IL REPORT

5G e digitalizzazione, per l’Europa in ballo mille miliardi di Pil

I dati della ricerca “Why Telecoms Matters” di Vodafone: grandi opportunità per stimolare l’innovazione, aumentare l’efficienza industriale e migliorare i servizi pubblici. Ma per il Vecchio Continente il gap con Usa e Cina è ancora profondo, ed emerge l’esigenza di facilitare gli investimenti per le infrastrutture

Pubblicato il 12 Feb 2024

vodafone

La connettività 5G e la digitalizzazione dell’industria potranno svolgere un ruolo di primo piano per la competitività dell’Europa, aprendo per il Vecchio Continente l’opportunità di un giro d’affari da oltre mille miliardi di euro per stimolare l’innovazione, aumentare l’efficienza industriale e migliorare i servizi pubblici. E’ quanto emerge dal report “Why Telecoms Matters” di Vodafone, che accende i riflettori sulle nuove possibilità per il business aperte dal potenziale dell’internet industriale, con l’integrazione delle macchine con sensori in rete, software, intelligenza artificiale e cloud grazie alle reti 5G standalone. “La digitalizzazione dell’industria grazie alla connettività 5G avanzata – spiega Vodafone – può rappresentare la ‘quarta ondata’ della rivoluzione industriale con un valore stimato di 2.000 miliardi di dollari all’anno per il solo settore manifatturiero”.

Per cogliere i frutti di queste opportunità, però, l’Europa dovrà colmare un gap ancora profondo nei confronti di altri Paesi come Stati Uniti e Cina, se si vorrà evitare il rischio di declino economico: per questo sarà importante, secondo la vision di Vodafone, facilitare investimenti per le infrastrutture 5G, per non lasciare l’Europa di fronte a un vuoto di finanziamenti di svariati miliardi di euro, aumentando il vantaggio dei competitor in aree di crescita come l’intelligenza artificiale e la sicurezza informatica”.

“L’Europa è alla vigilia di un’importante spinta all’innovazione e alla produttività grazie al 5GSA di prossima generazione e alla digitalizzazione che esso consente alle imprese e all’economia – afferma Joakim Reiter, chief external & corporate affairs officer di Vodafone – Così come il 4G ha sbloccato l’Internet mobile per i consumatori, il 5GSA può inaugurare l’era dell’Internet industriale e riportare l’Europa alla crescita”.

“L’Europa ha un’opportunità da mille miliardi di euro per digitalizzare la propria industria e competere a livello globale, ma questo traguardo dipende interamente dalla velocità di adozione – conclude Reiter – Il mandato quinquennale del prossimo Parlamento europeo e della prossima Commissione deve consentire all’Europa di correggere la rotta, riavviando la normativa sulle telecomunicazioni esistente e creando un quadro di mercato unico che attragga gli investimenti necessari per l’introduzione del 5GSA a un ritmo sostenuto”.

Pil pro-capite a +7,2% per gli Stati Ue

 Secondo i dati pubblicati da Vodafone utilizzando al meglio i vantaggi del 5G il Vecchio Continente potrebbe ottenere un aumento del 10% del punteggio dell’Indice di Economia e Società Digitale (Desi) dei propri Stati membri,  circostanza che a sua volta si rifletterebbe in un amento del Pil pro-capite dello 0,65%. Così, se tutti gli Stati membri raggiungessero un punteggio Desi pari a 90 entro il 2027, il Pil pro capite in tutta l’UE sarebbe più alto del 7,2%, e il Pil Ue farebbe un salto in avanti di oltre mille miliardi di euro.

Il divario da colmare

Ma cosa accadrebbe se l’Europa non sfruttasse al meglio le opportunità della digitalizzazione? I più importanti effetti negativi, secondo “Why Telecoms Matters”, si verificherebbero sulla competitività e sulla futura sostenibilità. Per evitare questi rischi sarà fondamentale rilanciare i piani comunitari, dal momento che i dati pubblicati per il Decennio Digitale della Commissione Ue parlavano di “copertura 5G della popolazione all’81%” e di ritardi per la diffusione delle reti 5G stand-alone ad alta performance. “Il 5G – spiegava la Commissione Ue – è ancora al di sotto della qualità per quanto riguarda le aspettative degli utenti finali e le esigenze dell’industria, così come nell’affrontare il divario tra aree rurali e urbane”.

Dati confermati poco dopo da Ericsson, secondo cui l’Europa è in ritardo rispetto a Stati Uniti, Cina e altri concorrenti globali sulla copertura 5GSA e Advanced 5G, che  hanno riflessi diretti, ad esempio, sulla diffusione dei modelli di intelligenza artificiale: il 73% di quelli di grandi dimensioni, infatti, viene sviluppato negli Stati Uniti e un altro 15% in Cina.

Il ruolo del 5g per la diffusione delle tecnologie avanzate

Ma perché il 5G riveste un ruolo così centrale per la diffusione delle tecnologie avanzate? Per spiegarlo basterà tenere presente che le reti 5G forniscono la latenza e la qualità necessaria anche per la crescita dell’IoT, e possono supportare 1 milione di dispositivi per chilometro quadrato a fronte dei 2mila delle reti 4G Lte. Il loro sviluppo si renderà quindi necessario se si considera che i dispositivi IoT su scala globale sono destinati a raddoppiare nel 2030 rispetto al 2020, toccando quota 29 miliardi per un valore di mercato compreso che varia dai 5,5 e 12,6 trilioni di dollari. Di pari passo con il numero dei dispositivi connessi crescerà la mole di dati da analizzare e da dare in pasto – ad esempio – all’AI basata sul cloud.

