Dallo spin off della rete Tim fino al ruolo cruciale di cavi sottomarini e dei satelliti per spingere produttività e competitività del sistema Paese, passando per l’analisi di come l’Europa si muove sul fronte Tlc.
È un intervento a tutto campo quello del sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, a Telco per l’Italia, l’evento annuale CorCom-Digital360.
Le nuove norme europee
Butti ha acceso i riflettori sul Digital Networks Act, il nuovo pacchetto di norme che punta ad accelerare la creazione del single market.
“Non possiamo negare che il paper del commissario Breton è stata un delusione – ha evidenziato – Abbiamo rilevato una certa ritrosia a trovare soluzioni fattibili per un settore (le Tlc ndr) in difficoltà da anni. Mentre il Digital Networks Act dovrebbe appunto dare risposte concrete in questo senso”.
Stesso discorso per il documento elaborato dall’ex premier italiano, Enrico Letta, sul single market. “Anche in questo caso – ha detto Butti – l’impressione è che tutti lo vogliano questo mercato unico ma pochi propongano strade per arrivarvi in tempi rapidi”.
Da questo punto di vista il governo italiano si sta muovendo. “A breve invieremo a Bruxelles – ha annunciato – un documento elaborato sulla base delle proposte emerse dai tavoli di confronto tra le telco e il Dipartimento per la trasformazione digitale”.
La separazione della rete Tim
Focus – e non poteva essere diversamente – sullo spin off della rete dai servizi di Tim, con la vendita dell’infrastruttura a Kkr. “Dopo anni di chiacchericcio siamo arrivati a un primo fondamentale passo, che è quello della separazione della rete dai servizi, era un obiettivo previsto e inserito anche nel programma di governo. Tutto il governo si è concentrato in modo lodevole su questo obiettivo, che per noi è importante – ha spiegato – La separazione della rete dai servizi è un obiettivo previsto e inserito nel programma, il Governo è stato concentrato in modo lodevole su questo obiettivo molto importante. E la creazione di una rete wholesale only indipendente e neutrale consentirà agli operatori di combattere ad armi pari”.
Inoltre, si tratta di un’operazione che apre scenari interessanti e affascinanti. “Finalmente avremo un operatore in grado di fare investimenti che sono necessari se vogliamo dotare il paese di una rete Ftth nei tempi programmati. Mi auguro un atteggiamento costruttivo e sereno certamente nei confronti degli operatori, ma anche nei confronti delle autorità di regolamentazione”.
“Anche a livello europeo – ha proseguito Butti – c’è più convinzione sulla divisione della rete dai servizi e questo consentirà anche una deregulation, che il mondo degli operatori attende, anche nei confronti dei servizi paneuropei sui quali il governo intende tornare a investire”.
E lo spin off viaggia di pari passo con la questione consolidamento, che secondo il sottosegretario è ulteriore chance di sviluppo. “La fusione tra Fastweb e Vodafone che darà vita a una newco da 7 miliardi di ricavi e 8mila dipendenti, pone l’Italia all’avanguardiasul consolidamento del mercato del qual e io sono sempre a favore e mi sembra che anche negli operatori ci sia una nuova consapevolezza di questa necessità”.
Il nodo della rete mobile e del take up
E se a livello di mercato, l’Italia viaggia spedita qualche ostacolo di trova sul fronte servizi e abbonamenti.
“Negli ultimi anni abbiamo assistito e continuiamo ad assistere a un peggioramento della qualità del servizio offerto soprattutto sulle reti mobili e dai sindaci c’è una lamentala crescente sulla mancanza di segnale, nei centri storici e non solo” – ha poi evidenziato Butti – È una questione che dobbiamo risolvere e dobbiamo farlo rapidamente. È veramente inammissibile”. Per questo il governo è al lavoro con i sindaci per mappare la situaizone e definire interventi ad hoc.
Per quanto riguarda il take up, Butti ha sottolineato che laddove c’è la rete, c’è anche il take up.
“In alcune zone il tasso di ko è del 70%. Come governo stiamo accelerando sul roll out – ha ricordato Butti – E lo abbiamo fatto mettendo in campo due proposte serie: l’uso di un consorzio per gli impianti di delivery che ci ha consentito anche di salvare un settore perlopiù formato da pmi; la collaborazione con la Polizia penitenziaria per impiegare i detenuti verso fine pena nell’implementazione delle rete Ftth”.
Sullo sfondo il piano “Italia a un Giga”. “Il tempo stringe – ha avvertito Butti – Siamo al 21% dei civici rispetto al target finale. E’ necessario che le convenzioni siano rispettate, o corriamo il rischio che l’Europa riassorba i finanziamenti del Pnrr”.
Il ruolo della tecnologia satellitare e i cavi
“Sulla tecnologia satellitare, stiamo lavorando, soprattutto la Commissione Ue sta cominciando a investire in termini di idee e risorse – ha detto Butti – Inoltre, sui cavi sottomarini c’è una raccomandazione della Commissione che non ci coglie impreparati e che invita gli Stati membri a lavorare sulla messa in sicurezza dei cavi, parliamo di un 1,3 milioni di km di cavi che vanno mappati. Sono cavi in un momento geopolitico delicato che vanno localizzati e messi in sicurezza. Ci sono risorse importanti e saranno rilasciate anno dopo anno, considerata la strategicità del Mediterraneo vogliamo investire. Ci siamo inseriti in programmi europei di investimento, siamo disponibili a intervenire finanziariamente”.
Infine, sul fronte del cloud, Butti ha sottolineato come il progetto europeo Gaia X sia fallito. “Vorremmo ricominciare a parlare di un cloud europeo a servizio delle pmi ed è necessario investire conoscenza sul futuro del quantum, non possiamo restare indietro e il governo sta elaborando una serie di proposte”, ha concluso.