Gli azionisti di Sprint Nextel hanno detto sì, approvando l’offerta di acquisto da 21,6 miliardi di dollari del provider di servizi telecom giapponese Softbank. Il terzo operatore mobile americano si avvia a diventare un colosso degno di competere con i leader di mercato At&t e Verizon, mentre Softbank entra nell’industria wireless degli Stati Uniti. A mancare è solo l’ok definitivo dei regolatori federali.
Fin dalla prima offerta di Softbank, la Federal Communications Commission (Fcc) ha manifestato le sue preoccupazioni sulla possibilità che un’azienda straniera acquistasse frequenze mobili negli Stati Uniti. I regolatori federali hanno valutato le implicazioni per il mercato delle telecomunicazioni nazionali e dato un primo via libera a maggio. Ora che l’accordo si è concretizzato, la Fcc sta conducendo un’analisi dell’impatto che la fusione tra Sprint e Softbank potrà produrre sui consumatori e la concorrenza sul mercato interno delle Tlc. Gli analisti pensano comunque che i regolatori concederanno di nuovo il disco verde, perché Sprint viene acquisita non da un altro operatore americano, bensì da un competitor straniero. Il deal dovrebbe chiudersi dunque senza sorprese all’inizio del mese prossimo.
L’offerta di Softbank è stata approvata dall’80% degli aventi diritto al voto. L’ok degli azionisti era scontato, anche perché la scorsa settimana il principale rivale di Softbank, Dish Network, aveva ritirato la propria offerta. “Questo è un giorno storico per la nostra azienda, voglio ringraziare tutti gli azionisti”, ha dichiarato Dan Hesse, Ceo di Sprint. “L’operazione con Softbank dovrebbe aumentare il valore a lungo termine di Sprint e migliorare la sua posizione competitiva attraverso la creazione di una società con una maggiore flessibilità finanziaria”.
Gli azionisti che hanno partecipato al voto hanno indicato che “nel lungo termine la scelta di Softbank anziché Dish è la migliore”. A convincere è stata la solidità finanziaria dei giapponesi, mentre l’accordo con Dish avrebbe richiesto a Sprint di accollarsi un pesante debito e avrebbe comportato anche lo spostamento delle sue operazioni via da Kansas City versi i quartieri generali di Dish, presso Denver. Questo ha permesso di sorvolare sul fatto che ora la proprietà è straniera, un elemento della transazione meno gradito ad alcuni.
Secondo gli accordi previsti, Softbank dovrà investire 5 miliardi di dollari nello sviluppo di una rete wireless ad alta velocità per portare Sprint a competere con At&t e Verizon. L’approvazione del merger ha anche spianato la strada ad un altro deal: Sprint è in lizza per acquistare le quote residue di Clearwire (di cui possiede già poco più della metà delle azioni) e una parte dell’offerta di 5 dollari per share è subordinata all’approvazione dell’accordo con Softbank. Questa offerta è superiore a quella presentata proprio da Dish, che anche in questo caso si è dovuta fare da parte.
L’acquisto di Clearwire, che ha in programma la votazione della proposta di Sprint da parte dei propri azionisti il prossimo 8 luglio, è fondamentale per il successo della nuova Sprint perché le permetterebbe di ottenere nuovo spettro.
Diversi analisti avevano raccomandato agli azionisti di Sprint di accettare l’offerta di Softbank. “Sprint ha bisogno di investimenti per costruire e rafforzare la sua rete Lte e sottrarre abbonati a At&t e Verizon”, ha scritto in un report l’agenzia governativa Iss (Institutional Shareholder Services). “Softbank ha le risorse e l’esperienza necessarie”. Anche se, con la seconda proposta che i giapponesi hanno presentato per contrastare l’iniziativa di Dish, il denaro che potrà essere investito nelle reti si è ridotto.
“Nel lungo termine, Softbank è un partner migliore, ha l’esperienza necessaria nell’industria mobile, anche in fatto di acquisizioni di successo”, ha indicato una nota SNL Kagan. Il New York Times ha scritto che l’ingresso di Softbank aumenterà la concorrenza sul mercato americano delle telecomunicazioni, che oggi è fortemente concentrato; al momento il segmento mobile è dominato da quattro provider nazionali e per i servizi Internet residenziali di ultra-banda larga la scelta è limitata a uno o due fornitori al massimo.