Lo shortage di competenze

Sa da una parte la richiesta di esperti in tecnologie digitali aumenta progressivamente, dall’altra l’Europa oggi soffre di una carenza di questi profili. Secondo i dati della Commissione Ue, infatti, 9 su 10 lavori richiederanno competenze digitali entro il 2030: un dato che si scontra contro il fatto che appena la metà della forza lavoro europea è in possesso di queste skill.

In termini di occupazione, spiega Vodafone, l’UE può contare sultanto sul 47% dei 20 milioni di specialisti Ict di cui ha bisogno, e questa circostanza rappresenta un freno per l’economia comunitaria, e contribuisce a frenare l’adozione dell’intelligenza artificiale, dei big data e del cloud da parte delle grandi imprese, che adottano queste tecnologie soltanto – rispettivamente – nell’11%, nel 19% e nel 45% dei casi. “Investire per sostenere la forza lavoro e le generazioni future a sviluppare competenze digitali necessarie per prosperare nei mercati del lavoro futuri  – spiega il report – sarà un fattore di differenziazione fondamentale per la competitività dell’Europa.

I quattro settori chiave della digitalizzazione in Europa

Secondo il report di Vodafone tra le tre principali sfide da affrontare per la digitalizzazione dell’Europa e per la sua competitività emerge, nel campo dell’industria, il fatto che mentre i grandi produttori continueranno probabilmente a costruire reti mobili private 5G e soluzioni su misura in fabbrica, per le realtà di dimensioni più contenute sarà central affidarsi al 5G standalone disponibile pubblicamente per accedere a simili opportunità di innovazione. Quanto i secondo luogo alla sanità, la connettività – secondo la vision di Vodafone – può offrire ritorni immediati ai pazienti attraverso la telemedicina e il monitoraggio remoto dei pazienti, consentendo al contempo di fornire su scala nuove applicazioni come la formazione medica in realtà aumentata grazie al 5G. Come terzo ambito di applicazione il report cita l’agricoltura e i cittadini residenti in aree rurali: in questo caso la connettività di nuova generazione “avrà un ruolo cruciale nel migliorare la resa dei raccolti, nella sostenibilità e nell’aumentare le opportunità di lavoro a distanza o flessibile tradizionalmente appannaggio di chi vive in città”. Infine prendendo in considerazione l’ambiente, la connettività digitale offre soluzioni che possono ridurre le emissioni globali di gas serra fino al 20% entro il 2030, come applicazioni di connettività intelligente, contatori, reti e piattaforme che possono ridurre il consumo di energia.

Focus sulla produttività delle Pmi

Se, come dicevamo, l’impatto della digitalizzazione sull’industria manifatturiera globale è stimato fino a 2.000 miliardi di dollari l’anno e l’Internet of Things (IoT) potrebbe generare un valore di 12,6 trilioni di dollari in tutti i settori a livello globale entro il 2030, il panorama europeo è caratterizzato da una presenza predominante di piccole e medie imprese, che rappresentano circa il 99% del totale delle imprese e la metà del Pil prodotto sul territorio comunitario, per una forza lavoro di circa 100 milioni di persone.

La criticità principale nasce dal fatto che – secondo i dati citati da Vodafone – le Pmi in Europa sono in media il 40% meno produttive delle aziende più grandi, per un divario di produttività che nell’Europa centrale e orientale raggiunge il 70%. A spiegare questi numeri contribuisce il fatto che le piccole e medie imprese sono generalmente meno digitalizzate rispetto alle imprese più grandi: soltanto il 27% di quelle europee, infatti, gode di alti livelli di adozione del digitale, rispetto al 54% delle imprese più grandi. Di contro – sottolinea Vodafone – il 94% delle pmi affronterebbe meglio i rischi futuri se si investisse in digitalizzazione. Mentre le imprese più grandi hanno le risorse e la scala per investire in soluzioni su misura, grazie anche a soluzioni e prodotti pronti all’uso a prezzi accessibili.

Il caso della sanità

 “In ambito sanitario e ospedaliero, la connettività e la digitalizzazione migliorano i risultati e riducono la pressione sulle scarse risorse sanitarie consentendo consulti a distanza, soluzioni di telemedicina e monitoraggio virtuale – spiega Vodafone – Il risparmio offerto dalle tecnologie sanitarie digitali è stimato in 120 miliardi di euro all’anno per l’intera Unione europea, l’equivalente del budget annuale per l’assistenza sanitaria della Spagna”.

Il nodo della sostenibilità ambientale

Secondo le evidenze che emergono da “Why telecoms matter”, connettività e digitalizzazione possono contribuire a realizzare soluzioni in grado di ridurre le emissioni globali di gas serra fino al 20% entro il 2030: parliamo di applicazioni di connettività intelligenti come contatori, reti e piattaforme, soltanto per fare qualche esempio. Quanto poi alle aree rurali, secondo i dati della Commissione Ue per ogni 1.000 nuovi utenti in banda larga nelle aree rurali vengono creati 80 nuovi posti di lavoro. Collegando anche solo il 20% degli agricoltori dell’UE alle applicazioni per un’agricoltura intelligente, si potrebbe ottenere un aumento dei profitti annuali del settore di quasi 10 miliardi di euro, e di pari passo realizzare un’economia a basse emissioni di carbonio per un settore, quello agricolo, che è responsabile di oltre il 14% delle emissioni di anidride carbonica in Europa.

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