“Il governo punta a favorire intese tra gli editori e i motori di ricerca, come Google o Yahoo!, sulla scia di quanto avvenuto in altri paesi come Francia o Belgio”. Lo ha detto oggi il sottosegretario all’Editoria, Giovanni Legnini, in audizione alla Camera. Tra le linee guida della sua attività, “iniziative volte a favorire un’intesa tra editori e motori di ricerca, ovvero in mancanza, un intervento normativo che preveda la costituzione di un fondo per finanziare i progetti di innovazione dell’editoria italiana, alimentato principalmente dalla contribuzione dei motori di ricerca”.
Il modello da seguire potrebbe essere l’accordo raggiunto a febbraio fra editori francesi e Google, che prevede la creazione di un fondo da 60 milioni di euro finanziato da Mountain View per remunerare l’utilizzo di contenuti giornalistici sul motore di ricerca. C’è da dire che gli editori francesi avevano sperato di incassare un risarcimento maggiore, compreso fra gli 80 e i 100 milioni di euro, oppure una percentuale fissa annua sui ricavi pubblicitari generati in Francia da Google, che si aggira intorno a 1,2 e 1,4 miliardi di euro all’anno. Formula, quest’ultima, che avrebbe garantito entrate “perenni” e non una tantum agli editori francesi. Secondo gli analisti si tratta quindi di un accordo al ribasso per gli editori.
In Italia, le risorse per l’editoria sono destinate a ridursi nel 2014 a 55 milioni di euro. Lo ha spiegato il sottosegretario Legnini nell’audizione alla Camera. “Nel nostro paese – ha detto – all’attuale regime di contribuzione diretta, che interessa, nel suo complesso, un numero comunque circoscritto di testate, sono destinate risorse finanziarie pubbliche pari a circa 95,7 milioni di euro, cifra stanziata nel bilancio di previsione della Presidenza del Consiglio dei ministri per il solo anno 2013”.
“Tale importo è frutto dell’integrazione di 45 milioni di euro disposta dall’ultima legge di stabilità per il solo anno 2013. Pertanto – ha detto Legnini – già nell’anno 2014 la dotazione è destinata a ridursi a circa 55 milioni di euro annui, stando alle previsioni del bilancio pluriennale dello Stato a legislazione vigente”. “Il pluralismo dell’informazione non può essere assicurato senza porre le basi anche di una tutela delle condizioni economiche minime che devono essere assicurate ai giornalisti. Mi riprometto il raggiungimento di un accordo che possa realizzare un conveniente assetto degli interessi in gioco”, ha chiuso Legnini.