“La nuova composizione del Parlamento europeo non cambierà la velocità e la direzione in cui l’Unione europea si sta muovendo in relazione al settore delle telecomunicazioni”. A sostenerlo sono gli analisti di Strand Consult, che hanno delineato lo scenario che si prospetta per il settore all’indomani delle elezioni d’inizio giugno.
“Ci sono due questioni importanti che determinano se il futuro sarà luminoso o buio per gli investimenti nelle telecomunicazioni, per l’industria delle telecomunicazioni e, in ultima analisi, per i clienti. Si tratta di chi sostituirà Margrethe Vestager come commissario per la concorrenza e se Thierry Breton rimarrà nel suo ruolo di commissario per il mercato interno”, si legge in un documento intitolato “What is the impact of the Eu elections on the telecom industry?”, che rimarca come le tlc siano considerate una priorità minore tra le sfide e le crisi principali dell’Ue. Le elezioni in sé hanno un impatto minimo sul settore, “e si prevede che il Parlamento si concentri piuttosto sulla protezione dei giovani dalle Big Tech e dall’AI”.
Cosa significano le elezioni europee per le telecomunicazioni
Ciononostante la Commissione europea può fornire una leadership per definire la politica delle telecomunicazioni. Secondo i rapporti della stessa Unione, c’è un divario di 200 miliardi di euro per raggiungere gli obiettivi in materia di infrastrutture di connettività.
Margrethe Vestager non continuerà a ricoprire la carica di vicepresidente della Commissione europea per la concorrenza. Strand Consult ricorda come la commissaria abbia bloccato i settori di ferrovie e per l’appunto telecomunicazioni lungo il loro percorso di consolidamento. “È durante il decennio della Vestager che il divario degli investimenti nelle telecomunicazioni è raddoppiato, passando da 100 a 200 miliardi di euro”.
D’altra parte non è certo che Thierry Breton continuerà a operare. Ex amministratore delegato della francese Orange, comprende le esigenze dell’industry e ha adottato politiche significative in materia di cybersicurezza. “Tuttavia, non ha risolto le sfide strutturali del settore delle telecomunicazioni”.
Questo fallimento, secondo gli analisti, non è imputabile solo a Breton, ma piuttosto alle associazioni di categoria come Etno e Gsma, che non sono state in grado di definire e realizzare un’agenda a favore della crescita per gli investimenti, il consolidamento, lo spettro e la modernizzazione delle politiche. “Qualunque cosa faccia l’Ue in materia di telecomunicazioni (buona o cattiva che sia), queste associazioni di categoria rispondono che sono felici e che non vedono l’ora di lavorare con l’Ue”.
Breton ha messo la palla in posizione di fair share, ma nessuno è riuscito a calciare in porta. “I responsabili politici a livello nazionale non conoscevano molto la questione e raramente hanno ascoltato le controargomentazioni”, rimarca Strand Consult.
La scelta del nuovo commissario europeo per la concorrenza sarà cruciale, anche se sembrerebbe che qualsiasi proposta costituisca un miglioramento rispetto alla scelta di impedire il consolidamento all’interno dell’area. “Breton è in grado di fornire risultati, ma sarebbe saggio trovargli un partner alla Commissione che comprenda le sfide moderne delle telecomunicazioni e il modo in cui la tecnologia guida la concorrenza”, sottolinea Strand Consult, ricordando che il futuro di Breton dipenderà probabilmente dalle elezioni legislative francesi del 30 giugno e del 7 luglio.
Nagel, Mediobanca: “La scala è un elemento chiave”
L’analisi di Strand Consult è condivisa anche dall’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel. “La scala è un elemento chiave per supportare il potere degli investimenti nelle telecomunicazioni e la mancanza di scala ha storicamente rappresentato uno svantaggio competitivo per gli operatori europei”, ha detto Nagel nel suo discorso di apertura della decima edizione dell’Italian Ceo Conference di Piazzetta Cuccia. “In effetti, il settore europeo è largamente frammentato, con 27 diversi mercati singoli e circa 50 gruppi di reti mobili, spesso operanti solo a livello nazionale”, ha aggiunto. “Al contrario, gli Stati Uniti hanno solo tre grandi gruppi e la Cina ne ha quattro. In questo ma anche in altri settori la politica Antitrust seguita dalla Commissione europea non ha aiutato e dovrebbe essere radicalmente cambiata”.
Cambierà qualcosa per Huawei e Zte?
C’è poi il dibattito, che travalica i confini dell’Unione europea, sull’uso delle infrastrutture cinesi, su cui pesano diversi ban del mondo occidentale. Il nuovo Parlamento europeo e la nuova Commissione cambieranno l’approccio nei confronti delle tecnologie cinesi?
“La risposta immediata è no, non succederà, così come Joe Biden non ha cambiato la politica di Trump in questo settore”, sostiene Strand Consult, secondo cui il punto di partenza per la valutazione della sicurezza dell’Ue è stata la valutazione del rischio coordinata a livello europeo del 2019, che ha incluso i contributi della Commissione europea, dell’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza informatica (Enisa) e dell’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (Berec).
Sulla base di una serie di rischi identificati e per salvaguardare la sicurezza e la resilienza, l’Ue ha sviluppato un approccio fondamentale e unico a livello mondiale alla sicurezza delle reti di ultima generazione con l’Eu 5G Toolbox, sviluppato e approvato con misure di mitigazione strategiche (non tecniche) e tecniche. In sintesi, la Commissione europea e gli Stati membri dell’Ue attuano misure chiave in due aree: misure di sicurezza strategiche (non tecniche) e tecniche; entrambe le valutazioni e le misure di mitigazione devono essere soddisfatte per considerare i fornitori di apparecchiature 5G sicuri e affidabili.
A giugno 2023, 24 Stati membri hanno adottato il toolbox o erano in procinto di farlo, ad esempio preparando misure legislative che conferiscono alle autorità locali il potere di effettuare valutazioni di sicurezza. A giugno 2023, 11 Stati membri avevano adottato misure per implementare restrizioni ai fornitori ad alto rischio.
Telco per l’Italia il 26 giugno a Roma
Franco Accordino, Head of Unit Investment in High-Capacity Networks della Commissione Europea, sarà fra i protagonisti di Telco per l’Italia il 26 giugno a Roma. Clicca qui per l’agenda completa e per l’iscrizione all’evento.