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Affitti brevi, via alla piattaforma nazionale. Si parte dalla Puglia



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Operativa la Banca dati nazionale delle strutture ricettive per finalità turistica voluta dal Ministero del Turismo per tutelare il consumatore e garantire trasparenza nel mercato. Ecco come funziona

Pubblicato il 3 giu 2024



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Entra ufficialmente in funzione la Banca dati nazionale delle strutture ricettive e degli immobili in locazione breve e per finalità turistica (Bdsr), l’innovativa piattaforma digitale realizzata dal ministero del Turismo in collaborazione con le Regioni e le Province Autonome.

La sperimentazione della piattaforma inizia con la Puglia. In seguito, sul sito del ministero, sarà data notizia dell’attivazione del servizio per le altre Regioni e Province Autonome, fino a raggiungere, progressivamente, l’intero territorio nazionale.

Uno standard a livello nazionale

La Bdsr stabilisce parametri omogenei e processi standardizzati a livello nazionale e rappresenta un pilastro fondamentale per la tutela del consumatore, della concorrenza e della trasparenza del mercato, facilitando la mappatura e il monitoraggio del panorama ricettivo nazionale. Attraverso la piattaforma, con un processo semplificato, è possibile richiedere il Codice identificativo nazionale (Cin), da utilizzare per la pubblicazione degli annunci e per l’esposizione all’esterno delle strutture ricettive e degli immobili in locazione breve o turistica.

Una volta effettuato l’accesso alla piattaforma tramite identità digitale, i titolari delle strutture e i locatori di immobili possono visualizzare le strutture collegate al proprio codice fiscale, integrare gli eventuali dati mancanti e ottenere il Cin.

Fase sperimentale, poi la fase a regime

Il processo di entrata in esercizio della Bdsr si articola in due fasi: una fase sperimentale per lo sviluppo del modello di interoperabilità e una fase a regime. La fase di avvio sperimentale nelle Regioni interessate consente ai cittadini che lo desiderano di adeguarsi fin da ora agli obblighi correlati al Cin previsti dall’apposita disciplina, riportata all’art. 13-ter del decreto-legge n. 145/2023. Le disposizioni contenute nel decreto-legge, in ogni caso, saranno applicabili solo dopo 60 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Avviso attestante l’entrata in funzione della Bdsr su scala nazionale.

Coinvolti fino a 500mila affitti

Il provvedimento riguarda potenzialmente fino a 500mila affitti: sono, infatti, tante le abitazioni che, secondo i dati Aigab, vengono pubblicizzate attualmente online in tutta Italia per le locazioni brevi e che ora saranno obbligate a dotarsi di un codice identificativo.

Chi propone in locazione una struttura senza codice identificativo rischierà una multa tra 800 e 8mila euro. Chi non utilizza il codice all’interno degli annunci rischierà una sanzione tra 500 e 5mila euro. Scatterà, poi, anche l’obbligo di dotarsi di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e di monossido di carbonio, oltre che di estintori portatili. In questo caso la sanzione per eventuali mancanze (fino a 6mila euro) scatterà solo per chi esercita l’attività turistica in forma imprenditoriale.

L’interoperabilità, poi il Cin

Nella prima fase le Regioni invieranno alla banca dati nazionale un set di dati minimi necessari all’identificazione della struttura. Sarà la base per la creazione dell’archivio nazionale. A corredo di questi, le Regioni potranno trasmettere altri dati. Si arriverà, così, all’interoperabilità. Chiusa questa fase, i titolari delle strutture che avevano già dei codici regionali potranno effettuare l’accesso alla piattaforma tramite Spid. Potranno, a quel punto, visualizzare le strutture collegate al codice fiscale, integrando gli eventuali dati mancanti, e ottenere il Cin. Chi non ha il codice potrà effettuare la richiesta da zero.

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