggiornati.