IL REPORT CEGOS

Cybersecurity sfida prioritaria, il 68% delle imprese pronta ad assumere esperti

Ma il 56% deve far fronte alle difficoltà di recruiting e di retention per avere a disposizione le giuste risorse IT. Creatività e spirito di iniziativa le soft skill richieste

Pubblicato il 16 Apr 2024

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I Chief Innovation Officier mettono la cybersecurity (8,5/10 a livello globale e in Francia, 8,2 in Germania e 8,7 in Italia) al primo posto tra le sfide IT che loro organizzazione deve affrontare. Seguono da vicino quelle legate ad attraction, sviluppo e retention dei talenti IT. Ci sono poi le sfide più tecniche, legate al cloud e alla gestione dei dati, alla digitalizzazione delle attività aziendali e allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale.

Per far fronte a tutte queste sfide, il 68% dei CIO dà priorità all’assunzione di nuovi profili IT e il 66% intende formare i propri team per migliorarne le competenze nelle posizioni attuali. Sono le evidenze che emergono dal Barometer “Sfide e competenze per i dipartimenti e i team IT”, studio internazionale condotto in Francia, Germania e Italia dal Gruppo Cegos, player nel Learning & Development.

Direzioni IT sempre meno impreparate, ma sull’attrazione di talenti c’è poca fiducia

Interrogati sulla capacità della loro organizzazione di affrontare queste sfide, i Cio ammettono che il loro indice di fiducia (48% a livello globale, 50% in Francia, 41% in Germania e 53% in Italia) è più alto quando si parla di sicurezza informatica. Sempre più spesso le Direzioni IT hanno già sperimentato almeno un attacco informatico e si sentono meno impreparate. Inoltre, ricevono sempre più supporto sull’argomento (best practice, standard Iso 27002, ecc.) ma la posta in gioco è particolarmente strategica, sia a livello organizzativo che nazionale e la “corsa” tecnica non finisce mai.

Il loro indice di fiducia è invece molto più basso quando si tratta di attrarre e assumere talenti (10%), trattenerli (16%) e aggiornarne le competenze (24%). Le pressioni rimangono molto alte in alcune posizioni IT e molti professionisti IT sono ora più attratti da altri status lavorativi (ad esempio i freelance). Le richieste dei team, in particolare in termini di formazione, sono legittimamente molto elevate se si vuole “rimanere al passo” in termini di tecnologia.

Va notato che le Direzioni IT in Germania si distinguono in termini di sviluppo delle competenze (indice di fiducia pari a 28%, rispetto a 22% in Francia e 24% in Italia) e di mantenimento dei talenti (25%, rispetto a 19% in Francia e 9% in Italia).

Fiducia verso il cloud, meno sul Green IT

L’indice di fiducia delle Direzioni IT è piuttosto elevato quando si fa riferimento alla gestione del cloud (38%), che è già ben integrato nelle organizzazioni grazie al contributo di nuove linee di business e, in misura minore, al sostegno alla digitalizzazione delle linee di business (33%) e alla gestione dei dati (31%).

Si evidenzia che la questione della tecnologia digitale responsabile, Green IT, è in fondo alla lista delle sfide, con un indice di fiducia molto basso (18%). La riduzione dell’impatto ambientale dell’IT è particolarmente complessa da gestire, soprattutto in considerazione del numero e della moltiplicazione di applicazioni, software, strumenti, ecc.

Recruiting e formazione dei team IT le armi principali 

Per far fronte alle sfide della propria organizzazione, il 68% dei Cio dà priorità all’assunzione di nuovi profili IT e il 66% intende formare i propri team per migliorarne le competenze nelle posizioni attuali (upskilling).Questo binomio non sorprende in un mercato sotto pressione: sempre più persone richiedono di essere formate e, se le organizzazioni non rispondono adeguatamente, rischiano di perdere questi talenti preziosi e molto ricercati.

Inoltre il 41% afferma di voler formare i propri team IT in modo che possano assumere nuovi incarichi (reskilling) oggi molto richiesti (Data Scientist, Cybersecurity Manager, ecc.). È un modo per superare le difficoltà di recruiting, ancora poco considerato dai Direttori IT che gestiscono piccoli team.

