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Musk, il social X fuori controllo: rischia una maxi multa



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Pubblicate per la prima volta le conclusioni preliminari dell’indagine Ue. Riscontrate criticità sul fronte degli account verificati con la spunta blu, sulla trasparenza della pubblicità e sull’accesso ai dati da parte dei ricercatori. Vestager: “Modelli oscuri, fuorviati gli utenti”

Pubblicato il 12 lug 2024

Federica Meta

Giornalista



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X vìola le norme del Digital Markets Act (Dsa). La Commissione Ue ha riscontrato violazioni nelle aree legate ai dark pattern, che sono interfacce studiate per indurre gli utenti a compiere azioni indesiderate, alla trasparenza della pubblicità e all’accesso ai dati da parte dei ricercatori.

“A nostro avviso, X non rispetta la legge sui servizi digitali nei settori chiave della trasparenza, utilizzando modelli oscuri e quindi fuorviando gli utenti, non fornendo un adeguato archivio pubblicitario e bloccando l’accesso ai dati per i ricercatori – spiega la vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale, Margrethe Vestager – La legge sui servizi digitali è imperniata sulla trasparenza e siamo determinati a garantire che tutte le piattaforme, compresa X, rispetti la legislazione dell’Ue.

I risultati premilinari dell’indagine Ue

Sulla base di un’indagine approfondita che comprendeva, tra l’altro, l’analisi dei documenti interni della società, colloqui con esperti e la cooperazione con i coordinatori nazionali dei servizi digitali, la Commissione ha formulato constatazioni preliminari di non conformità su tre aspetti:

  • X progetta e gestisce la propria interfaccia per gli “account verificati” con la “spunta blu ma dato che chiunque può abbonarsi per ottenere lo status “verificato”, gli utenti non possono essere adeguatamente informati sull’autenticità degli account e ai contenuti con cui interagiscono. “Esistono prove di malintenzionati – si legge nella nota diffusa da Bruxelles – che abusano degli account verificati per ingannare gli utenti”.
  • In secondo luogo, X non rispetta la trasparenza in materia di pubblicità, in quanto non fornisce un archivio pubblicitario consultabile e affidabile, ma utilizza caratteristiche di progettazione e barriere di accesso che rendono il database inidoneo a fini di trasparenza nei confronti degli utenti. In particolare, il modello adottato non consente la vigilanza sui rischi derivanti dalla distribuzione di pubblicità online.
  • Infine X non fornisce ai ricercatori l’accesso ai suoi dati pubblici così come stabilito dal Dsa e utilizza procedure poco chiare per l’accesso alle Api.

“X ha ora il diritto di difesa, ma se la nostra opinione sarà confermata, infliggeremo ammende e richiederemo cambiamenti significativi”, evidenzia Thierry Breton, commissario per il Mercato interno.

Cosa rischia X

Le conclusioni preliminari non pregiudicano l’esito dell’inchiesta: X può esercitare il suo diritto di difesa, esaminando i contenuti nel fascicolo d’indagine della Commissione e rispondere per iscritto ai rilievi.

Se il parere preliminare della Commissione dovesse essere infine confermato, la Commissione adotterà una decisione definitiva di non conformità che accerti che X vìola gli articoli 25, 39 e 40 della legge sui servizi digitali. La decisione potrebbe comportare sanzioni pecuniarie fino al 6% del fatturato mondiale di X a cui verrà chiesto di adottare misure ad hoc per superare le criticità. La decisione di non conformità potrebbe anche far scattare un periodo di vigilanza rafforzato per garantire il rispetto delle misure che il social intende adottare per porre rimedio alla violazione. La Commissione può inoltre imporre penalità di mora per costringere una piattaforma a conformarsi.

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