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Innovazione, Italia sotto la media Ue: le competenze digitali bestia nera



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Nello European Scoreboard ci piazzaimo tra gli innovatori “moderati” al 16° posto. Pesa la mancanza di skill e la capacità di investimento delle pmi. Sul podio Danimarca, Svezia e Finlandia

Pubblicato il 9 lug 2024



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I risultati in materia di innovazione dell’Unione europea continuano a migliorare a un ritmo costante, raggiungendo un aumento del 10% dal 2017 e una crescita dello 0,5 % tra il 2023 e il 2024. In questo scenario, però, l’Italia rimane un player con un punteggio sotto la media. A dirlo è l’edizione 2024 dell‘European Innovation Scoreboard, secondo cui la maggior parte degli Stati membri ha migliorato i propri kpi, ovviamente con delta che variano parecchio da un Paese all’altro. E l’Italia, pur facendo progressi, ancora non brilla, ponendosi al 21esimo posto e quindi lontanissima dal podio, occupato da Danimarca, Svezia e Finlandia.

La fotografia italiana

Il nostro Paese “è un innovatore moderato con prestazioni pari all’89,6% della media Ue nel 2024. Le prestazioni sono superiori alla media degli innovatori moderati (84,8%), e aumentano più dell’Ue (+10%)”, ma non bastano per fare il salto di qualità. Pesa soprattutto la mancanza di competenze digitali, in senso esteso, a cui si aggiunge una capacità non adeguata di investimento da parte delle pmi.

Più nello specifico, il report sottolinea tra i punti di forza rispetto all’analisi dell’anno precedente che le piccole e medie imprese italiane hanno aumentato le innovazioni nei processi aziendali e hanno introdotto innovazioni di prodotto, fornendo formazione sulle tecnologie informatiche. Tuttavia è diminuita l’integrazione di nuove soluzioni per il mercato e per l’organizzazione, con la spesa in innovazione per dipendente – soprattutto sul fronte del budget non R&S – in drastico calo.

Rispetto alle competenze digitali, l’indagine evidenzia tre debolezze strutturali: la bassa densità di popolazione con istruzione di livello universitario, la scarsa presenza di studenti di dottorato stranieri e l’insufficiente possibilità di movimento da lavoro a lavoro nell’ambito Human resources in science and technology.

Lo scarto tra innovatori forti e moderati

Cosa manca all’Italia? I leader della classifica europea hanno sistemi di ricerca particolarmente attraenti e sono efficaci nelle strategie di digitalizzazione: gli innovatori forti, in altre parole, si contraddistinguono per ecosistemi di innovazione che coinvolgono sia i prodotti sia le imprese sia i poli universitari.

Tra gli innovatori moderati come l’Italia vi è comunque una serie di tendenze positive, in particolare lo sviluppo della collaborazione nel campo della ricerca. Gli innovatori emergenti hanno mostrato una traiettoria complessivamente positiva per quanto riguarda i risultati in materia di innovazione, ma sono ancora in ritardo.

Sebbene le differenze di rendimento si siano leggermente ridotte tra gli innovatori forti e gli innovatori moderati tra il 2017 e il 2024, il delta è diventato più pronunciato tra i leader dell’innovazione e gli innovatori emergenti. Persistono inoltre differenze geografiche nei risultati in materia di innovazione: i leader dell’innovazione e la maggior parte degli innovatori forti si trovano prevalentemente nell’Europa settentrionale e occidentale e molti degli innovatori moderati ed emergenti dell’Europa meridionale e orientale.

L’andamento generale dell’Unione europea

Osservando lo scenario europeo nel complesso, tra il 2023 e il 2024 i risultati nazionali in materia di innovazione sono aumentati per 15 Stati membri, mentre sono diminuiti per un altro gruppo di 11. La Croazia è rimasta stabile. Rispetto all’ultima edizione, come detto, la Danimarca rimane il paese più innovativo dell’Ue seguito dalla Svezia, che ha guidato le classifiche tra il 2017 e il 2022. L’Estonia è diventata un innovatore forte, seguendo un modello di crescita costante dal 2017. Il Belgio, leader dell’innovazione nel 2023, è passato alla categoria degli innovatori forti, pur mantenendo la sua quinta posizione nella classifica generale.

Un’analisi più ampia, che coinvolga altri paesi europei e concorrenti selezionati a livello mondiale, mostra un panorama internazionale in evoluzione. La Svizzera è il Paese europeo più innovativo e la Corea del Sud rimane il concorrente mondiale più innovativo nel 2024, mentre la Cina ha superato il Giappone e sta progressivamente colmando il divario con l’Ue.

Nel contesto globale, l’Ue mantiene una posizione solida, dimostrando buoni risultati nella maggior parte degli indicatori, compresi quelli che riguardano le pmi, che stanno introducendo innovazioni di prodotto e di processo e tecnologie per diminuire l’impatto ambientale.

Detto questo, rimarca il report, l’Ue deve ancora affrontare numerose sfide rispetto ai suoi principali concorrenti a livello mondiale in settori quali il patrimonio intellettuale, la collaborazione tra le pmi innovative e la spesa per R&S.

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