Il social media advertising è in forte crescita, Facebook è leader in questo mercato ma nessuno è in grado di dire quanto vale con esattezza un “like”. Lo sostiene un nuovo report di BI Intelligence, che sottolinea innanzitutto l’inarrestabile ascesa delle pubblicità sulle reti sociali.
Secondo un recente studio BIA/Kelsey, si passerà dai 4,7 miliardi di dollari spesi l’anno scorso in tutto il mondo in “social ad” a 11 miliardi nel 2017. BI Intelligence sottolinea che questo è un mercato “giovane e in crescita” e che ancora rappresenta dall’1 al 10% del budget stanziato dalla vasta maggioranza delle agenzie pubblicitarie: proprio per questo “esiste una significativa opportunità che la quota vada a crescere”.
In questo contesto Facebook è definito “senza dubbio il leader del mercato”. Dai dati del “Digital Influence Report 2013” di “Technorati Media”, nel 2012 i marchi più importanti hanno riservato proprio al gigante informatico fondato da Mark Zuckerberg il 57% della cifra destinata ai social media. Nello stesso anno Twitter e YouTube hanno ricevuto ciascuno solo una fetta del 13%.
Nel quarto trimestre fiscale dello scorso anno i ricavi da mobile hanno costituito il 23% dei profitti complessivi di Facebook. Secondo Tbg, piattaforma di ottimizzazione delle pubblicità sui social network, i “mobile ad” del colosso californiano vantano la più elevata quota di click rispetto ai competitor.
Il punto è, rimarca BI Intelligence, che le aziende non sanno qual è l’esatto valore economico dei “like” e non sono del tutto convinte che la spesa riservata ad occupare spazi su Facebook sia realmente efficace.
Alcuni ricercatori hanno tentato di calcolare il potenziale valore di un utente che mette il suo “mi piace” sulla pagina di un brand, ma i numeri variano in modo significativo.
Il “Social Media Marketing Industry Report 2013” di “Social Media Examiner” ha effettuato un sondaggio su 3.000 operatori di marketing e il 41% degli intervistati si è detto “incerto” sull’efficacia del mkt su Facebook. Lo stesso rapporto ha rilevato che il 17% ritiene senza mezzi termini la piattaforma di Zuckerberg inadatta per scopi di marketing, mentre solo il 32% la considera efficace.
“Il social media marketing – conclude BI Intelligence – è ancora visto con scetticismo. Facebook dovrebbe lavorare molto meglio sulla diffusione e comunicazione dei risultati, mentre le altre reti sociali dovrebbero cercare di sottrarre clienti a Fb, dato che chiaramente hanno la possibilità di farlo”.
Lo scorso aprile è stata diffuso uno studio di ricercatori del Cambridge’s Psychometrics Centre, in collaborazione con Microsoft Research Cambridge, che hanno analizzato i dati relativi ai loro “like” messi a disposizione volontariamente da oltre 58.000 utenti attraverso myPersonality, un’applicazione di Fb realizzata ad hoc per l’esperimento. È emerso che dal tasto “mi piace” di Facebook si può ricavare una mole di dati sulla vita personale dell’utente.
Dalla ricerca è emerso che, dall’analisi automatizzata dei soli “mi piace”, si possono dedurre con sorprendente accuratezza razza, età, IQ, preferenze sessuali, tipo di personalità, uso di particolari sostanze e opinioni politiche dell’utente. L’algoritmo utilizzato per “scandagliare” i “like” arriva in alcuni casi al 95% di accuratezza.