I RISULTATI PRECONSUNTIVI

Tim, centrate tutte le guidance. Labriola: “Closing Netco entro luglio”

Continua il trend di miglioramento del business domestico, investimenti per oltre 3 miliardi. Il cloud balza del 31% per ricavi di oltre 1 miliardo. Avanti tutta sull’infrastrutturazione nell’ambito dei bandi Pnrr. L’Ad: “Direzione di marcia chiara. ServiceCo ben posizionata, non sarà una bad company”

Pubblicato il 14 Feb 2024

Pietro Labriola

Tim archivia il quarto trimestre del 2023 con un miglioramento del business domestico e il Gruppo per la prima volta dal 2010, centra tutte le guidance per il secondo esercizio consecutivo. Proseguono gli investimenti per 4 miliardi a livello di Gruppo, di cui 3,1 miliardi relativi al business domestico. “Per il secondo anno consecutivo la crescita dei ricavi da servizi è superiore al mercato, grazie alla strategia di difesa del business della connettività e alla crescita dei ricavi Ict”, rende noto l’azienda a seguito dell’approvazione da parte del cda dei risultati preconsuntivi 2023 – il Consiglio si riunirà il 6 marzo per l’approvazione del progetto di bilancio d’esercizio e del bilancio consolidato.

“Per la prima volta dal 2010 abbiamo ottenuto per 2 anni consecutivi risultati in linea o superiori alle guidance, non molti ci avrebbero scommesso – afferma nella conference call con gli analisti l’Ad Pietro Labriola – Viene confermata la traiettoria della crescita domestica, il piano di trasformazione ha un’ ottima execution”.  “Nonostante le tante sfide siamo riusciti a migliorare il business domestico e gettare le basi per una crescita strutturale a lungo termine, la direzione è chiara, le attività domestiche stanno andando verso una crescita strutturale – prosegue – La ServiceCo domestica è ben posizionata per confermare questo trend non solo economico ma anche finanziario”. “ServiceCo non sarà una bad company – ribadisce l’Ad di Tim – ma sarà capace di competere sul mercato in modo sano, dal punto di vista finanziario e strategico”.

Labriola: “Siamo a un punto di svolta”

Durante la conference call Labriola ha voluto sottolineare la portata “storica” di questo appuntamento con gli analisti: “Segna un punto di svolta nella storia del gruppo: è l’ultima call su Tim unica azienda integrata, come siamo abituati a conoscerla”, sottolinea l’Ad.  Tornando alla questione Netco, “Continuiamo a essere tranquilli sulle tempistiche”, sottolinea Labriola. “E’ normale che gli Olo chiedano qualcosa alle autorità europee, anche quando non c’è niente da chiedere – prosegue rispondendo a una domanda su eventuali criticirtà Antitrust legati all’operazione NetCo – Per avere concentrazione – afferma – bisogna avere due società che si concentrano, noi stiamo parlando di una cosa diversa, noi stiamo proprio seguendo le indicazioni dell’Unione europea che richiede un player puro wholesale, non vediamo specifiche particolari”.

L’accordo sulla rete con Kkr, prosegue Labriola, “è vincolante, lo confermo, non c’è modo di saltare il closing. Non appena arriverà l’autorizzazione Antitrust procederemo al closing, devono verificare che non ci sia concentrazione al mercato – spiega l’Ad – Kkr non ha attività sul mercato europeo, è neutrale per sua natura. Questo contratto verrà chiuso, siamo vicini alla fine – conclude Labriola – siamo abbastanza sicuri che avverrà tra giugno e luglio”.

Quanto al futuro di Sparkle, rispondendo a una domanda sull’offerta del Mef e sulla prospettiva che Tim mantenga una quota di minoranza, “Noi non abbiamo chiesto una partecipazione di minoranza – chiarisce Labriola – La cosa è stata chiesta dal potenziale acquirente perché era una sorta di sostegno per raggiungere i valori necessari, perché l’acquirente non è un acquirente industriale. Quindi si sarebbero sentiti più tranquilli nell’avere qualcuno con una partecipazione di minoranza che gli desse una mano”.

Riferendosi infine allo scenario di consolidamento del mercato domestico, Labriola fa il punto sul possibile ruolo di Tim: “Per quanto riguarda noi, almeno fino a luglio, quando si chiuderà il deal, possiamo stare solo alla finestra, è difficile partecipare a queste mosse mentre finalizziamo lo scorporo e otteniamo le autorizzazioni”. “Nel futuro – precisa – possiamo far parte della partita, è importante capirlo, se staremo alla finestra avremo dei vantaggi, se avremo una partecipazione attiva avremo altri vantaggi. Siamo pronti sul pezzo per capire cosa succederà e agire”. Sullo scenario delle possibili fusioni che riguardano Vodafone: “Quale sarebbe la soluzione migliore? Sarebbe la fusione con Iliad – argomenta Labriola – Cioè, alla domanda se preferisco la fusione Fastweb-Vodafone o Iliad-Vodafone, preferisco la seconda”.

