Il messaggio più rilevante per la politica e l’azione di governo è che lo sviluppo di un’Italia digitale è una priorità non per il settore, ma per il Paese. L’Italia è il secondo esportatore europeo dopo la Germania, ma la Lombardia ha più aziende della Baviera. Il recupero di competitività passa per infrastrutture di livello europeo, buone comunicazioni, servizi che possano favorire le imprese e attirare investimenti.
Una burocrazia più snella e veloce, una sanità pubblica più efficiente, un utilizzo migliore delle tecnologie attraverso il cloud computing, in grado di ridurre i costi operativi passano per un’azione convergente di più soggetti pubblici e privati. Una collaborazione, articolata anche a livello territoriale, come già per esempio stiamo sperimentando con successo in Trentino-Alto Adige anche in materia di sviluppo delle reti. Gli obiettivi della crescita passano per gli investimenti mentre un’azione solamente orientata al minor costo per il consumatore è inadeguata all’obiettivo di sviluppare un’offerta articolata fatta di contenuti, servizi e tecnologie e quindi valore per il paese.
Occorre una nuova politica industriale che veda il concorso di Europa, Stato e Regioni, dal sostegno alla ricerca e alla formazione, allo sviluppo di progetti di significato industriale, alle sinergie con il mondo della cultura, della scienza, della tecnologia riducendo anche la dipendenza sempre maggiore da fornitori di servizi/Ott di altre aree geografiche. I servizi cloud saranno al riguardo un importante banco di prova.