Per lo sviluppo dei nuovi business, Rai Way punta a fare leva su 5G e data center. È quanto si apprende leggendo il nuovo piano industriale 2024-2027, approvato dal cda presieduto da Giuseppe Pasciucco.
A livello complessivo, includendo dunque sia il business tradizionale sia le iniziative di diversificazione, per l’esercizio 2027 il piano industriale prevede: ricavi core a 316 milioni di euro, con un Cagr nel periodo 2023-27 del 3,8%; adjusted ebitda a 207 milioni (Cagr 2023-27 pari a +3,5%), con un margine sui ricavi superiore al 65% (circa 68% escludendo l’effetto diluitivo della fase di avvio delle iniziative di diversificazione); utile netto a 92 milioni (Cagr 2023-27 del +1,4%), con l’incremento dell’Ebitda parzialmente bilanciato da maggiori ammortamenti collegati agli investimenti di sviluppo e da maggiori oneri finanziari. Il debito netto sarà infine pari a 286 milioni di euro. I target, specifica Rai Way, non includono il possibile contributo da crescita per linee esterne
Una strategia per far evolvere il posizionamento di Rai Way
“I risultati del 2023 hanno pienamente rispettato le previsioni, che erano state progressivamente aumentate nel corso dell’anno”, commenta Roberto Cecatto, amministratore delegato di Rai Way. “Indicizzazione all’inflazione, contributo delle reti broadcast regionali e attento controllo dei costi hanno spinto l’Adjusted Ebitda a una crescita del 19,4% e portato la generazione di cassa ricorrente a 114 milioni di euro. E, ancor più importante, oggi abbiamo approvato il piano per i prossimi quattro anni. Un percorso industriale chiaro che, oltre a cogliere ulteriori opportunità nei business tradizionali, definisce un’evoluzione del posizionamento di Rai Way sinergica con asset e competenze societarie. L’infrastruttura che stiamo sviluppando – moderna, integrata e interconnessa – sta riscuotendo l’interesse dei clienti impegnati nel processo di transizione digitale. Riteniamo inoltre che questo piano indirizzi le leve idonee a far emergere il reale valore della società. I benefici andranno anche oltre le crescite stimate per il 2027, garantendo sostenibilità e sviluppo nel lungo termine. Ci impegniamo per una Rai Way che – pur mantenendo le proprie prerogative – al termine del piano sia più grande, più diversificata, con migliori prospettive di crescita e più efficiente. La strada e le priorità sono chiare. Sempre nel rispetto della disciplina operativa e finanziaria, il focus e il nostro impegno passano ora sull’execution”.
Le linee strategiche del piano industriale 2024-27
Quella per il periodo 2024-27, si legge in una nota, è “una roadmap concreta di iniziative volte a rafforzare il posizionamento industriale della società come fornitore di servizi di distribuzione media e infrastrutture digitali integrate, massimizzando l’utilizzo dei propri asset. Espandendo il presidio della distribuzione dei contenuti e completando una piattaforma di infrastrutture integrate, moderne e con footprint nazionale, a supporto della transizione digitale del paese, gli investimenti ipotizzati garantiranno alla società una crescita sostenibile e future-proof”.
Le iniziative consentono inoltre di indirizzare le principali leve di valore: il potenziamento della generazione di cassa delle attività correnti, i ritorni e le prospettive di crescita da espansione su business sinergici, l’ottenimento di scala dimensionale e benefici industriali da opportunità di crescita esterna, il miglioramento dei rendimenti derivante da una struttura del capitale più efficiente.
L’elaborazione del piano è basata dell’analisi del portafoglio di asset a disposizione e sulle dinamiche dei mercati di riferimento, che confermano la presenza di ulteriori opportunità di crescita nei business tradizionali ed il forte razionale delle linee di sviluppo già intraprese.
In particolare, nel mercato media, il consumo di video continua ad aumentare. Nonostante l’impetuosa diffusione delle piattaforme di streaming e della fruizione tramite device mobili registrata negli ultimi anni, che hanno principalmente impattato sulla Pay-TV, il Digitale Terrestre sta dimostrando la propria resilienza, confermandosi la piattaforma con maggiore audience e raccolta pubblicitaria. Il ruolo sociale svolto e la presenza costante nelle abitudini delle persone, unitamente ad aspettative di rallentamento della crescita delle piattaforme Ott, prossime a una fase di maggior maturità, ed alla progressiva evoluzione dell’offerta lineare dei broadcaster, supportano la visione di lungo termine di coesistenza delle diverse piattaforme, anche in considerazione dell’efficienza del Digitale Terrestre per la distribuzione lineare, tipica di determinate tipologie di contenuti. Conclusosi con successo il processo di refarming, il mercato degli operatori di rete e degli operatori di infrastrutture broadcast registra una sostanziale stabilità. Allo stesso tempo, il crescente traffico digitale aumenta la domanda di servizi di distribuzione IP dei contenuti, anche tramite l’utilizzo di Content Delivery Network (Cdn) al fine di renderli disponibili più velocemente ed efficacemente all’utenza. Il mercato radiofonico è previsto in crescita stabile, con la maggiore disponibilità di frequenze a seguito del processo di refarming che supporta l’estensione delle coperture delle reti Dab sia nazionali che locali.
