Via libera all’acquisizione di NetCo da parte di Kkr. La Commissione europea ha approvato l’operazione senza condizioni, a norma del regolamento Ue sulle concentrazioni.
La Commissione ha concluso che il deal da 22 miliardi non solleva preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza nello spazio economico europeo.
L’operazione è significativa perché è la prima volta che un ex monopolista delle Tlc in un grande Paese europeo cede la propria rete fissa.
L’indagine della Commissione
La Commissione ha esaminato l’impatto dell’operazione sul mercato all’ingrosso dei servizi di accesso alla banda larga in Italia e ha concluso che l’operazione non ridurrebbe in modo significativo il livello di concorrenza.
Secondo la Commissione Kkr non avrà la capacità di limitare l’accesso ai servizi passivi, vale a dire le infrastrutture. “Per ciascun prodotto all’ingrosso il numero di reti disponibili e di fornitori all’ingrosso rimarrà invariato e il potere di mercato di NetCo non aumenterà sostanzialmente rispetto a quello che detengono attualmente Tim o FiberCop”, precisa la nota dell’esecutivo Ue. Gli accordi a lungo termine esistenti con diversi richiedenti l’accesso, tra cui Fastweb e Iliad, conclusi dopo la creazione di FiberCop nel 2021, garantiscono infatti che Kkrr non potrà rendere meno favorevoli le condizioni di accesso all’ingrosso o porre fine a tale accesso.
Inoltre, l’operazione non aumenterà la probabilità di un coordinamento tra NetCo e OpenFiber, dal momento che Fastweb continuerà a esercitare una pressione concorrenziale su NetCo e sulla sua concorrente di lunga data, Open Fiber. “Inoltre, è probabile che NetCo e Open Fiber continuino a competere, sia per attrarre nuovi clienti sia per installare reti in fibra ottica, in nuove zone o in quelle dell’altra parte”, evidenzia Bruxelles.
L’accordo quadro di servizi
Kkr e Tim hanno inoltre concordato un accordo quadro di servizi (Msa) che disciplinerà il rapporto tra NetCo e Tim a seguito dell’operazione. La Commissione ha constatato che l’accordo Msa non è parte integrante dell’operazione, in quanto non si tratta di un accordo con cui Kkr acquisisce il controllo su NetCo. “Sebbene non rientri nell’ambito di applicazione del regolamento Ue sulle concentrazioni, l’accordo può tuttavia essere oggetto di un controllo sulla base delle norme antitrust dell’Ue o dell’Italia nonché essere sottoposto a vigilanza regolamentare”, precisa però la Commissione.
A valle di queste considerazione la Ue ha concluso che la concentrazione proposta non solleva problemi sotto il profilo della concorrenza sul mercato all’ingrosso dei servizi di accesso alla banda larga in Italia e ha autorizzato l’operazione senza condizioni.
Il commento di Tim
La soddisfazione di Giorgetti
Soddisfazione per il disco verde Ue è stata espressa dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. “Accogliamo con grande soddisfazione il via libera senza condizioni della Commissione europea sull’acquisizione di Netco da parte di Kkr: sbrogliata la storica matassa -commenta – E’ un successo della strategia italiana e ora andiamo verso un closing a breve. È stata premiata la decisione del governo di partecipare all’operazione”.
La reazione dei sindacati
Per la Cgil e la Slc serve un confronto con il governo. “Abbiamo appreso dalla stampa dell’ok dell’Antitrust europeo alla vendita della rete di Telecom Italia al fondo americano Kkr. L’autorizzazione da parte dell’Ue allo scorporo della rete, senza condizioni, segna un ulteriore passo formale in direzione dello smantellamento di un asset strategico per il nostro Paese. È urgente un confronto con il Governo – dicono in una nota congiunta il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario nazionale della Slc Riccardo Saccone – E’ ineludibile e non rinviabile il confronto con il Governo, per comprendere quali prospettive e quali garanzie si intendono adottare riguardo al fututo dell’ex incumbent e, più in generale, quale piano si intende attuare per il riassetto del settore. Non vorremmo – concludono – che alla perdita di uno degli ultimi player nazionali si aggiungesse la perdita dei fondi del Pnrr destinati all’infrastrutturazione digitale del paese, sulla quale, lo ricordiamo, continuiamo a registrare gravissimi ritardi”.