IL CASO

Terminazione mobile, la Kroes diffida la Germania

L’Authority per le Tlc Bnetza nel mirino di Bruxelles per la revisione delle tariffe. Il nuovo regime provocherebbe un effetto boomerang facendo aumentare i costi dell’80% e impattando sui consumatori finali. L’Europa pronta per le azioni legali in caso di mancato dietrofront

Pubblicato il 28 Giu 2013

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L’authority per le tlc tedesca (BNetzA) torna nel mirino di Bruxelles. Ieri la Commissione Ue ha lanciato una scomunica ufficiale contro la revisione delle tariffe di terminazione mobile (Mobile Termination Rates o MTR) recentemente messa a punto dal regolatore d’oltremanica. Stando a quanto denuncia l’Esecutivo di Bruxelles, il nuovo regime – non ancora in vigore – si tradurrebbe in un rincaro dell’80% delle stesse tariffe, con conseguenti e pesantissime ricadute sulle bollette di consumatori e imprese del paese. Di qui la richiesta di accantonarlo o quantomeno emendarlo. Richiesta che chiude un’indagine comunitaria durate oltre tre mesi, e nel corso della quale la Commissione ha anche incassato il sostegno del Berec, l’organismo europeo dei regolatori tlc.

Nella lettera di diffida inviata a BNetzA, Bruxelles argomenta che le nuove tariffe non ottemperano ai principi e gli obiettivi del quadro regolamentare europeo in materia di telecomunicazioni, incardinati come sono sulla promozione di più concorrenza nell’interesse dei consumatori. Nello specifico, la proposta del regolatore tedesco snobba il metodo di calcolo per le Mtr suggerito dalla Commissione in una raccomandazione del 2009. Peggio, essa delinea un “trattamento speciale”, ossia preferenziale, nei confronti dei 4 principali operatori mobili tedeschi: a tutte spese non solo dei loro omologhi stranieri, ma anche dei consumatori che risiedono in altri paesi tenuto conto degli effetti che il regime proposto avrebbe sulle tariffe di roaming.

“La maggior parte degli stati membri stanno predisponendo tariffe per il mobile in maniera coordinata al fine di generare il massimo beneficio per i consumatori e per la concorrenza in generale. Per questa ragione non ci dovrebbe essere alcuna eccezione in nessun paese Ue”, ha accusato il Commissario per l’Agenda Digitale Neelie Kroes. L’abbassamento delle tariffe di terminazione mobile, e più in generale delle bollette pagate dai consumatori per l’uso di telefoni cellulari e smartphone, è stato e resta uno dei grandi cavalli di battaglia del mandato della commissaria olandese. Uno dei pilastri più importanti del pacchetto Ue sul mercato unico delle tlc, che dovrebbe essere svelato in settembre, prevede non a caso l’abolizione completa del roaming.

A partire dal 1 luglio 2013, intanto, entrerà in vigore proprio un nuovo round di limiti tariffari previsti dall’ultima e recentissima riforma della normativa europea in materia di roaming. Come annunciato ieri dalla Commissione, in virtù delle nuove regole, il costo del download di dati dall’estero verrà ridotto del 36%. Più in generale, fa sapere Bruxelles, i diversi provvedimenti regolamentari varati dall’Ue negli ultimi anni hanno portato ad una riduzione dei prezzi al dettaglio di chiamate, sms e dati di oltre l’80% rispetto ai livelli del 2007. “Le ultime riduzioni dei prezzi – ha spiegato Neelie Kroes – prevedono un risparmio maggiore fin da quest’estate e rappresentano un passo importante verso l’eliminazione definitiva di questi costi aggiuntivi”.

Tornando a BNetzA, qualora quest’ultimo non venga incontro in tempi spediti alle richieste di Bruxelles, la Commissione minaccia di passare alla maniere forti, ossia alle vie legali. I precedenti, tuttavia, danno questo scenario per poco probabile. In passato, dopo una serie di tira-e-molla, Bruxelles è riuscita sempre a bloccare con successo analoghe proposte di altri regolatori nazionali senza il bisogno di adire la giustizia europea o imporre sanzioni di qualche tipo. Certo è che sul Garante tedesco pende al momento un duplice capo d’“imputazione”. Appena quattro giorni fa era già finito sotto la lente d’ingrandimento di Bruxelles per le nuove tariffe di terminazione fissa (con analoga missiva di diffida), anch’esse giudicate troppo elevate.

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