Le performance del Gruppo

In un anno i risultati totali di Gruppo sono in crescita dell’1,9% a 4,3 miliardi di euro, e quelli da servizi aumentano del 3% a 4 miliardi grazie al contributo positivo del Brasile (+8,2%) e del domestico (+1,2%), che torna a crescere dopo 22 trimestri.

In crescita anche l’Ebitda che nel quarto trimestre segna un aumento del 6,8% anno su anno attestandosi a 1,6 miliardi di euro, con la Business Unit Domestic in crescita per il terzo trimestre consecutivo (+5,5% anno su anno) e con Tim Brasil che conferma il proprio solido percorso (+9,5%). L’Ebitda after lease di Gruppo aumenta del 9,4% a 1,3 miliardi di euro, con il business domestico in crescita del 5,3% e Tim Brasil in crescita del 18,2%.

A spingere i risultati di Gruppo le performance di Tim Brasil che nel 2023 registra ricavi totali e da servizi in crescita rispettivamente del 10,7% e del 10,8% e un ebitda a +14,7%. “La forte performance della società, che ha registrato il miglior free cash flow operativo della sua storia, ha permesso di superare i target per il 2023, migliorando significativamente anche la remunerazione per gli azionisti, che ha superato i 2,9 miliardi di reais”.

In volata Tim Enterprise

I ricavi da servizi rappresentano il 60% di quelli complessivi, una quota cresciuta di oltre 9 punti negli ultimi due anni. In particolare, i ricavi del Cloud hanno superato 1 miliardo nel 2023 mettendo a segno il +31%. Ottime performance anche sul fronte Iot (+24%) e cybersecurity (+11%) mentre la connettività lascia su strada il 2%. Per Netco ricavi 2023 in crescita del 3,7%.

Il Consumer in sofferenza ma aumenta l’arpu

Tim Consumer registra ricavi totali e da servizi in calo del 4,7% e del 4,2% nel 2023 anche se il trend è in progressivo miglioramento (ricavi da servizi -3,2% YoY nel quarto trimestre, -3,4% nel terzo, -4,9% nel secondo, -5,6% nel primo).

“La strategia “Volume to Value” con le azioni di riposizionamento di prezzo applicate, da inizio anno, al 50% della base clienti mobile e al 70% della base clienti fissa, ha portato a un aumento dell’Arpu sia nel fisso sia nel mobile, con impatti limitati sul tasso di abbandono (churn rate), che è invariato rispetto allo scorso anno”, fa sapere l’azienda.

Il roll out della fibra e i bandi Pnrr

La telco guidata da Pietro Labriola va avanti sul il roll-out della fibra prosegue in linea con l’obiettivo di raggiungere il 48% di copertura delle unità tecniche immobiliari entro il 2025. Al 31 dicembre, NetCo gestiva circa 15,5 milioni di accessi fissi (di cui oltre il 70% in tecnologie ultrabroadband) con una quota di mercato del 77% e una copertura in Fttx superiore al 95% delle linee attive (circa il 63% con velocità superiore a 100 Mbps). Le unità tecniche raggiunte con tecnologia Ftth erano 9,2 milioni, pari a una copertura del 38%, in crescita di 6 punti percentuali negli ultimi 12 mesi.

Riguardo alle attività relative ai bandi Pnrr, Tim conferma l’accelerazione delle realizzazioni di rete a copertura dei civici del Piano Italia 1 Giga, con circa 255mila case connesse in Ftth, pari al 76% dell’intero target 2023 da connettere, dove 4 lotti dei 7 assegnati hanno superato il 100% dell’obiettivo prefissato nell’anno. Sui restanti 3 lotti Tim ha messo in campo una serie di azioni volte al riallineamento ai piani di bando, ma senza rischio di riduzione dei contributi, puntualizza l’azienda. Riguardo al piano 5G Backhauling sono stati connessi circa 3.600 siti, pari al 106% del target, e un’ulteriore accelerazione è prevista nei prossimi mesi. Per quanto riguarda il Piano 5G Densificazione è stato superato il target annuale, con oltre 150 aree coperte e un risultato pari al 109% dell’obiettivo.

Il taglio costi

Nel corso del trimestre sono inoltre proseguite le azioni di contenimento dei costi volte ad aumentare il livello di efficienza strutturale di Tim Domestic (‘Piano di Trasformazione’, target cumulato di riduzione dei cash cost di 1,5 miliardi di euro entro il 2024 rispetto all’andamento inerziale) raggiungendo a fine 2023 il 106% del target incrementale di 800 milioni. La riduzione cumulata nel biennio 2022-2023 è stata pertanto pari a circa 1,1 miliardi di euro.

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