SCENARI

Tlc, Letta e Draghi: consolidamento pilastro del mercato unico Ue

I due ex premier insistono sul superamento della frammentazione che mina la competitività del vecchio continente, e sul fatto che in Europa siano in campo 34 operatori mobili contro i tre degli Stati Uniti e i quattro della Cina

Pubblicato il 16 Apr 2024

Patrizia Licata

giornalista

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Consentire alle imprese dell’Ue di diventare dei big all’interno del mercato unico europeo non è solo un imperativo economico ma strategico: il single market dell’Unione deve fare il salto di qualità e permettere all’Europa di competere con i giganti esteri e riacquistare rilevanza sullo scacchiere globale. Lo scrive Enrico Letta nel Report (SCARICA QUI IL DOCUMENTO) che ha preparato per il Consiglio europeo in merito al futuro del Single market.

L’influenza e rilevanza futura dell’Europa nel mondo dipenderà dalle prestazioni e dalla scala delle sue imprese, scrive Letta. Oggi, le aziende europee soffrono di un deficit di dimensioni enorme rispetto ai loro concorrenti globali, principalmente Stati Uniti e Cina. Questa disparità ci penalizza in numerosi ambiti: innovazione, produttività, creazione di posti di lavoro e nella sicurezza della stessa Ue.

“Pertanto, è fondamentale sostenere le grandi imprese dell’Ue affinché diventino più grandi e competano sulla scena globale”, si legge nel Report. “Ciò può consentire la diversificazione delle catene di approvvigionamento, attrarre investimenti esteri, sostenere gli ecosistemi dell’innovazione. Un’economia fiorente sostenuta da aziende solide mette l’intera Unione nella posizione di negoziare accordi commerciali più favorevoli, definire standard internazionali e affrontare con successo crisi e sfide globali senza precedenti”.

Il mercato unico europeo deve diventare “grande”

Tuttavia, non tutte le aziende e i mercati dell’Ue hanno bisogno di dimensioni maggiori, chiarisce Letta.

“Non dobbiamo imitare modelli che sono costantemente diversi dai nostri e che non si adattano alla realtà europea. Il nostro modello, che vive del legame essenziale tra grandi e piccole imprese, salvaguardando attivamente la parità di condizioni, deve essere preservato. Nessuna azienda può essere autorizzata a crescere minando la concorrenza leale, che è alla base della tutela dei consumatori e del progresso economico. Allo stesso tempo, l’attuazione del principio della concorrenza leale non può tradursi nel dominio dei mercati europei da parte di grandi aziende estere che beneficiano di regole più favorevoli sui loro mercati nazionali”.

L’Ue ha bisogno di integrazione sul mercato delle tlc

Il primo passo che il single market dell’Ue deve compiere è permettere l’integrazione nei settori finanziario, energetico e delle comunicazioni elettroniche: per Letta, la mancanza integrazione in queste industrie è una delle ragioni principali del declino della competitività dell’Europa. Questo assetto è la conseguenza di politiche nate prima della globalizzazione, ma il nuovo scenario esige che l’Europa recuperi urgentemente il suo ritardo e rafforzi la dimensione del mercato unico per i servizi finanziari, l’energia e le comunicazioni elettroniche. Ciò comporta “la creazione di un quadro integrato tra il livello europeo e quello nazionale”, ovvero un modello in cui  ci sia, da un lato, un’autorità centralizzata dell’Ue responsabile di garantire la coerenza delle norme che hanno una dimensione di mercato unico, mentre, dall’altro, le questioni, che per dimensioni o rilevanza rimangono nazionali, dovrebbero essere trattate da autorità nazionali indipendenti all’interno di un quadro comune.

“I mercati in questione devono evolversi verso una dimensione europea, superando i confini nazionali che attualmente ostacolano qualsiasi concorrenza sostanziale con i conglomerati americani, cinesi o indiani. Identificando quello europeo come il mercato rilevante, possiamo finalmente consentire alle forze di mercato di guidare il consolidamento e la crescita su larga scala, nel pieno rispetto dei principi, degli obiettivi e delle regole europee”, indica Letta.

Report Letta: le proposte

Il Report individua delle “Roadmap concrete per accelerare l’integrazione nei settori della finanza, dell’energia e delle comunicazioni elettroniche, con un focus sulla necessità di realizzare progressi nell’ambito della prossima legislatura europea (2024-2029)”. Senza il superamento della frammentazione, scrive Letta, l’obiettivo della sicurezza e competitività economica europea non potrà essere raggiunto: “Gli insegnamenti tratti dalle recenti crisi sottolineano l’urgente necessità di passare dalla deliberazione all’azione decisiva”.