Focus su infrastrutture e servizi
Il mercato delle infrastrutture digitali è previsto in crescita, grazie alle nuove reti di telecomunicazione e alla sempre maggiore diffusione dei servizi digitali (come cloud, IoT, cybersecurity, AI, Big Data). Con riferimento al segmento torri, gli operatori di servizi telco proseguono l’estensione delle reti 5G, con le coperture macro che dopo le aree cittadine dovrebbero raggiungere anche le zone sub-urbane e rurali, nonché delle reti Fixed Wireless, anche nel contesto del Piano Italia 1 Giga. I servizi di ospitalità beneficeranno inoltre della domanda proveniente da altre tipologie di clienti, come operatori radiofonici (ad esempio per la sopra citata estensione delle coperture Dab), IoT e Isp. Allo stesso tempo, il possibile consolidamento degli operatori mobili e/o delle relative reti di accesso potrebbe generare alcune pressioni sui volumi. Dal punto di vista degli operatori di torri, la prassi consolidata della separazione degli asset da parte delle società di servizio continua ad abilitare sinergie infrastrutturali e finanziarie.
Inoltre, in ottica di crescita futura, si registra una spinta verso l’ampliamento dei servizi offerti, per esempio verso le componenti attive, e delle infrastrutture, verso nuovi asset adiacenti. Con riferimento al segmento data center, l’aumento esponenziale del traffico dati, l’adozione diffusa dei servizi Cloud e la rapida crescita di nuove tecnologie/servizi ad alta capacità computazionale (AI, Big Data) richiedono lo sviluppo di infrastrutture moderne che possano offrire scalabilità, affidabilità e flessibilità sempre maggiori. Inoltre, la preferenza delle imprese per la vicinanza dei propri server e dei propri dati, unitamente alla prevista diffusione di applicazioni e servizi a bassa latenza ed elevata affidabilità, favorirà l’implementazione di asset ed architetture distribuite in grado di garantire prossimità e tempi di risposta minimi. In Italia, l’offerta si presenta ancora limitata rispetto al potenziale e geograficamente concentrata nelle regioni settentrionali.
In entrambi i mercati, il piano include un percorso di rafforzamento e ottimizzazione del business tradizionale e la messa in esercizio e commercializzazione dei nuovi asset e servizi, già in via di sviluppo. In particolare, il business tradizionale continua a offrire delle opportunità di sviluppo legate: all’estensione delle reti di telecomunicazione, principalmente radiofoniche e mobili, con impatto sia sul volume delle attività di gestione di reti media (per Rai e per terzi) sia sul tower hosting; a una migliore valorizzazione di asset societari, tra cui la rete di trasmissione composta da 6.000 km di rete in fibra ottica proprietaria, satelliti e ponti radio, nonché l’ampio portafoglio di terreni, ad esempio anche attraverso la realizzazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica; a un ulteriore miglioramento dell’efficienza operativa, legato all’evoluzione del modello operativo e di manutenzione dei siti e all’ottimizzazione del footprint immobiliare.
La roadmap per la creazione dei nuovi asset
Sui nuovi asset e servizi – che includono una rete di edge data center in fase di sviluppo nelle principali aree del Paese, un data center hyperscale che sorgerà nell’area di Roma e una edge Cdn per la distribuzione IP dei contenuti su tutto il territorio nazionale – le priorità risiedono nella rapidità e nel successo dell’execution: nell’orizzonte di piano, Rai Way sarà infatti focalizzata su completamento e commercializzazione di una piattaforma di infrastrutture digitali integrate, moderne e scalabili anche oltre il 2027, che diventerà un motore di crescita di medio-lungo termine. Nello specifico, il piano prevede che i primi edge data center a copertura delle principali aree del Centro-Nord Italia (per circa 1,6MW) entrino in servizio già nel corso della seconda metà del 2024, seguiti nel successivo biennio da ulteriori siti a copertura del Centro-Sud (raggiungendo una capacità di circa 3MW totali). Il data center hyperscale (di potenziali 36MW) offrirà disponibilità delle prime sale dati (per circa 4,4MW) entro l’orizzonte di piano, anche alla luce dell’avvenuto coinvolgimento degli enti competenti con il recente avvio del processo che porterà al rilascio delle autorizzazioni necessarie
Sul fronte edge Cdn, grazie al completamento della selezione dei partner tecnologici e delle installazioni, la fase di trial è prevista per l’estate del 2024, con la disponibilità della versione ready-to-service entro la fine dello stesso anno. A livello commerciale, i principali clienti target sono gestiti in modalità diretta con forza vendita interna, mentre il bacino pmi sarà indirizzato principalmente attraverso canali di vendita indiretti. La priorità attuale risiede nel presidio di potenziali clienti anchor, anche in ottica di miglioramento del profilo rischio-rendimento delle iniziative, e negli accordi di commercializzazione con partner indiretti (quali, ad esempio, system integrator), anche alla luce dell’interesse raccolto per l’offerta di data center edge da parte di clientela pmi/ICT regionale.