Lo scorso 24 maggio Yahoo ha presentato un’offerta per l’acquisto di Hulu, nel tentativo di aggiungere al proprio servizio un maggior numero di video di qualità in grado di attrarre pubblicità.
Buffo il destino di Hulu, ignorata e disdegnata dai propri pari per anni, e ora circondata da pretendenti. A oggi, già 7 società hanno avanzato offerte, tra cui DirecTV e Time Warner Cable.
Hulu è stata fondata nel 2007 dai maggiori broadcaster statunitensi come strumento per la distribuzione online della propria programmazione tv. Ha un catalogo di oltre 70.000 episodi di fiction. I proprietari sono Fox, Abc e Nbc. Poiché queste aziende hanno investito in altre iniziative video digitali – costruendo servizi web e realizzando streaming di programmi tv da offrire agli abbonati alla pay Tv, in conformità alla strategia di “Tv Everywhere”, e anche stringendo accordi di licenza con altri servizi video, come Netflix e Amazon, ci si chiede quale posto occupi Hulu nei vasti progetti dei suoi proprietari.
Il valore delle offerte per Hulu non è chiaro. Quella di Yahoo dovrebbe essere compresa tra 600 e 800 milioni di dollari. Le offerte avanzate fino ad oggi, non vincolanti, verranno ridimensionate nelle prossime settimane, e le parti negozieranno sugli accordi di licenza. È anche possibile che uno degli offerenti finisca con l’acquisire una quota di minoranza in Hulu.
L’anno scorso il servizio ha registrato circa 700 milioni di dollari di ricavi e oltre 4 milioni di utenti per il servizio da 7,99 dollari al mese. Netflix ne contava quasi 28 milioni al servizio streaming solo negli Usa.
Yahoo è attratta dal catalogo di programmazione di elevata qualità di Hulu, in grado di generare ricavi dai grandi marchi che sono anche inserzionisti tv. Yahoo e altre web company stanno sforzandosi di produrre o acquistare il tipo di contenuti che incoraggi gli investitori a spendere online una fetta maggiore dei loro budget. Recentemente Yahoo ha dovuto affrontare molte sfide sotto il profilo pubblicitario, con l’inasprirsi della concorrenza, tra gli altri, da parte di Google e del suo servizio video YouTube, di Hulu, di Espn.com (di proprietà di Disney) e di Facebook. Nel primo trimestre dell’anno, i ricavi da pubblicità display di Yahoo, che rappresentano circa il 40% delle vendite, sono scesi a 420 milioni, -11% rispetto all’anno precedente, un declino misurato sia in numeri sia in prezzi degli inserti pubblicitari.
Nel tentativo di aumentare la quantità di contenuti video e di spazi pubblicitari sul motore, Yahoo ha cercato di acquisire la maggioranza del sito francese di video Dailymotion, ma l’affare, da 200 milioni, non si è concluso a causa del veto posto dal governo francese, mentre sempre a maggio ha acquistato per 1,1 miliardi il sito di micro blogging Tumblr.