LA QUESTIONE DEL TAKEUp

Banda ultralarga, la priorità è integrare le politiche di technology push e demand pull



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Secondo i dati emersi dalla relazione Agcom i tassi di penetrazione oltre i 100 Mbit/s sono superiori alla media nazionale nel Nord-Ovest e nel Centro, mentre il Nord-Est, il Sud e le isole restano indietro. E l’invecchiamento della popolazione non aiuta. Ecco a che punto è la situazione

Pubblicato il 19 lug 2024



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Nell’ottica di ottenere una diffusione più uniforme dei servizi disponibili attraverso le reti a banda ultralarga è prioritario integrare le politiche di offerta (technology-push) con gli interventi dal lato della domanda (demand-pull). Un obiettivo comunque non semplice da raggiungere, visto anche il progressivo invecchiamento della popolazione. A dirlo è la Relazione annuale di Agcompresentata ieri alla Camera dei deputati dal presidente Giacomo Lasorella – che per quanto riguarda il capitolo relativo all’infrastrutturazione del Paese evidenzia come sempre luci e ombre.

Le aree meglio servite dal punto di vista degli accessi

In Italia si stima siano disponibili, in media, 32,1 linee ogni 100 abitanti: il rapporto è pari a 27,5 linee per 100 abitanti per le connessioni commercializzate con capacità maggiori di 30 Mbit/s, (25,6 nel 2022), e a 23,6 (21,5 nel 2022) relativamente alle linee con velocità superiori a 100 Mbit/s13.

Osservando la distribuzione territoriale dei servizi di accesso a banda larga e ultra-larga presso le famiglie italiane, emergono significative differenze tra le diverse aree del Paese: l’analisi per macroaree degli accessi con velocità maggiori di 100 Mbit/s mostra tassi di penetrazione superiori alla media nazionale nel Nord-Ovest e nel Centro, mentre il Nord- Est, il Sud e le Isole si pongono su valori di molto inferiori.

Tali differenze trovano conferma anche nella diffusione delle linee broadband e ultrabroadband tra le famiglie a livello provinciale. Il ranking delle prime dieci province rispettivamente con maggiore e minore diffusione della banda ultra-larga in fibra (Ftth), su rete mista rame-fibra (Vdsl) e mista radio (Fwa), vede la provincia di Roma guidare la classifica (94,6%) ed Isernia in ultima posizione (33,2%). Se si fa riferimento alle sole linee in tecnologia Ftth, la provincia di Milano si conferma al primo posto con il 56,3%, mentre la provincia di Verbano-Cusio-Ossola chiude la classifica con solo l’1,7% di linee “full fiber”. Tali differenze possono essere imputate a numerosi fattori, tra cui la densità della popolazione, che favorisce la maggiore penetrazione dei servizi, e i vincoli orografici che, al contrario, ne frenano la diffusione.

La penetrazione degli operatori nel territorio

A fine 2023, a fronte del 38% di quota di mercato sul complesso delle linee broadband e del 47,1% in termini di spesa complessiva degli utenti, Tim rappresenta, in media, il 33,8% delle linee, con quote superiori alla media anche per motivi di presenza storica, nel Centro (36%), nel Sud (36,1%) e nelle Isole (36,4%) grazie, in particolare all’offerta di linee Vdsl.

Vodafone, con il 16,4% delle linee broadband, presenta una più uniforme distribuzione sul territorio italiano. La presenza dell’operatore tende a crescere nel Sud (20,1%) e nelle Isole (19%) nel segmento Ftth, e si rafforza nell’offerta di servizi Fwa, con quote che superano il 12% nelle regioni del Nord-Est.

Nel segmento delle linee Ftth, Tim, con il 26,1%, si conferma leader di mercato ed è seguita da Vodafone con il 18,3%, da Wind Tre con 18,2%, con quote superiori nel Sud (21,2%) e nelle Isole (23,2%) e con il 16,8% da Fastweb che si conferma principale operatore nel Nord-Ovest (25,1%).

Eolo e Tiscali si confermano i principali operatori nel segmento Fwa (Fixed Wireless Access) con quote, per la prima, particolarmente rilevanti (intorno al 40%) nelle aree settentrionali, mentre la seconda risulta particolarmente radicata nel Sud (38,6%) e nelle Isole (36%). L’importanza del segmento Fwa è testimoniata dalla crescita del peso delle linee Fwa di Tim e Vodafone che, complessivamente considerati, passano nel biennio 2021-2023 dal 18,3% al 29%.

Nel complesso, con riferimento ai ricavi generati dalla spesa complessiva di famiglie e imprese per servizi da rete fissa, Tim, pur se in flessione, detiene ancora una quota superiore al 47%, mentre Fastweb rafforza la propria posizione di secondo operatore di rete fissa con il 18,4%, seguita da Vodafone (11,7%) e Wind Tre (7,9%).

Guardando al quadro competitivo per tipologia di utenza, nel 2023, sia nel segmento “residenziale” che in quello “affari”, i primi quattro operatori rappresentano circa l’85% del mercato. Nel primo si segnalano in particolare la crescita di Tiscali (dal 2,5% al 3,2%), Sky Italia (dall’1,7 al 2,8%) e di Iliad (poco meno dell’1%); mentre nel secondo si consolida il peso di Fastweb (dal 23% al 23,4%) e quello di Vodafone (dal 9,4% al 10,9%).

Lo stato della copertura Ftth in Italia

L’indicatore di copertura della rete in fibra Fiber to the home (Ftth), calcolato dall’Autorità per il Digital Economy and Society Index (Desi), mostra come, al 31 dicembre 2023, il 59,6% delle famiglie sia stato raggiunto da questa tecnologia. La progressione dei valori di copertura, che partono dal 30% nel 2019, traccia una curva di connettività che assume una caratteristica forma a S, con un incremento di 5,9 punti percentuali nell’ultimo anno.

Nel 2023, infatti, l’attenzione si è particolarmente concentrata sulle “aree bianche”, ovvero quelle zone meno servite, dove la densità abitativa è più bassa e la realizzazione dell’infrastruttura di rete risulta conseguentemente più complessa. Le rilevazioni effettuate con la Broadband Map indicano che il 92% dei nuovi punti è ubicato proprio in queste aree, dimostrando un notevole sforzo di infrastrutturazione e investimento per una copertura più omogenea e inclusiva del territorio nazionale.

A differenza di quanto osservato con la precedente tecnologia Fttc, dove il punto di inflessione era stato identificato attorno al 65% delle famiglie coperte, con la Fiber to the Home questo punto si situa intorno al 50%.

I dati lasciano intendere che il rallentamento della crescita sia principalmente dovuto alla mancata espansione nelle aree nere e, in parte, anche nelle grigie. A tale riguardo, il 19,8% delle famiglie si localizza nelle aree nere non ancora raggiunte dall’Ftth, il 14,8% nelle aree grigie e solo il restante 5,8% nelle bianche per un totale pari al 40,4% delle famiglie. In sintesi, secondo Agcom, il mercato mostra significativi incrementi in termini di nuovi punti geografici raggiunti che, tuttavia, non sono accompagnati da analoghi incrementi con riguardo alle famiglie raggiunte.

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