Lo scorporo della rete Telecom non resti un fatto interno all’azienda. L’appello arriva da Roberta Turi, segretaria nazionale Fiom-Cgil e responsabile per il settore Ict. “La Fiom ritiene che una questione così rilevante non solo per decine di migliaia di occupati, ma per il futuro del Paese, non possa essere confinata in una discussione tutta interna al Consiglio di amministrazione di Telecom Italia – sottolinea Turi – Questa operazione, infatti, potrebbe costituire l’inizio di un percorso virtuoso per gli investimenti e l’occupazione oppure, al contrario, l’inizio di un nuovo ciclo di ristrutturazioni e scorpori con un impatto devastante su un pezzo di mondo del lavoro che conta decine di migliaia di addetti. Su questa scelta si deve quindi aprire una discussione pubblica.”
La posizione espresa oggi da Turi è la stessa che la delegazione Fiom, guidata dal segretario generale Maurizio Landini, ha espresso nel corso dell’incontro che si è svolto martedì 18, a Roma, quando il viceministro dello Sviluppo Economico con delega per le Comunicazioni, Antonio Catricalà, ha ricevuto i sindacati dei metalmeccanici.
“La Fiom, da sempre, ritiene che la rete delle Tlc, una delle infrastrutture fondamentali del nostro Paese, debba tornare pubblica – evidenzia la sindacalista – Occorre d’altra parte recuperare il ritardo enorme che l’Italia ha accumulato rispetto agli obiettivi posti dall’Agenda digitale europea. Bisogna far partire gli investimenti e creare nuove regole sugli appalti. Tutta la filiera dell’Ict è in crisi e il Paese rischia di perdere competenze importanti con i licenziamenti che stanno coinvolgendo, ormai, aziende grandi e piccole.”
“È ora che il Governo eserciti un ruolo forte – conclude – per tentare di rimediare ai distasti prodotti sull’occupazione dalla nefasta privatizzazione di Telecom Italia e per accelerare lo sviluppo della banda larga, decisivo strumento di modernizzazione delle nostre infrastrutture.”