Ci sono vari modi per sottovalutare la decisione del governo greco di chiudere la radiotelevisione pubblica greca Ert. Si può dire che riguarda solo la Grecia e i suoi artifici amministrativi ben noti; si può puntare il dito su inefficienza, sprechi e corruzione. Si può affermare che, come per tante compagnie aeree di bandiera tra cui la blasonata Swissair, si tratta di una chiusura tecnica che prelude ad una riapertura con qualche razionalizzazione e dimagrimento di personale e ambizioni.
Vero? non tanto, come dimostra, dati alla mano, il ricercatore Tiziano Bonini (http://doppiozero.com/materiali/parallelo/le-lacrime-del-servizio-pubblico-greco); comunque è la prima volta in Europa che i principi del servizio pubblico radiotelevisivo sono messi in discussione così apertamente. I servizi pubblici europei avevano retto abbastanza bene, nel complesso, all’avvento delle tv commerciali. Esse, proprio per il loro carattere apertamente pubblicitario e privatistico, lasciavano scoperto uno spazio che rimaneva di pertinenza dei servizi pubblici.
La coabitazione non è stata facile, ma data ormai dagli anni Ottanta e si avvicina alle nozze d’oro. Tutt’altro discorso per l’avvento di Internet e della connected tv. Alcuni servizi pubblici si attrezzano per accedere alle nuove fonti di ricavo che tali servizi multimediali, sempre più on demand, permettono di conseguire, altri – fra cui la Rai – non vogliono o non possono accedervi e quindi la staticità delle loro entrate li condanna alla graduale marginalità, o a un sostanziale ridimensionamento.
Naturalmente all’establishment ellenico questi ragionamenti non passavano nemmeno per la testa. Il loro problema era quello di far cassa, e di cogliere l’occasione per qualche taglio di testa, vendetta personale, dimagrimento di personale. L’annuncio del portavoce del governo greco (http://www.smallplanet.gr/en/smallplanet/smallplanet-news/321-the-lost-signal-of-democracy) lo dice senza perifrasi. Tuttavia, nella sua rozzezza, l’atto dei governanti greci infrange per la prima volta il concetto, o il dogma, del servizio pubblico come funzione essenziale per la democrazia.
Inoltre, e questo riguarda anche noi, nessuno si domanda come la televisione possa aiutare i cittadini, in un momento così difficile, ad avere comunque una visione positiva della vita. Negli anni Trenta della grande depressione in Usa ci ha pensato il cinema hollywoodiano. E nell’Italia di oggi?