Letta insiste su alcuni aspetti come la necessità di snellire gli oneri burocratici per le aziende e di superare la sovrapposizione di normative e le complessità amministrative generate dal complesso sistema di governance multilivello dell’Ue: “Troppo spesso la frammentazione del mercato unico, il gold plating e le barriere a livello di attuazione nazionale e regionale, per non parlare dell’asimmetria tra territori e sistemi giuridici e fiscali, finiscono per aumentare le difficoltà e moltiplicare gli ostacoli all’attività produttiva”.

Inoltre, l’Ue deve fare di più per sostenere e facilitare le attività imprenditoriali e produttive.

La transizione digitale e green

Ancora, “l’ultima legislatura ha gettato le basi per la transizione equa, verde e digitale introducendo proposte legislative chiave. Ora che quasi tutte le norme sono in vigore, l’accento deve spostarsi sull’attuazione”, sottolinea Letta. “È essenziale passare dalla progettazione politica all’applicazione pratica, garantendo che queste misure siano perfettamente integrate e rese operative per fornire benefici ambientali tangibili”.

Di conseguenza, si legge nel Report, uno degli obiettivi principali del nuovo mercato unico deve essere quello di rendere la capacità industriale europea compatibile con gli obiettivi della transizione “fair, green and digital”. Sarà necessario indirizzare tutte le energie verso il sostegno finanziario della transizione, convogliando verso questo obiettivo tutte le risorse pubbliche e private necessarie per rendere possibile la trasformazione del sistema produttivo europeo. In questo sforzo, il mercato unico può e deve svolgere un ruolo fondamentale e la priorità iniziale dovrebbe essere quella di mobilitare il capitale privato.

La “Savings and Investments Union”

In questo contesto, il Rapporto “auspica una trasformazione significativa: la creazione di un’Unione del risparmio e degli investimenti”, che si sviluppi a partire dall’Unione, incompleta, dei mercati dei capitali. Integrando pienamente i servizi finanziari all’interno del mercato unico, l’Unione del risparmio e degli investimenti mira non solo a mantenere il risparmio privato europeo all’interno dell’Ue, ma anche ad attrarre risorse aggiuntive dall’estero.

Il passo successivo sarà affrontare il dibattito sugli aiuti di Stato. Per Letta, “Dovremmo sviluppare soluzioni coraggiose e innovative che trovino un equilibrio tra, da un lato, la necessità di mobilitare rapidamente un sostegno pubblico mirato a livello nazionale per l’industria, nella misura in cui affronta in modo proporzionato i fallimenti del mercato, e, dall’altro, la necessità di prevenire la frammentazione del mercato unico. Un modo per superare questo dilemma potrebbe essere quello di trovare un equilibrio tra un’applicazione più rigorosa degli aiuti di Stato a livello nazionale e la progressiva espansione del sostegno finanziario a livello dell’Ue. Nello specifico, potremmo immaginare un meccanismo di contributi agli aiuti di Stato, che imponga agli Stati membri di destinare una parte dei loro finanziamenti nazionali al finanziamento di iniziative e investimenti paneuropei”.

Ma, soprattutto, Letta considera fondamentale stabilire un solido collegamento tra la transizione equa, verde e digitale e l’integrazione finanziaria all’interno dei mercati unici.

Draghi: “Non ostacolare il consolidamento delle tlc europee”

Per produrre maggiori investimenti nelle tlc sarà necessario razionalizzare e armonizzare ulteriormente le normative degli Stati membri “e sostenere, non ostacolare, il consolidamento”. Lo ha detto Mario Draghi alla conferenza di alto livello sul pilastro europeo dei diritti sociali organizzata dalla presidenza di turno Ue del Belgio a La Hulpe. L’ex premier ha citato le telecomunicazioni e la deifsa come esempi: “Abbiamo un mercato di circa 450 milioni di consumatori nell’Ue, ma gli investimenti pro capite sono la metà di quelli degli Stati Uniti e siamo in ritardo nella diffusione del 5G e della fibra. Uno dei motivi di questo divario – sottlinea Draghi – è che in Europa abbiamo 34 operatori di reti mobili, e questa è una stima prudente, perché in realtà ne abbiamo molti di più, che spesso operano su scala nazionale, contro tre negli Stati Uniti e quattro in Cina”.

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Patrizia Licata
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