Vale la pena considerare che il 51% degli intervistati (57% in Francia, 43% in Germania e 52% in Italia) dichiara di esternalizzare parte delle proprie risorse IT (48% nel settore manifatturiero contro 53% nei servizi). Di questi, l’88% esternalizza meno della metà delle risorse IT.  

Infine, solo il 32% degli IT Manager prevede di ricorrere a risorse esterne, (39% in Francia, 29% in Germania e 27% in Italia). Può sembrare una cifra bassa, viste le sfide e le esigenze della funzione, ma è una percentuale da monitorare in quanto cela una possibile criticità. A parte il costo dell’outsourcing, più un’organizzazione esternalizza le proprie risorse IT, maggiore è il rischio di perdere il controllo sulle proprie competenze.

Formazione leva principale per lo sviluppo delle competenze

I Cio di oggi sviluppano le proprie competenze in prima persona, soprattutto attraverso la formazione (58% a livello globale, 52% in Francia, 55% in Germania e il 66% in Italia) e la partecipazione (57%) a eventi professionali (conferenze, fiere, ecc.). Questi eventi consentono loro di tenersi aggiornati sulle tendenze e sulle best practice e di rimanere in contatto con loro pari.

Inoltre, il 49% di loro (60% in Francia, 55% in Germania e 33% in Italia) fa parte di un network di professionisti, un dato che è più pronunciato tra gli IT Manager che gestiscono un team numeroso.

Questi risultati sono del tutto logici, viste le numerose sfide che devono affrontare. Si evidenzia che gli intervistati tedeschi sono i più propensi al self learning (51%, rispetto al 39% della Francia e al 44% dell’Italia

AI, cybersecurity e analisi dei dati fra le priorità di formazione

Tre aree di competenze tecniche sono chiaramente in cima alle priorità di formazione delle Direzioni IT per i loro team: il 90% cita l’Intelligenza Artificiale, l’88% la cybersecurity e l’85% l’analisi dei dati. Queste priorità sono emerse in tutti e tre i Paesi oggetto dell’indagine.

Il 78% degli intervistati parla di responsabilità digitale, con pesi diversi a seconda del Paese: 79% in Francia, 72% in Germania e 84% in Italia. Si tratta di un’area di competenza in cui i dipartimenti IT, come tutti i dipartimenti trasversali e aziendali, devono fare un passo avanti, soprattutto se si considerano i requisiti sociali e normativi sempre più stringenti.

Sviluppare le soft skill dei team IT

Nei prossimi due anni, il 75% delle Direzioni IT cita creatività e senso dell’innovazione come priorità di formazione per i propri team (81% in Francia, 69% in Germania e 75% in Italia).

Il 70% li vuole formare su spirito di iniziativa e di imprenditorialità. Anche in questo caso non c’è da sorprendersi: queste priorità formative sono direttamente collegate al contesto orientato ai progetti delle organizzazioni. Infine, il 68% delle Direzioni IT nomina l'”imparare a imparare” come un tema fondamentale per lo sviluppo delle competenze. Questa aspettativa è legata alla necessità di far evolvere alcuni profili da esperti tecnici a manager in grado di trasmettere e delegare le proprie conoscenze all’interno del gruppo.

Recruiting e formazione al centro delle sfide

“Le Direzioni IT di oggi devono affrontare una serie di sfide. L’accelerazione della tecnologia, la democratizzazione dell’Intelligenza Artificiale e la cybersecurity impongono di rafforzare il loro duplice ruolo di esperti tecnici e strategici – afferma Emanuele Castellani, Executive Board Member del Gruppo Cegos e ceo di Cegos Italia, -. All’interno delle loro organizzazioni, i dipartimenti IT svolgono anche un ruolo sempre più importante nei confronti dei manager e dei team operativi, che devono essere continuamente supportati nell’adozione di nuove soluzioni e strumenti. La funzione IT, un tempo limitata a mero  supporto tecnico, è ora incentrata sul business, poiché le tecnologie sono al centro delle performance. Per fare tutto questo, i Direttori e i Manager IT devono anche affrontare una vera e propria competizione per la ricerca dei talenti, che sono essenziali per la funzione e l’organizzazione. In questa corsa alle competenze, la fase di recruiting è spesso complessa e la formazione dei team esistenti è fondamentale“.

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