DISCOVER 2013

Whitman (HP): “Il nostro obiettivo è la redditività”

Il ceo: “Nessuna guerra dei prezzi con i competitor, puntiamo a rafforzare le quote di mercato”. E l’azienda scommette sulla “polymorfic simplicity”

Pubblicato il 12 Giu 2013

whitman-120321165755

Un portafoglio di prodotti aziendali ricco di novità e a tutto campo: stampanti e desktop, soluzioni di e.printing ma anche device mobili capaci di integrare pos e codici a barre, innovative soluzioni di converged storage la cui filosofia è racchiusa nell’ossimoro “polymorfic simplicity”, grande attenzione ai big data ma anche alle esigenze di piccole e medie imprese (proprio ieri è stato annunciato un accordo con Google per un’app che offre alle pmi soluzioni “one-stop-shop”): HP si è presentata così all’appuntamento con Discover 2013, il tradizionale meeting annuale con clienti, analisti, giornalisti di tutto il mondo, riuniti in questi giorni nel baroccheggiante Venitian Palace di Las Vegas. Obiettivo: presentare le ultime novità per il mercato delle aziende, terreno su cui HP si gioca una parte fondamentale del proprio futuro.

Proprio l’articolata gamma di prodotti oggetto di annunci, al di là del giudizio che ne darà il mercato, illumina il gioco a tutto campo che vede impegnato il più grande conglomerato al mondo di information tecnology: 27,6 miliardi di dollari di fatturato (- 10%) nell’ultimo quarter accompagnati da profitti (1,1 miliardi) in calo del 32%, dati però considerati incoraggianti da Wall Street tanto da aver fruttato una spinta all’insù di oltre il 13% ad un titolo particolarmente depresso negli ultimi anni.

I tempi bui non sono del tutto alle spalle, ma da Las Vegas emerge una forte volontà di spingere sull’innovazione tecnologica a testimonianza della volontà del gruppo di Palo Alto di cavalcare le nuove frontiere del cloud computing, dei big data e degli analytics, così da non farsi stavolta sorprendere dalla rivoluzione IT in atto, evitando di trovarsi impreparati come in passato ma anzi giocando d’attacco.

Tutto questo, però, senza lasciare ad altri competitor campo libero su prodotti sia pure tradizionali ed in declino come pc e stampanti. Se non altro perché essi valgono quasi metà del fatturato di gruppo. Persino la recente perdita di quote di mercato verso i pc di Dell non viene vissuta come un dramma. “Con loro non ci infiliamo in una guerra dei prezzi. Privilegiamo la redditività alle quote di mercato”, ha spiegato agli analisti Meg Whitman, il ceo chiamato a guidare la trasformazione dell’azienda, un turnaround su cui si gioca tutte le sue carte con la posta che è diventare la donna che ha guidato la riscossa di HP o una perdente come lo è stata Carly Fiorina, l’altra donna che l’ha preceduta alla guida di HP.

Un’HP che Whitman intende mantenere ben unita, a dispetto di quegli analisti di Wall Street che vorrebbero un break out del gruppo visto che, “l’azienda vale più a pezzi che come unico conglomerato”.

Sono sirene certamente utili a far salire il titolo e di sicuro in linea con la tradizione arrembante di Wall Street. Tuttavia, non convincono per niente la ceo più famosa d’America convinta, invece, che proprio la ricchezza e la complessità del portafoglio siano un valore aggiunto e non una palla al piede.

Lo ha ripetuto più volte proprio a Las Vegas chiamando sul palco alcuni clienti dei settori più disparati come Nascar (auto), United (aerei), Nationwide (assicurazioni), Das per dimostrare dalle loro case history che proprio la possibilità di fornire pc, server, servizi cloud, sicurezza come un prodotto integrato chiavi in mano è stato il vantaggio competitivo che ha consentito di guadagnare la fiducia di quei clienti.

“Questo nostro background, articolato in una serie articolata di settori che nessun altro ha, ci offre una capacità di integrazione e di risposta alle esigenze complesse del cliente tale da rappresentare un punto di forza che solo noi possiamo vantare. Siamo in una posizione unica”, sottolinea Whitman. La sfida è quella che lei chiama la “new style IT”, una “rivoluzione trainata da cloud, mobility, big data, security”.

E dentro questo terremoto tecnologico che sta scuotendo il mondo dell’IT, paragonabile al passaggio dal mainframe al personal pc o dal fisso al mobile, la ceo di HP è convinta di avere le armi giuste per cavalcare l’onda lunga di una disruption che non lascerà nulla come prima. “Siamo di gran lunga il vostro miglior partner tecnologico. Fidatevi di noi, nessuno è in una posizione migliore della nostra per aiutarvi a navigare nella new style IT”, è l’accorato messaggio lanciato ai clienti.

E agli analisti che si lamentano dei tempi lunghi di una ristrutturazione certamente complessa e dagli esiti tuttora incerti, Whitman ribatte che la strada è lunga, che il suo è un programma di tre anni e ne sono passati appena la metà da quando lei ha preso la guida del gruppo. “Ma i risultati già si vedono: abbiamo stabilizzato il business, abbiamo investito molto in ricerca e sviluppo recuperando la leadership nell’innovazione, abbiamo migliorato le nostre performance finanziarie, godiamo di un cash flow importante”.

Il guanto della sfida è lanciato, la rotta tecnologica è chiaramente tracciata, la situazione finanziaria è migliorata. Ma il traguardo non è ancora raggiunto. Whitman per prima se ne rende conto. Ci vorrà ancora tempo e anche un po’ di fortuna (magari la ripresa economica) per uscire dal guado. Ma molto meglio ora che non un paio di anni fa quando HP era sì sulla sponda, ma in quella sbagliata, pronta a farsi travolgere dal fiume in piena della new style IT.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati