Il mercato degli investimenti pubblicitari in Italia ha chiuso il 2012 con una flessione del 12,5% e un totale investimenti pari a 8.420 milioni di euro. Sono i dati presentati oggi a Milano da Assocom, Associazione aziende di comunicazione, che prevede per la fine del 2013 un risultato negativo per i media tradizionali (-12,5%) con investimenti per 7.095 milioni, ma una crescita continua per il digitale (+5,7%) sostenuta da formati video in crescita del 15% a 170 milioni di euro e per il segmento mobile, in aumento del 20% a 50 milioni di euro.
Secondo quanto emerge dalla ricerca, il disinvestimento nei media tradizionali riguarda tutti i comparti in Italia: nel periodo gennaio-aprile 2013, Nielsen rileva una flessione totale degli investimenti pari al 18,9% e riporta un segno negativo per tutte le prime dieci categorie di investitori, ad eccezione del Retail. “Dal suo massimo, il mercato – afferma Roberto Binaghi, presidente del Centro studi Assocom – ha perso quasi 3 miliardi di euro, di cui quasi 2 miliardi negli ultimi due anni. E’ come se fossero improvvisamente sparite dal mercato pubblicitario 11 Telecom oppure 13 Vodafone oppure 20 Volkswagen oppure 29 Eni oppure 31 Nestlè”.
Le previsioni per il 2013 sui diversi mezzi di comunicazione vedono una crescita solo del digital, con un incremento del 5,7%. Diminuiscono gli investimenti sugli altri mezzi: radio -11%, Tv -12%, esterna -16,5%, periodici -20,9%, quotidiani -23,9% fino al -30% del cinema. Sul totale dello spending per il 2013 il peso percentuale maggiore lo conserva la televisione, col 51,1%. Il digitale vale il 19,9%, la stampa il 17,2%, la radio il 5,9%, l’esterna il 5,4% ed il cinema lo 0,4%.