PA DIGITALE

Cloud nazionale, il governo frena sulla migrazione. Ecco cosa sta succedendo

Nell’ultima relazione sull’attuazione del Pnrr ridimensionati gli obiettivi. Le amministrazioni, almeno 100, che dovranno salire a bordo del Polo strategico entro settembre non saranno più obbligate a trasferire tutti i servizi. Intanto si va avanti sul progetto Ipcei per il cloud: domande fino al 14 maggio, sul piatto 250 milioni

Pubblicato il 29 Feb 2024

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Cloud nazionale, il governo frena sulla migrazione. Nella quarta relazione del governo sull’attuazione del Pnrr, approvata dalla cabina di regia la scorsa settimana, si ridimensiona il target previsto per settembre 2024 che stabiliva il passaggio completo dei servizi sul Polo Strategico nazionale (Psn) per 100 tra PA e Asl: sarà invece sufficiente, entro quella data, aver migrato anche solo un servizio. A valle di quella prima migrazione, si partirà con il passaggio graduale delle altre prestazioni.

Resta confermato l’obiettivo al 2026 che prevede il passaggio sul cloud nazionale di 280 amministrazioni.

Il Piano triennale di Agid e il principio del cloud first

La decisione di rallentare la migrazione è la spia delle difficoltà che le amministrazioni italiane stanno riscontrando nel passaggio al cloud nazionale. Cloud nazionale che è uno dei pilastri strategici del Piano Triennale per l’informatica nella PA, pubblicato da Agid a febbraio, in grado di scaricare a terra il principio del cloud first.

Con il principio cloud first, si vuole guidare e favorire l’adozione sicura, controllata e completa delle tecnologie cloud da parte del settore pubblico, in linea con i principi di tutela della privacy e con le raccomandazioni delle istituzioni europee e nazionali. In particolare, le pubbliche amministrazioni, in fase di definizione di un nuovo progetto, e/o di sviluppo di nuovi servizi, in via prioritaria devono valutare l’adozione del paradigma cloud prima di qualsiasi altra tecnologia.

In questo contesto il Psn fornisce alle amministrazioni tutte le soluzioni tecnologiche adeguate e gli strumenti per realizzare il percorso di migrazione. Ma è chiaro che lo stop del governo rischia di rallentare molto la trasformazione delle PA e anche di mettere a anche il target al 2026.

Ipcei per il cloud

Avanti invece sul progetto  Progetto di Interesse Comune Europeo (Ipcei) lungo la catena strategica del valore delle infrastrutture e Servizi Cloud (Cis). Il Mimit ha varato il decreto direttoriale che invita le imprese preselezionate a presentare  una  manifestazione di interesse per un loro progetto su Infrastrutture e Servizi Cloud dal 15 marzo al 14 maggio. Sul piatto ci sono 250 milioni.

Le aziende preselezionate sono Tim, Tiscali Italia, Engineering, Fincantieri, Reply e due centri di ricerca: Enea e Fondazione Bruno Kessler.

Per l’Ipcei su infrastrutture e Servizi Cloud sono individuate come ammissibili, nell’attuale fase preliminare, le seguenti aree progettuali:

  1. Infrastructure
  2. Cloud Platform and Services
  3. Cloud Edge Continuum

Ad esse sono associate differenti applicazioni (Data/Communication, Data Protection, Cybersecurity and Threat Intelligence, Smart home/office/mobility, Energy efficiency and environment sustainability, Industrial Automation, Aerospace/Defence, Finance, Manufacturing, Healthcare, Others)

Saranno prese in considerazione solo ed esclusivamente quelle manifestazioni di interesse presentate da singole imprese relative a progetti concreti altamente innovativi compresi negli ambiti sopra individuati, e accompagnate dalla Scheda di Progetto compilata in modo esaustivo, al fine di descrivere compiutamente il progetto che si intende proporre.

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