L’APPROFONDIMENTO

La GenAI non è per “alieni”: come passare dal dire al fare



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Elmec Informatica ha chiamato a raccolta clienti e stakeholder per condividere esperienze e use case. Competenza e formazione i pilastri fondamentali per evitare le fughe in avanti dei dipendenti e a catena la perdita di dati aziendali. Ed è determinante identificare i contesti in cui la tecnologia genera benefici concreti

Pubblicato il 27 mag 2024



Elmec_ET Extra Thinkers_Marco Lorusso_Rinaldo Ballerio

L’intelligenza artificiale è uno strumento potente ed efficace, ma l’introduzione e l’utilizzo in azienda deve essere governato per evitare rischi per la sicurezza dei dati. Questo è il principale tema emerso nel corso dell’evento “E.T. Extra Thinkers – L’AI non è una cosa da alieni. Come le aziende stanno già usando l’intelligenza artificiale”, organizzato da Elmec Informatica, l’azienda di Brunello (VA) che da più di 50 anni sviluppa servizi IT per le imprese. Avendo compreso già da tempo l’importanza strategica che l’intelligenza artificiale offre alle imprese e di quelli che possono essere i vantaggi, ma anche i rischi, Elmec ha chiamato a raccolta clienti e stakeholder per condividere con loro l’attuale scenario e i suoi risvolti nel medio e lungo periodo.

Competenza e formazione per un’implementazione senza rischi

Il dibattito si è focalizzato, fra l’altro, sui principi base per una buona riuscita dell’implementazione dell’AI all’interno delle aziende. Per raggiungere questo scopo, competenza e formazione sono i due pilastri fondamentali. Nelle imprese, infatti, si verifica spesso il fenomeno dello shadow IT, ovvero le fughe in avanti dei dipendenti che iniziano a utilizzare personalmente una nuova tecnologia senza il permesso dell’IT manager, con il rischio di veicolare dati aziendali attraverso account personali non tutelati dai sistemi di cybersecurity aziendali.

Emerge poi che non bisogna agire in modo destrutturato, senza una strategia, ma è necessario definire obiettivi chiari e un piano di implementazione dell’intelligenza artificiale che vada a semplificare il lavoro delle persone. È fondamentale avviare processi di formazione aziendale per poter offrire le giuste competenze e ottenere i risultati migliori. Sono presenti due macro-rischi: il primo è un utilizzo incontrollato e inconsapevole che può portare a danni economici per l’azienda, il secondo è l’abbandono della tecnologia da parte degli utilizzatori che vanificherebbe il fattore competitivo nell’utilizzo dell’AI.

Formazione contro i macro-rischi dell’AI

“L’AI sta cambiando il modo in cui stiamo interagendo e interagiremo con la tecnologia. Non bisogna agire in modo destrutturato, senza una strategia, ma è necessario definire obiettivi chiari e un piano di implementazione dell’intelligenza artificiale che vada a semplificare il lavoro delle persone. È fondamentale avviare processi di formazione aziendale per poter offrire le giuste competenze e ottenere i risultati migliori. Ricordiamoci che sono presenti due macro-rischi. Il primo è un utilizzo incontrollato e inconsapevole che può portare a danni economici per l’azienda, il secondo è l’abbandono della tecnologia da parte degli utilizzatori che vanificherebbe il fattore competitivo nell’utilizzo dell’AI. Nella nostra azienda, ad esempio, nella prima fase di adozione degli strumenti di intelligenza artificiale abbiamo affidato agli sviluppatori senior lo strumento perché più esperti e capaci nel gestire le complessità e valutare i reali benefici” ha commentato Filadelfio Emanuele, Ciso & Security Operation Manager di CybergON.

L’azienda varesina, in particolare, ha introdotto al proprio interno l’utilizzo dell’assistente digitale Microsoft Copilot, che consente di aiutare gli utenti in una vasta gamma di attività, come la creazione di contenuti o l’accesso ai documenti aziendali a seguito di uno screening che riconosce automaticamente se un determinato utente ha i corretti permessi di accesso a tale documento.

Una tecnologia semplice ma che richiede competenze

La peculiarità di questa nuova tecnologia è la sua apparente semplicità. L’AI generativa, infatti, offre un accesso immediato a funzioni che semplificano il lavoro; tuttavia, la sua facile adozione da parte dei dipendenti genera una criticità nelle aziende che devono capire come implementarla davvero all’interno dei propri sistemi, superando la fase di sperimentazione. Per questo continuiamo a ripetere quanto sia fondamentale avere un team di persone preparate che, conoscendone limiti e potenzialità, sappiano identificare in modo chiaro in quali contesti sia preferibile iniziare ad applicarla” ha evidenziato Matteo Ghiringhelli, Responsabile Innovation Research di Elmec Informatica.

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